berlusconi salvini di maio

“C’E’ IL 50% DI POSSIBILITA’ DI TORNARE A VOTARE” - SALVINI A TUTTO CAMPO: “SE DI MAIO VUOLE GOVERNARE CON IL PD, AUGURI - MA IL PARTITO DEMOCRATICO HA PERSO, SAREBBE BIZZARRO CHE IL M5S SI FACESSE STAMPELLARE DAGLI SCONFITTI - MA ALCUNI AMBIENTI EUROPEI FANNO IL TIFO PERCHÉ IL PD TORNI AL GOVERNO - A PALAZZO CHIGI NO A TECNICI O FIGURE ESTERNE - L'OPA LEGHISTA SU ‘FORZA ITALIA’? È VERO, CI SONO MOLTI CHE STANNO BUSSANDO ALLA NOSTRA PORTA…”

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Segretario, che cosa dirà al capo dello Stato quando arriverà il momento di salire al Quirinale?

MATTEO SALVINI E MATTEO RENZI

«Che noi siamo pronti. Che partiamo dal programma e dalla coalizione che ha vinto le elezioni, il centrodestra. Ma che siamo anche disponibili a lavorare al programma con altri. Per ampliarlo, aggiungere idee, ascoltare».

 

Matteo Salvini ha partecipato alla riunione dei gruppi parlamentari della Lega. In cui qualcosa che ha appreso lo ha irritato: «Mi dicono che un governo scaduto e senza voti continui con grandi infornate di nomine e di promozioni a fare scelte nei ministeri, nelle burocrazie, nelle società, in Rai. Una cosa da matti. E dunque, al presidente chiederemo anche rispettosamente che si blocchino queste iniziative».

 

matteo salvini al mare 6

Dovrà convincere il presidente ad assegnarle l' incarico. Conta di riuscirci?

«Guardi che però io non andrò dal presidente con la smania da ultima spiaggia. Io l'incarico lo chiederò se ci saranno i numeri e la possibilità di dare vita a un governo che governi. Non chiederò incarichi al buio, né proporrò maggioranze stentate. Dirò che la Lega non è disponibile a governoni o governissimi. E non andrò a dire "o io o il diluvio», come invece ha fatto Luigi Di Maio"».

 

Il M5S sembra escludere collaborazioni con Forza Italia. Perché la presenza di Silvio Berlusconi sarebbe difficile da spiegare ai suoi elettori o per dividere il centrodestra?

«Io so che non parto escludendo. Se avessimo applicato questo tipo di atteggiamento, oggi non avremmo né il presidente della Camera né quello del Senato».

 

matteo salvini al mare 7

Lei ha avuto parole di stima per Di Maio. Le conferma anche oggi?

«Mi ha fatto piacere il riconoscimento suo e di Grillo sulla mia affidabilità e la settimana prossima tornerò a incontrarlo. Per questo, mi sono stupito di un atteggiamento del tipo "o comandiamo noi o niente"».

 

Riuscirà a convincere il M5S a sostenere un governo di centrodestra?

«Ci sono tre parole chiave: lavoro, tasse e sicurezza. Io credo che anche ai 5 stelle possa interessare un dialogo su questi temi. Credo che alcuni dei nostri punti fermi, lo stop alla Fornero, l'approccio sull' immigrazione e la sicurezza possano riguardare anche loro. L'autonomia e, in chiave futura, il federalismo sono temi diventati patrimonio comune. Però, ci deve essere volontà di confronto».

 

Giancarlo Giorgetti

Il suo vice, Giancarlo Giorgetti, ha detto: «Se Di Maio vuole la premiership la chieda al Pd». Lei non teme che una parte dei Democratici possa sostenere un governo Di Maio?

«Mi stupirei dei 5 stelle. A differenza di altri, soprattutto a sinistra, io sono convinto che gli italiani quando votano abbiano ragione. Il Pd ha perso, sarebbe davvero bizzarro che una forza che si vuole rivoluzionaria si facesse stampellare dagli sconfitti. Se Di Maio vuole governare col Pd, auguri. È vero, però, che ci sono alcuni ambienti, soprattutto europei, che fanno il tifo perché il Pd torni comunque al governo. Per me, il governo sarebbe un onore e una responsabilità enormi. Ma non è questione di vita o di morte. Se per altri sì, vedano loro».

 

luigi di maio

Lei ha detto che se il problema fosse sul suo nome, sarebbe pronto a fare un passo indietro. Si è parlato di Giorgetti come possibile premier...

«Io non faccio nomi. Non ne ho fatti per le presidenze delle Camere, non ne faccio per i ministeri, men che meno ne farei per il presidente del Consiglio. Certo: noi abbiamo scritto nel simbolo Salvini premier, e su questo abbiamo preso 6 milioni di voti».

 

Qualcuno fuori dall' ambiente della politica sarebbe possibile?

«Una cosa è certa: io non penso a figure esterne o tecnici, gli italiani hanno già dato.

Io credo che il candidato premier debba essere indicato dal centrodestra, per il semplice fatto che è la coalizione che ha vinto. E dentro la nostra alleanza, la Lega è il partito che ha preso più voti».

 

Ma un candidato non leghista lo accettereste?

letta gentiloni renzi

«Ribadisco: partiamo da chi ha vinto. È chiaro che dentro la squadra, la Lega è il partito che ha preso piu voti, ma io ragiono in termini di gruppo. E, da questo punto di vista, segnalo che la Lega di passi indietro ne ha già fatti più d' uno. Di certo, a noi non mancano le persone adatte».

 

Che probabilità ci sono di tornare alle urne?

«A oggi, il 50 per cento. Non è quello per cui io lavoro e non faccio di certo il calcolo che nelle urne incasserei di più. Ma si sappia che se mi rendessi conto che non c' è una via di uscita, che nessuno è disposto a fare passi indietro, bisognerebbe tornare a chiedere agli italiani».

VIGNETTA GIANNELLI - LA MARCIA ANTIFASCISTA DI RENZI E GENTILONI

 

Con la stessa legge elettorale che ha prodotto questo risultato?

«Io sarei per una legge che assegna il premio di maggioranza a chi arriva primo, come già sarebbe stato opportuno fare dall' inizio».

 

Primo partito o prima coalizione?

«Prima coalizione».

 

Si è anche ricominciato a parlare di una legge a doppio turno. Lei è favorevole?

«Se la legge vuoi farla ex novo, blocchi il Parlamento e l' Italia per mesi. Sarebbe più sensato partire dalla legge attuale con l' aggiunta del premio a chi vince».

 

Ha sentito Berlusconi?

«Sì, l'ho sentito anche oggi. Ci rivedremo a breve per concordare la posizione da portare al capo dello Stato. E i nostri tecnici lavorano insieme per presentare una proposta unitaria sulla manovra».

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Però, la delegazione unica della coalizione al Quirinale è tramontata...

«Per me ci si poteva andare tutti insieme, visto che credo daremo tutti le stesse indicazioni. Ma se ciascuno vuole rimarcare la sua originalità, per me va bene anche quello».

 

Giovanni Toti ha proposto il partito unico o la federazione del centrodestra. Lei è d'accordo?

«Noi come Lega stiamo organizzandoci in tutta italia, gli ultimi sono stati mesi di lavoro intenso. Molti non ci credevano, ma oggi ho fatto la riunione con i deputati e i senatori e ce n' erano di tutte le regioni. In prospettiva si può ragionare su come collaborare piu strettamente nella coalizione, ma noi terremo ben salda l' identità della Lega».

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

 

L' Opa leghista su Forza Italia è un' invenzione dei giornali?

«È vero, ci sono molti che stanno bussando alla nostra porta a tutti i livelli, da quello locale a quelli massimi. Però, noi non siamo un treno da cui si sale e si scende. E non facciamo campagna acquisti in casa d' altri».

 

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…