salvini al museo dell auto di torino

SALVINI E’ STATO COMMISSARIATO: E’ COSTRETTO AD APRIRE LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE EUROPEE, AL MUSEO DELL'AUTO DI TORINO, TORNANDO AI TONI DELLA LEGA DI BOSSI (TRA MASTURBAZIONI AUTONOMISTE E VELENO CONTRO IL SUD) – GLI EX SECESSIONISTI VOGLIONO PARLARE SOLO DI AUTONOMIA REGIONALE E NON DI SICUREZZA E MIGRANTI – E INFATTI CALDEROLI RUTTA FELICE: “MI DICONO CHE VOGLIO DIVIDERE L'ITALIA; MA SE È GIÀ DIVISA IN SEI-SETTE PARTI. MI DICONO CHE SCUOLA E SANITÀ NON FUNZIONERANNO PER COLPA MIA; PERCHÉ, ADESSO FUNZIONANO?”

Estratto dell’articolo di Andrea Rossi per “la Stampa”

 

SALVINI AL MUSEO DELL AUTO DI TORINO

«Qua un po' di Dna della Lega si respira». Quando la battuta sfugge in modo un po' goffo a Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento. Matteo Salvini per un attimo alza la testa china sul cellulare. Poi si rituffa nelle sue letture. Invece la platea di amministratori, quadri e militanti che il capogruppo leghista alla Camera, l'alessandrino Riccardo Molinari, ha riunito al museo dell'Auto di Torino per discutere di autonomia applaude convinta.

 

E poco dopo saluta con un'ovazione quasi liberatoria le parole del ministro Roberto Calderoli: «In Italia abbiamo il Pordoi, che è come essere in Austria, Livigno che è come stare in Svizzera e poi Lampedusa che non è a livello della costa del Nord Africa ma ben più giù».

SALVINI AL MUSEO DELL AUTO DI TORINO

 

Si respira un'aria un po' retrò dentro questa sala stracolma, dove riecheggiano le parole dell'ordine dell'«Umberto» (Bossi, ndr): il Sud che sperpera i soldi sottratti al Nord, il buongoverno contro l'assistenzialismo. Salvini, che di fatto inaugura la campagna elettorale per le Europee, abbozza.

 

Il popolo leghista del Nord in questo momento è più sensibile al portafogli – l'autonomia vuol dire gestirsi le risorse a casa propria, il piano casa per tanti vuol dire togliersi un bel po' di impicci – che alla sicurezza o all'immigrazione. E infatti il leader si mette in scia: «La Lega nasceva quarant'anni fa parlando di autonomia e adesso, in occasione di questo anniversario, la stiamo per portare a casa. Quando? In estate, non importa se prima o dopo le Europee, ma manteniamo la nostra promessa originaria e la dedichiamo a chi ci chiede dove va la Lega: nel solco delle sue origini, la nostra è una storia di coerenza».

 

SALVINI AL MUSEO DELL AUTO DI TORINO

Certo, il vice premier non manca di ricordare le tappe del suo tour elettorale: Bari, Napoli, Potenza («dove abbiamo un sindaco, e chi l'avrebbe mai immaginato quarant'anni fa»). Lo fa per rivendicare la sua direzione: «Cambia il mondo e quindi cambia anche la Lega, che ha fatto una scelta nazionale che però non toglie nulla alla nostra storia». Ma è una precisazione quasi d'ufficio. Aprire la campagna verso il 9 giugno radunando i presidenti di Regione del Nord per suonare la grancassa dell'autonomia è più di un manifesto: è la concessione a chi nel partito da tempo chiede di tornare a parlare alla propria gente. Al Nord.

 

roberto calderoli

C'è chi lo fa in toni istituzionali, come il presidente del Friuli Massimiliano Fedriga: «L'autonomia differenziata è una priorità ed è importante approvarla per dare una nuova opportunità al Paese, tutto. Dire che il Sud non ne è all'altezza vuol dire mentire e umiliarlo».

 

C'è chi si accalora, come il governatore veneto Luca Zaia: «È un'assunzione di responsabilità che la Lega ha il merito di portare in un Paese dove ce n'è poca. Finiamola con il dire che i soldi vanno al Nord. Sono balle. La verità è che qualcuno li gestisce bene e altri no. La risposta non può sempre essere l'assistenzialismo ed è vomitevole che si dica che se non ti curo bene è per colpa di qualcun altro».

 

Roberto Calderoli alla guida di un trattore

E c'è chi, come il capogruppo alla Camera Molinari, dà il senso di un'offensiva che mira anche a depotenziare sul nascere il premierato tanto caro a Giorgia Meloni: «Il ruolo della Lega in questa maggioranza e in questo governo è bilanciare la spinta della destra nazionalista e centralista che promuove il premierato. Noi siamo la forza riformatrice: oggi con l'autonomia, domani con il ritorno alle province elettive».

 

Ma è il padre della riforma, Calderoli, a rispolverare tutto il repertorio caro alla platea. «Ormai consumo quantità industriali di farmaci per il mal di stomaco. Mi dicono che voglio dividere l'Italia; ma se è già divisa in sei-sette parti. Mi dicono che scuola e sanità non funzioneranno per colpa mia; perché, adesso funzionano? E se sono un disastro non sarà colpa di come sono stati gestiti finora 'sti benedetti soldi?».

matteo salvini e massimiliano fedriga

 

Cita le classifiche Ocse sull'istruzione: «Come mai la maggior parte delle risorse vanno nelle zone dove gli studenti sono più ignoranti e sono in fondo alle graduatorie? Chi prende più soldi ha i risultati peggiori eppure al diploma la lode viene concessa a tutti. E allora qualche controllatina va data». […]

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