di maio salvini spread

“SI DEVE SFORARE IL 3% NEL RAPPORTO DEFICIT-PIL” - SALVINI SPARA LA BOMBA E I MERCATI RISPONDONO: LO SPREAD IN APERTURA VOLA A 281 PUNTI - IL LEGHISTA VA ALLO SCONTRO: “I VINCOLI STANNO AFFAMANDO MILIONI DI ITALIANI, CONTA SOLO CREARE LAVORO” - DI MAIO FA IL POMPIERE: “SEI IRRESPONSABILE, OCCORRE DIALOGARE” - SE L'ITALIA DOVESSE DAVVERO SFONDARE IL MURO DEL 3%, LA VERA PUNIZIONE ARRIVEREBBE SUI TITOLI DI STATO, CON IL RISCHIO DI…

SPREAD BTP BUND APRE IN RIALZO A 281 PUNTI

(ANSA) - Resta la tensione sullo spread tra tra Btp e Bund tedesco che avvia la giornata a 281 punti, ancora in leggero rialzo rispetto alla soglia di 280 punti raggiunta ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano sale al 2,73%

DI MAIO SPREAD

 

1 - SALVINI: SFORARE IL 3% DI MAIO: IRRESPONSABILE GIORGETTI EVOCA LA CRISI

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

«Si deve, non solo si può», sforare il 3% nel rapporto deficit-Pil, dice Matteo Salvini. «Sei un irresponsabile, occorre dialogare con la Commissione», la replica di Luigi Di Di Maio. E lo spread Btp-Bund ieri in serata ha toccato i 283 punti. L'ultimo scontro tra i due vicepremier è sui parametri Ue. Per il leader della Lega «i vincoli stanno affamando milioni di italiani, conta solo creare lavoro».

 

«Basta spararle. Mettiamoci a tagliare le spese inutili e a combattere l' evasione fiscale», risponde il capo dei 5Stelle. La tensione tra Lega e grillini che hanno sottoscritto il programma di governo è ormai alle stelle. E se il ministro del Lavoro chiede un vertice («Non credo servano carte bollate», polemizza), quello dell' Interno la butta sull' ironia: «Ho imparato a fare l' incassatore. Come le tre scimmiette non vedo, non sento...».

spread

 

Insomma, per dirla con le parole di Giancarlo Giorgetti «questo stato di litigiosità è evidente a tutti. È chiaro che se prosegue oltre il 26 maggio diventa insostenibile». La comunicazione tra Salvini e Di Maio «avviene solo a colpi di tweet e raccomandate», l' ammissione dello stesso sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio che evoca la crisi: «Voto anticipato a settembre? Io non ho mai paura di quando il popolo si esprime, bisogna sempre rispettarlo». E fa anche un passo indietro personale: restare fino a fine legislatura? «Penso di no, ho il sogno di andare sul mio lago a fare il pescatore. Non sarò commissario Ue, non lo so fare».

 

spread btp bund

Rapporti lacerati della Lega anche con il premier Giuseppe Conte: «Dall' ultimo Consiglio dei ministri non ci sono stati contatti neanche con il premier», dicono dal partito di via Bellerio. E non si prevedono schiarite neanche nella prossima riunione: ci sarà il via libera al nuovo comandante della Guardia di Finanza, non all' autonomia differenziata, né tanto meno al decreto sicurezza. Sullo Spacca-Italia la posizione M5s è netta e il decreto sicurezza bis viene ritenuto anticostituzionale. «Vorrei che Di Maio mantenesse la parola data. Accetto i consigli ma non i no. Così fermano l' Italia», reagisce Salvini. Il vicepremier M5s: «Sono quattro mesi che la Lega è irriconoscibile».

 

L'ESCALATION

E' una campagna elettorale che prevede un' escalation di attacchi. Con Conte fuori dalla contesa, nel ruolo di premier di garanzia. Ma i vicepremier si accusano a vicenda su tutto. Per Di Maio, Salvini è «tornato» ad Arcore: «Per noi sarebbe perfetto.

Se va con Berlusconi perde nove punti in un giorno», dicono i grillini. Mentre il leader della Lega dice di notare troppa sintonia fra Pd e 5 Stelle: «No alla flat tax, no all' autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti. Mi spieghi qualcuno se Di Maio vuole andare d' accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega rispettando il patto», il messaggio spedito di Salvini.

 

GLI ATTACCHI M5S

spread btp bund

Di Maio nega un dialogo a sinistra - «Il Pd, per carità. Dio ce ne scampi, e poi è renziano» - in mente ha un solo obiettivo: portare Salvini sotto il 30%, impedirgli di avere mani libere e di essere autosufficiente. E così continua a lanciare affondi anche sul tema dell' immigrazione («Presenteremo nostre proposte, niente multe alle Ong»), della sanità («Fuori i partiti dalle nomine, la Lega sia leale»), sulle alleanze («Salvini è su posizioni di ultradestra, mi preoccupa»), sulle piazze («C' è un clima tensione nel Paese come negli anni Settanta»). E minaccia: «I numeri in Parlamento ci sono se il Movimento 5Stelle vota le leggi, altrimenti le leggi non vengono approvate». Dopo il voto la resa dei conti? «No, il 27 maggio cambierà l' Europa», osserva Salvini. Ma nella Lega sono rimasti in pochi a crederci.

 

2 - PROCEDURA UE E BOOM DEGLI INTERESSI PER L' ITALIA TORNEREBBE L' INCUBO DEFAULT

L. Ci. per “il Messaggero”

 

spread btp bund

Le sanzioni sulla carta esistono, sotto forma di multe da pagare o finanziamenti europei che si perdono. Ma se l' Italia dovesse davvero sfondare il muro del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil, la vera punizione scatterebbe non tanto a Bruxelles ma sul mercato dei titoli di Stato, che imporrebbe interessi molto più pesanti in cambio della sottoscrizione di Bot e Btp. Con il rischio di spingere il nostro Paese sull' orlo del default, come avvenne nell' autunno del 2011.

 

Il punto infatti, regole europee alla mano, non è tanto il 3 per cento in sé, visto che il governo italiano già rischia una procedura per deficit eccessivo anche nella situazione attuale: in una visione rigorosa - finora passata in secondo piano grazie alla mediazione politica - il mancato rispetto dell' obiettivo di medio termine (la correzione del disavanzo strutturale) farebbe cadere i fattori attenuanti fin qui applicati e quindi scattare retroattivamente la violazione sul criterio del debito.

tria di maio salvini conte

 

Il fatto è che davanti al superamento della celebre soglia di Maastricht i residui margini di trattativa con la commissione verrebbero meno e l' Italia, con l' apertura della procedura, passerebbe dal braccio preventivo a quello correttivo. Immediatamente scatterebbe da parte europea la richiesta di adeguate misure, in forma più cogente di quella applicata a chi non ha sforato.

 

LA STORIA

Sul piano storico, è vero che in passato il nostro Paese, al pari di altri, è rimasto per lungo tempo nello stato di sorvegliato speciale. All' inizio dello scorso decennio però la violazione delle regole fu attuata insieme a Francia e Germania, in seguito ad un accordo politico, mentre dopo il 2008 con la grande recessione molti Stati si ritrovarono quasi automaticamente in deficit eccessivo. Stavolta invece il governo italiano rischia di finire in una situazione di pericoloso isolamento, con un debito che supera il 130 per cento del Pil.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

 

L' apertura di una procedura - giusta o sbagliata che sia questa equazione - è considerata dai mercati finanziari come un segnale sicuro di indisciplina fiscale e la reazione sarebbe inevitabile. Lo spread si sta dirigendo in questi giorni verso la soglia dei 300 punti, avvicinandosi quindi ai livelli toccati circa un anno fa nel periodo di formazione del governo, e in autunno quando l' accordo con l' Unione europea sembrava ormai fuori portata.

 

Uno scontro aperto con Bruxelles farebbe salire ancora i rendimenti, in un anno in cui le scadenze che il Tesoro dove fronteggiare sono ancora più pesanti rispetto a quelle del 2018. La possibilità di trovare un atteggiamento più benevolo grazie ai nuovi equilibri politici che scaturiranno dal voto di 26 maggio, o addirittura di ottenere facilmente una modifica dei Trattati, appare poco realistica.

 

salvini di maio

In primo luogo perché non è detto che ci sia un drastico cambio di maggioranza a Strasburgo, poi anche perché alcuni tra i Paesi i cui governi stanno in qualche modo flirtando con il sovranismo (è il caso ad esempio dell' Austria) hanno già fatto sapere di essere orientati verso un maggior rigore piuttosto che un allentamento delle regole.

 

L' AUTUNNO

matteo salvini luigi di maio

Il prossimo autunno quindi il governo che ci sarà si troverà in una situazione difficilissima: il compito di trovare almeno una trentina di miliardi è già arduo in partenza, ma a quel punto al nostro Paese potrebbe essere chiesto molto di più per scongiurare i timori sul debito. E le decisioni dovranno essere prese subito, senza aspettare la trafila della procedura, al termine della quale i Paesi inadempienti sono costretti - ma finora non è mai successo - a costituire un deposito infruttifero pari allo 0,2 per cento del Pil (circa 3,5 miliardi nel caso italiano) per iniziare a pagare le ammende per la violazione sul deficit.

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