matteo salvini giuseppe conte sergio mattarella

SALVINI E LO SPAURACCHIO DELLA MANOVRA - IL LEGHISTA HA CAPITO CHE LA PROSSIMA FINANZIARIA SARÀ UN VIETNAM DI CONTI CHE NON TORNANO TRA LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA DELL’IVA, FLAT TAX E SALARIO MINIMO - ALLORA POTREBBE VOTARLA, TURANDOSI IL NASO E SCARICARE LE COLPE SU CONTE E DI MAIO, PER POI CHIEDERE POI LE URNE A FEBBRAIO - MA IL SUO PIANO SI SCONTRO CON I PIANI DI MATTARELLA…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Salvini e Mattarella

Tanto tuonò che non piovve. Alla fine il governo Conte esce rafforzato dall'ennesimo voto di fiducia. Ad incassare è stato soprattutto Matteo Salvini, che infatti si presenta in aula abbronzato, con aria molto soddisfatta, non attende il risultato finale e continua ad muoversi agitando la tanica di benzina con la quale intende appiccare il fuoco alla legislatura. Il problema, per il leader della Lega, sono i tempi che in politica sono tutto. Ieri non era il momento giusto e lo si è visto nei numeri.

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

Rispetto ai 171 voti con i quali il governo ha iniziato a palazzo Madama la sua corsa, ne mancavano undici. Poca cosa, se si considerano le espulsioni. Ancora meno se si considerano che i no al decreto sono stati 57 e 21 gli astenuti. Anche sommando gli ultimi due numeri - impropriamente se si considera che al Senato l'astensione non è più voto contro - è facile constatare l'enorme margine che ha la maggioranza da sempre al riparo da trame e malpancisti.

 

salvini mattarella

LA CACCIA

Malgrado ciò, l'esponente della Lega continua a minacciare con toni sempre più forti la maggioranza e anche ieri ha ottenuto il risultato sperato. Immaginare però che alla fine il ministro dell'Interno possa essere in un qualche modo riconoscente con l'alleato, per essere riuscito ieri a non fare votare nessuno del Movimento contro il decreto sicurezza, è pura illusione. Il leader del Carroccio soffre da tempo la pressione dei suoi colonnelli ma soprattutto inizia a temere gli effetti che potrebbe avere la legge di Bilancio sulla narrazione leghista.

 

salvini mattarella

Mentre la caccia ai migranti e alle navi delle Ong langue, nei contatti avuti con i suoi ministri e negli incontri con le parti sociali (oggi un nuovo round), il leader della Lega ha avuto modo di comprendere con maggiore nettezza quanto sia complicato far quadrare le richieste con le poche risorse disponibili. Una strada in salita soprattutto se si considera che alcune misure, come il Reddito (8 miliardi) e gli 80 euro (10 miliardi), impegnano già molte risorse. Il Reddito per il M5S, non si tocca, mentre non basterà rimodulare gli 80 euro per sostenere di aver fatto la flat tax.

 

Nel ginepraio di richieste spicca il salario minimo chiesto dal M5S che, per contenere l'irritazione delle imprese, chiede anche una riduzione del cuneo fiscale per 4-5 miliardi. Sfilarsi dalla manovra non sarà però facile perché potrebbe far scattare le clausole di salvaguardia per 23 miliardi di Iva.

 

MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

Votare la manovra turandosi il naso, e magari scaricandola attribuendo la responsabilità al M5S, a Conte e all'Europa, può essere una soluzione che va incontro anche alle richieste del Quirinale di non mandare il Paese all'esercizio provvisorio. Ma in cambio Salvini potrebbe chiedere il ritorno a breve alle urne, a febbraio, malgrado ci sia da rendere operativa la riforma costituzionale che, con il voto del 9 settembre, taglierà i parlamentari. Al voto, quindi, con le stesse regolò per eleggere lo steso numero di parlamentari.

 

A gioire per il taglio lineare dei parlamentari, che viene effettuato senza nessun intento di migliorare il sistema istituzionale, sono di fatto solo i Cinquestelle. Nati e cresciuti con le retorica della casta, il M5S sembra poco preoccuparsi del nodo della rappresentanza e di alcune regioni che potrebbero risultare particolarmente penalizzate. A Salvini, malgrado guidi un partito in forte crescita e che potrebbe non avere problemi di posti in lista, la riforma piace molto poco.

 

salvini mattarella

Soprattutto perché limita la capacità espansiva del partito in zone del Paese dove ha appena iniziato il radicamento. Bocciare la riforma il 9 settembre non conviene però a nessuno. Tantomeno alla Lega che però può facilmente trovare più di un motivo per far saltare il tappo scambiando il varo della manovra con il voto anticipato a stretto giro di posta. Una strategia, quella della Lega, che potrebbe creare qualche frizione con il Capo dello Stato il quale anche di recente ha ribadito il suo ruolo da notaio, ma che non potrebbe non sollevare l'esigenza di dar corso ad una riforma, e magari ad un referendum, che anche la Lega ha votato.

 

Ma Salvini teme che l'insediamento di un governo elettorale - che potrebbe nascere dopo la caduta dell'esecutivo Conte - possa allungare molto la data delle elezioni. Rompere a settembre-ottobre, sull'autonomia o sulla riforma della giustizia, e tornare al voto con le vecchie regole e i gli attuali numeri in Parlamento, permette a Salvini di avere dalla sua parte il Pd. Il partito di Zingaretti, allergico al taglio lineare dei parlamentari al pari della Lega, ancor più difficilmente potrebbe darsi disponibile per sostenere un esecutivo di durata.

 

Il rischio che l'effetto della riforma costituzionale sia opposto a quello ipotizzato da Di Maio è reale. La legislatura, invece di stabilizzarsi, rischia di concludersi prima del previsto anche se poi toccherà alla prossima affrontare il problema. Magari con l'ennesimo tentativo di riforma costituzionale in grado di dare anche un po' più di efficienza e al sistema parlamentare.

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...