salvini

“DOVESSE SERVIRE IGNOREREMO IL TETTO DEL 3%” - A STRASBURGO, MATTEO SALVINI ALZA LA CRESTA CON GLI EURO-BUROCRATI: “SE DEVO TROVARE 31 MILIARDI DI EURO PER AUMENTARE L'IVA E LE ACCISE ALLORA CONTRATTEREMO CON BRUXELLES IN MODO SERENO PER RISPETTARE LE ESIGENZE ITALIANE - UN GOVERNO CON IL M5S? SICURAMENTE NON CON IL PD - SUI PRESIDENTI DELLE CAMERE, NON CI SONO STATI CONTATTI…”

1 - SALVINI, NO A GOVERNO CON CHI È STATO BOCCIATO DAL VOTO

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

(ANSA) - "Noi stiamo lavorando ad un programma di governo partendo da lavoro ed emergenza e se su questo programma ci sarà una maggioranza mi prendo il dovere e l'onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no". Così Matteo Salvini nella sua conferenza stampa oggi a Strasburgo al Parlamento europeo.

 

2 - SALVINI, SE DOVESSE SERVIRE IGNOREREMO TETTO 3%

(ANSA) - "Io ho detto che il tetto del 3%, che fa parte delle regole, saremo contenti di rispettarlo, ma se devo trovare 31 miliardi di euro per aumentare l'Iva e le accise allora contratteremo con Bruxelles in modo sereno per rispettare le esigenze italiane". Così Matteo Salvini nella conferenza stampa a Strasburgo al Parlamento europeo. "L'euro è e rimane una moneta sbagliata, non c'è un'uscita solitaria ed improvvisa, i nostri esperti stanno lavorando ad un piano B".

TOTI SALVINI

 

3 - SALVINI, SMENTISCO CONTATTI SU PRESIDENZE CAMERE

(ANSA) - "Smentisco" i contatti sulle due presidenze delle Camere, "non ho sentito nessuno". Così Matteo Salvini conversando con i giornalisti oggi a Strasburgo al Parlamento europeo. "Leggo sui giornali di retroscena, non ho sentito nessuno e siccome i contatti li terrò io con tutti, ascolterò, come è mio dovere, Di Maio, Renzi, Grasso e stasera stessa incontrerò prima gli alleati, Berlusconi e la Meloni", ha aggiunto. "Sarebbe stata una scorrettezza incontrare gli altri prima di vedere i miei alleati", ha precisato.

 

4 - SALVINI, GOVERNO CON M5S? SICURAMENTE NON CON IL PD

DI MAIO SALVINI

(ANSA) - Con il M5S "i programmi sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato, ma sicuramente non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi anni, quindi ipotesi di governi che prevedano Renzi e Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili". Così Matteo Salvini alla domanda dei giornalisti su un eventuale governo con il M5S. "Nostro obiettivo è quello di un governo di centrodestra, con un programma di centrodestra, e poi chi vivrà vedrà", ha precisato.

 

5 - «GLI ITALIANI NON CI HANNO VOTATO PER RIPORTARE RENZI AL GOVERNO, E NEANCHE GENTILONI».

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

«Gli italiani non ci hanno votato per riportare Renzi al governo, e neanche Gentiloni».

RENZI SALVINI CARTABIANCA

Matteo Salvini esce dal Consiglio federale della Lega e, prima di partire per Strasburgo, parla di Renzi perché Berlusconi intenda. Spiega per la tremilionesima volta che lui di accordi organici con il Pd non vuole farne. Però diventa necessario ripeterlo, dopo l' intervista a «La Stampa» dove Berlusconi chiedeva «anche al Pd» di farsi carico del governo e avvisava che «non è automatica» l' attribuzione delle presidenze delle Camere, leggi alla Lega e al M5s. E tanti saluti al partito unico del centrodestra, «abbiamo valori diversi».

 

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Così, fra gli alleati-rivali della Lega e di Forza Italia la giornata è iniziata male ed è proseguita peggio: in effetti, ieri sono stati molto più rivali che alleati. Però non si può dirlo esplicitamente, quindi nelle sue brevissime dichiarazioni ai giornalisti Salvini si è premurato di troncare e sopire: «Problemi con Fi? No, ci vedremo già questa settimana». La sua road map in ogni caso non cambia: incarico a lui, poi il governo di centrodestra a trazione leghista andrà in Parlamento a cercare sui singoli provvedimenti i voti che mancano.

SALVINI RENZI

 

Forse è solo pretattica, ma per il momento la linea resta questa. E, vista la situazione delicata, viene anche ingiunto ai cacicchi del partito di restare abbottonati con i giornalisti.

Ma l' offensiva azzurra prosegue. In tre tempi: all' intervista di Berlusconi si accompagna il titolo d' apertura del «Giornale» di famiglia che è tutto un programma: «Strappo di Salvini - Il leader leghista snobba Forza Italia e decide di trattare senza alleati con i Cinque Stelle per la presidenza delle Camere». Infine, anche Renato Brunetta chiede al Pd l' appoggio esterno a un governo di centrodestra e crede «possibile» lasciargli la presidenza di una Camera.

 

renzi su chi e salvini su oggi

In effetti, è la disputa sugli scranni più alti di Palazzo Madama e Montecitorio che sta avvelenando il clima nel centrodestra. Questione di metodo. Secondo i leghisti, prima si assegnano le presidenze ai partiti che hanno vinto le elezioni, cioè a loro e ai grillini, e poi si discute del governo.

 

Gli azzurri ribattono che in questo modo, in caso di governo Salvini, la Lega avrebbe due poltronissime e loro nessuna, quindi sarebbe meglio arrivare alla prima convocazione delle Camere, il 23, con un accordo per il governo e magari anche con l' unico partito che potrebbe fornirgli i voti necessari, cioè il Pd. I leghisti ri-ribattono che, se poi un governo di centrodestra alla fine non si dovesse fare, a restare senza un posto pesante resterebbero loro.

 

Di conseguenza, nonostante quel che dice Salvini, di problemi con Fi ce ne sono e non piccoli. Incurante degli ordini di scuderia, lo conferma alla radio Gian Marco Centinaio, capogruppo leghista uscente al Senato. Dichiara, primo, che la presidenza delle Camere spetta a Lega e M5s; secondo, che «in Forza Italia hanno rosicato per la nostra affermazione.

MATTEO RENZI SALVINI QUIZ

 

Tutti i sondaggi li davano sopra alla Lega, solo noi pensavamo che non fossero poi così veri. Poi la vita è una ruota, una volta sono avanti loro, una volta siamo avanti noi».

Mentre la ruota gira, si parla di prime prese di contatto fra Lega e M5s, non per un governo che Salvini continua a escludere, ma appunto per le presidenze. Da via Bellerio le smentiscono. Che la strategia di Matteo sia in questo momento inconciliabile con quella di Silvio lo conferma il loro atteggiamento su un possibile ritorno alle urne.

 

Berlusconi ritiene che sarebbero «un pessimo segnale per la democrazia» e, per inciso, anche un bagno di sangue forse definitivo per Fi. Per Salvini, piuttosto che gli «inciuci», meglio tornare a votare. In realtà, anche in casa Lega pochi sono possibilisti su un ritorno alle urne. Ma, si sa, nelle trattative difficili servono anche le minacce improbabili.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...