salvini trenta

SALVINI MOZZA TESTE: VUOLE UN RIMPASTONE PER MANDARE VIA I MINISTRI GRILLINI TONINELLI, COSTA, TRENTA E GIULIA GRILLO - MA È SUL PROGRAMMA DEI PROSSIMI MESI CHE LE RICHIESTE LEGHISTE DIVENTANO PESANTI PER IL M5S: VIA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TARGATA BONAFEDE, STOP AL SALARIO MINIMO, SUBITO L’AUTONOMIA REGIONALE E MANO LIBERA PER IMPORRE A BRUXELLES AMPI MARGINI DI DEFICIT…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

salvini toninelli

La percezione della crisi della maggioranza c'è. Manca, per renderla reale, l'atto parlamentare conseguente alla scelta politica fatta ieri dalla Lega e annunciata da Salvini dal palco di Sabaudia. Come, e soprattutto se, colmare il divario tra percezione e realtà è il principale rovello del leader della Lega che fatica nel trovare il modo per scendere dal treno del governo ottenendo la fine della legislatura e le elezioni.

TRENTA COSTA BONISOLI TONINELLI LEZZI GRILLO

 

LA PAUSA

Il lungo silenzio del ministro dell'Interno di ieri pomeriggio, e la salita a palazzo Chigi prima del comizio di Sabaudia, spiegano il delicato momento e l'incertezza che avvolge la strategia del leader leghista. Certificare la crisi attribuendola all'alleato, alzando la posta delle richieste, è una strada che potrebbe alla lunga pagare avendo in qualche modo scatenato una qualche reazione di orgoglio dei pentastellati. Ma è una strada ricca di incognite che allungano i tempi. Perché il M5S è terrorizzato dal voto anticipato e pronto ad ogni concessione, e il premier Conte sembra deciso a vender cara la pelle presentandosi in Parlamento.

Giulia Grillo

 

A Conte il leader della Lega elenca, nel corso del vertice serale a palazzo Chigi «i tanti no» e i ministri che «non funzionano». Alla fine ne è nato una sorta di richiesta di rimpasto di governo dove sacrificare subito i ministri Toninelli (Infrastrutture), Costa (Ambiente) e Trenta (Difesa). Più in là valutare la Grillo (Sanità) e il ministro dell'Economia Tria che Salvini accusa di eccessiva arrendevolezza con l'Europa.

 

marco bussetti ministro dell'istruzione

Conte, che più volte si è detto disposto a prendere in considerazione possibili cambi, prende nota, mentre i Cinquestelle provano a reagire mettendo sotto accusa i ministri Bussetti (Istruzione), e Centinaio (Agricoltura), che Salvini vorrebbe Commissario Ue. Ma è sul programma dei prossimi mesi che le richieste leghiste diventano pesanti per il M5S. Via la riforma della giustizia targata Bonafede, stop al salario minimo, subito le intese autonomiste e, soprattutto, mano libera per spuntare - o imporre - a Bruxelles ampi margini di deficit. Toccherà ora a Conte cercare di rimettere insieme i cocci di una maggioranza dove «qualcosa si è rotto», come sostiene Salvini dal palco di Sabaudia.

 

GIAN MARCO CENTINAIO 1

D'altra parte era difficile pretendere ieri mattina da Conte le dimissioni e l'apertura formale della crisi di governo a seguito della scelta del M5S di votare una mozione pro-Tav. La nota diffusa martedì sera da palazzo Chigi, a poche ore dal voto, parlava chiaro e in linea con i requisiti di «correttezza» e «trasparenza» che Conte ha sempre rivendicato alla sua azione. «La mozione del M5S non è un giudizio sul governo o su Conte», ammonivano da palazzo Chigi.

 

salvini conte

Una precisazione condivisa con il Quirinale e che ribadisce quanto sostenuto di recente in Senato dal presidente del Consiglio. Ovvero che in caso di crisi si presenterà in Parlamento per essere eventualmente sfiduciato dalla sua maggioranza e cedere il passo ad un governo che porterà il Paese al voto. Malgrado la posizione contraria dei grillini sulla Tav non basti a spingere Conte sul Colle più alto, Salvini non molla e elenca, anche dal palco di Sabaudia, una serie di temi e al primo posto mette quello più indigesto per i Cinquestelle: la riforma della giustizia con la separazione delle carriere.

 

Le notti che Salvini dice di passare insonni «per la grande responsabilità» devono essere agitate soprattutto dal pensiero su quale sia il modo migliore per passare all'incasso dei sondaggi che danno la Lega oltre il 38%. Una fretta accentuata dal timore che la curva sia prossima alla discesa visto che tra qualche settimana il governo dovrà affrontare la non facile legge di Bilancio.

 

CONTE E MATTARELLA

Le inchieste giudiziarie su presunti finanziamenti russi, le casse vuote del partito, la sentenza che conferma l'obbligo di restituire 49 milioni di euro. Una lunga serie di argomenti che giustificano la voglia del ministro dell'Interno di dare ora ragione a quanti nella Lega da tempo chiedono di far saltare il banco.

 

NIENTE ELEZIONI

Ma c'è forse un motivo su tutti che giustifica perché Salvini ammette che «da qualche notte dormo poco e male». Ed è la riforma costituzionale che taglia i parlamentari e che rischia di allungare molto i tempi della legislatura oltre che di intrecciarsi con l'eventuale parlamentarizzazione della crisi.

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

Il 9 settembre è infatti previsto alla Camera l'ultimo voto. L'entrata in vigore della legge avverrà dopo tre mesi a meno che non ci sia - come è altamente probabile - la richiesta di referendum confermativo. Tornare al voto in autunno sarà quindi molto complicato, a meno che la Lega non intenda aprire una contesa con il Quirinale anche sulla manovra di Bilancio che rischia di portare il Paese all'esercizio provvisorio e all'aumento dell'Iva qualora si dovesse andare al voto il 13 o il 20 ottobre.

 

Con il referendum si arriva a primavera, ma toccherà poi mettere mano alla legge elettorale visto che quella che entra in funzione dà alla Lega troppo spazio nei collegi. A quel punto le opposizioni e il M5S potrebbero convergere su una riforma elettorale proporzionale. Per Salvini una beffa se su questo dovesse nascere un nuovo governo.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...