SANT’ORO SALVA-SETTE? - PER “IL GIORNALE”, È PACE FATTA FRA MICHELONE E IL “CANARO”, AD DI LA7 - LA LITIGATA FURIBONDA DELL’ANNO SCORSO È ACQUA PASSATA, E SANTORO POTREBBE SBARCARE PROPRIO NELLA RETE DI TELECOM, PER CERCARE DI FARE IL MIRACOLO: RISOLLEVARE GLI ASCOLTI DOPO I FLOP DI GUZZANT E DANDINI (CHE FORSE L’ANNO PROSSIMO NON CI SARANNO PIÙ) - E SE PARTE IL BORDELLO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE (OTTOBRE 2012), MICHELE HA BUONE CHANCES PER FARE ASCOLTI…

Laura Rio per "Il Giornale"

Alla faccia del circuito alternativo ai grandi poli televisivi. Alla faccia della libertà editoriale totale e assoluta. Alla faccia della lotta dura e pura contro i poteri forti. Alla faccia delle piccole emittenti che in lui avevano trovato l'uomo forte per la loro battaglia di sopravvivenza. Semmai - e ribadiamo semmai (visti i trascorsi infruttuosi) - questa volta le trattative in corso dovessero andare in porto, Michele Santoro potrebbe approdare a La7.

Sì, a La7, quella rete in cui l'anchorman sarebbe dovuto arrivare il settembre scorso, dopo il clamoroso e complesso addio alla Rai. L'accordo con la rete di Telecom Italia saltò sulla questione dell'autonomia: Santoro la voleva assoluta (non aveva intenzione di sottoporre a nessuno temi, ospiti e scalette), l'amministratore delegato Giovanni Stella gliela negò (nei termini che desiderava lui) e alla fine saltò tutto: il giornalista allora, circondandosi di un'aureola ancora più luminosa di martire della libertà di stampa, mise in piedi Servizio Pubblico, il programma supportato da un network di emittenti locali e trasmesso anche da alcuni canali Sky e in streaming.

Beh - diciamocela tutta - non è andata malissimo: il programma si porta a casa una media di ascolti tra il 6 e il 7 per cento. Nulla a che vedere, ovviamente, con quanto realizzava su Raidue, ma bisogna considerare la ristrettezza dei mezzi a disposizione, a cui si è aggiunta la «sfortuna» della sparizione del bersaglio preferito nonché decuplicatore di ascolti (e cioè l'ex premier). Comunque, ora, tutto questo potrebbe finire negli archivi.

Perché nel caso - hanno appena cominciato a riparlarsi - in cui Santoro e il «canaro» (soprannome di Giovanni Stella) si trovassero sulla stessa lunghezza d'onda (l'anno scorso si scambiarono accuse terribili), l'anchorman dovrebbe ovviamente abbandonare il progetto in corso. E riproporre il suo talk rivisto e corretto (ma in sostanza con la stessa formula uguale da un ventennio) con ancora più forza su La7. Da quelle parti, infatti, mica l'attendono come il messia di una nuova era della libertà televisiva, semmai come il salvatore (o uno dei salvatori) dei conti economici, più precisamente degli ascolti Auditel.

Si sa, la rete Telecom si è persa un po' per strada: dopo aver puntato tutto sull'informazione e sul conflitto politico, l'arrivo di «rigor montis» ha smontato l'impianto del gruppo «barricadero» Dandini-Guzzanti-Bignardi. E, ora per rimettere in riga il palinsesto, si sta ricorrendo ai ripari. Certo, pure Santoro fa parte della categoria degli «orfani di Berlusconi», però il giornalista con una vera rete alle spalle può dare ancora molto e, poi, cosa salterebbe fuori da un'accoppiata con Mentana (magari con degli speciali di prima serata)? Il direttore del TgLa7 è stato l'anno scorso grande sponsor del collega: arrivò ad annunciare in diretta, in maniera troppo affrettata, il suo probabile arrivo. Poi ci rimase male per il mancato accordo e per le polemiche che ne seguirono sui «diversamente liberi».

Santoro, dunque, dovrà rimangiarsi (ma nessuno glielo chiederà pubblicamente) le accuse fatte a Stella di aver cambiato idea sul suo ingaggio per «colpa di un intervento dell'allora premier che avrebbe messo in difficoltà la Telecom» e quelle allo stesso Mentana di essere poco avvezzo alle battaglie per la libertà d'informazione. Comunque - sempre nel caso in cui vedremo veramente Michele sugli schermi de La7 a settembre - si dovrà trovare un altro spazio a Corrado Formigli, l'ex delfino di Santoro che, nello spazio che doveva essere del maestro, ha realizzato una buona trasmissione con livelli di ascolti positivi. Ma non sarà difficile trovare altre serate libere in palinsesto: probabilmente l'anno prossimo non ci saranno più Un due tre stella della Guzzanti e The show must go off della Dandini che invece non hanno raggiunto gli obiettivi sperati.

Insomma, per Paolo Ruffini, il neo direttore di rete, si prospetta un compito difficile: rifare tutto da capo e sperare nell'arrivo del «salvatore».

 

michele santoro anno zero Giovanni StellaSERENA DANDINI CATERINA GUZZANTI rif61 daria bignardi

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...