francesca peirotti

MA VOI SAPETE CHE C'È UN'ATTIVISTA ITALIANA CONDANNATA IN FRANCIA PERCHÉ AIUTAVA I MIGRANTI A PASSARE IL CONFINE? MA SÌ, LA STESSA FRANCIA INDIGNATA PER IL TRATTAMENTO DI CAROLA RACKETE! PROPRIO QUELLA! FRANCESCA PEIROTTI RIVENDICA IL SUO RUOLO CON PAROLE IDENTICHE ALL'OMOLOGA TEDESCA: ''LA SOLIDARIETÀ NON PUÒ ESSERE UN REATO. LO RIFAREI MILLE VOLTE''

 

Carlotta Rocci per https://torino.repubblica.it/  del 20 luglio 2018

 

FRANCESCA PEIROTTI SEGNALATA DA BAGNAI

E' stata condannata dalla corte d'appello di Aix En Provence a sei mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena per aver aiutato otto migranti ad attraversare il confine da Ventimiglia verso Mentone.  Francesca Peirotti ha 31 anni ed è originaria di Cuneo ma da tempo vive a Marsiglia. L'accusa per lei è "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in territorio francese".

 

I fatti risalgono all'8 novembre 2016. La giovane animatrice socio-culturale molto attiva sui temi dell'immigrazione, è accusata di aver trasportato su un furgone con il logo della Croce Rossa otto richiedenti asilo arrivati in Italia da Eritrea e Ciad e rimasti bloccati a Ventimiglia. Tra loro c'era anche un neonato. La ragazza era stata bloccata dalla gendarmeria francese sull'autostrada A8 all'altezza di Mentone.

 

FRANCESCA PEIROTTI

In primo grado, a maggio 2017, era stata condannata a una multa di 1000 euro dal tribunale di Nizza che non aveva accolto la richiesta di condanna della procura. La corte d'Appello ha deciso per una pena ben più grave a cui potrebbe aggiungersi anche l'interdizione a vivere nella regione francese per  prossimi cinque anni, se la condanna dovesse essere confermata anche in cassazione. La ragazza infatti, assistita dal suo avvocato Zia Oloumi, ha già presentato ricorso alla corte di cassazione di Parigi.

 

Peirotti aveva fatto ricorso in appello contro la multa e ora intende andare fino al terzo grado di giudizio e -  se necessario -  fino ala corte di giustizia europea. "La solidarietà non può essere un reato", ha più volte spiegato la giovane che in passato aveva passato sei mesi nella Jungle di Calais.

 

 

FRANCESCA PEIROTTI AL TRIBUNALE DI NIZZA

2. "CONDANNATA PERCHÉ TRASPORTAVO MIGRANTI IN FRANCIA? LO RIFAREI SUBITO, PER I BIANCHI QUEL CONFINE NON ESISTE"

Carlotta Rocci per ''la Repubblica'' del 23 luglio 2018

 

“Quella pronunciata contro di me è una sentenza politica”. Francesca Peirotti, 31 anni, è stata condannata a 6 mesi con la condizionale dal tribunale di Aix en Provence, in Francia, il 19 maggio scorso, per aver trasportato su un furgoncino da Ventimiglia a Nizza un gruppo di migranti originari del Ciad e dall’Eritrea, compreso un neonato. Oggi lei, originaria di Cuneo, vive a Marsiglia dove si è costruita una famiglia e dove lavora. I fatti che l’hanno portata davanti al tibunale risalgono all’8 novembre 2016. Assistita dal suo avvocato Zia Oloumi, Peirotti era stata condannata in primo grado, nel maggio 2017, ad una multa di 1000 euro ma aveva deciso di fare ricorso. Ma qualche giorno fa è arrivata una condanna molto più pesante.

 

Perché ha deciso di fare ricorso?

“Perché non ho fatto niente di male. Non sono un passeur, una trafficante, ho solo aiutato delle persone in difficoltà, ma la solidarietà è considerata un crimine. Ho deciso di fare ricorso perché non accetto una condanna per questo. E non accetterò nemmeno la sentenza della corte d’Appello, andrò fino in Cassazione e oltre, se sarà necessario. Non mi aspettavo che la condanna sarebbe stata innalzata, pensavo che al massimo avrebbero confermato la multa, ma evidentemente hanno voluto mostrare i muscoli”.

 

C’è la possibilità, se la condanna diventerà definitiva, che le venga vietato di vivere nella regione delle Alpi marittime per cinque anni. Questo la spaventa?

“Qui ho un lavoro e la mia famiglia, non credo sarà tanto facile mandarmi via o addirittura espellermi, e secondo me i magistrati e i giudici lo sanno benissimo: stanno cercando di convincermi a mollare, ma io non mi fermo”.

 

FRANCESCA PEIROTTI

Cos’è successo quell’8 novembre 2016?

“Niente che si possa considerare un crimine. Ho aiutato degli amici, li ho accompagnati a Nizza e avevo intenzione di ospitarli a casa mia. Gli avrei chiesto dove fossero diretti e se avessero avuto bisogno di abiti o altro. Li stavo solo aiutando”.

 

Però l’accusano di aver favorito l’immigrazione clandestina.

“Accusano le mie idee politiche, il fatto che io abbia detto che quel confine non esiste”

 

Quello di Ventimiglia?

“Esatto. Io sono di Cuneo e ho passato tutte le estati della mia infanzia al mare. Attraversavo il confine e nessuno mi diceva niente perché ho la pelle chiara e i documenti italiani. Anche adesso nessuno mi ferma. I francesi non accettano che gli venga detto che quello non è un confine, ma un filtro che discrimina in base al colore della pelle. Io proprio non capisco come sia possibile che io possa passare tranquillamente solo perché sono una privilegiata”

 

Crede sia una guerra contro la solidarietà?

“E cos’altro? Stanno criminalizzando chi aiuta. Lo fanno a Ventimiglia e anche a Briançon. Io non ho mai fatto qualcosa pensando che potessero fermarmi e incriminarmi, altrimenti non avrei preso l’autostrada, avrei scelto almeno una strada secondaria”.

 

Questa condanna cambia qualcosa nella sua vita adesso?

“Per me assolutamente niente, mi spiace solo che faccia preoccupare persone a cui voglio bene”.

 

Se le capitasse ancora di incontrare qualcuno in difficoltà, lo rifarebbe?

“Sì, senza alcuna esitazione”.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....