di maio spread

SAPETE QUANTO È GIÀ COSTATA LA MANOVRA DEL POPOLO? 25 MILIARDI: È LA SOMMA BRUCIATA IERI A PIAZZA AFFARI E VALE PIÙ DEL DOPPIO DEI SOLDI STANZIATI PER IL REDDITO DI CITTADINANZA –IL VENERDÌ NERO DELLA BORSA È STATO UNA MATTANZA: TITOLI BANCARI VENDUTI COME CARTA STRACCIA E UN CONTO SALATISSIMO PER IL TESORO. LE PARTECIPATE HANNO SACRIFICATO SULL’ALTARE DEL DEF PIÙ DI 1 MILIARDO

Rodolfo Parietti per “il Giornale”

 

DI MAIO SALVINI

Neanche il tempo di festeggiare sul balcone la resa di Tria allo sforamento del deficit, e già i mercati presentano al governo un conto salatissimo: oltre 25 miliardi di euro, una somma più che doppia rispetto ai 10 miliardi stanziati per finanziare il reddito di cittadinanza.

 

Tra indici accartocciati (-3,7% il Ftse Mib dopo una picchiata a -4%), titoli bancari venduti a mo' di carta straccia (-7,2% la media delle perdite), ripetute sospensioni per eccesso di ribasso e vendite frenetiche, ieri è andata in scena una sorta di mattanza.

 

cassa depositi e prestiti 3

Costata cara anche al Tesoro e alla sua Cassa depositi e prestiti, con quegli 1,3 miliardi sacrificati sull' altare dei ribassi che hanno subìto controllate e partecipate come Eni, Enel, Enav, Poste, Snam e Terna.

 

E non è finita. Nel conto bisogna poi mettere il potenziale aggravio, su base annua, di circa 4,3 miliardi per le casse pubbliche che deriva dall' aumento di 33 punti dello spread, salito a 269 punti, con la contestuale crescita dei rendimenti del titolo decennale al 3,15%.

 

DI MAIO SULL AEREO PER PECHINO

Alla stima sulla maggior spesa per interessi si arriva calcolando che sul nostro debito pubblico di 2.300 miliardi i circa 270 punti di differenziale tra Btp e Bund sono il doppio rispetto al valore (135) espresso prima dell' insediamento del governo giallo-verde: ciò equivale a 30 miliardi in più di esborso sugli interessi. Ma se si considera che la durata media del debito italiano è di sette anni, ecco ottenuto il maggior onere di oltre 4 miliardi.

 

I fronti di preoccupazione aperti dai mercati includono però anche le banche, che come al solito hanno opposto la resistenza di un grissino di fronte alla furia delle vendite. I numeri sono lo specchio di una seduta drammatica: Banco Bpm è collassata di quasi il 10%, Intesa San Paolo e Bper hanno perso oltre l' 8%, Banca Generali il 7,17%, Unicredit il 6,73% e Mediobanca il 6,15%). Il tallone d' Achille dei nostri istituti è noto: hanno in pancia 373 miliardi di titoli del debito tricolore.

 

PIAZZA AFFARI

Quando spread e rendimenti s' impennano, i prezzi dei bond pubblici calano (e viceversa). E se le quotazioni scendono, come in questo caso, gli istituti sono costretti a contabilizzare subito le perdite provocate dal deprezzamento dei titoli.

 

Ciò provoca un peggioramento degli indici patrimoniali che, nella peggiore delle ipotesi, costringe la banca a un aumento di capitale per riequilibrare la situazione.

 

Per il settore del credito, un motivo più che valido per sperare in una rapida normalizzazione della situazione sui mercati. Che, al momento, sembra però difficile da ipotizzare.

 

DI MAIO SPREAD

Al di là del boost dato al disavanzo, con possibili ripercussioni sulla stabilità dei conti pubblici e sul già elevato livello di indebitamento, la sensazione è che i mercati abbiano visto nella manovra un guanto di sfida lanciato dal governo a Bruxelles.

 

Così pericoloso da minacciare perfino l' esistenza dell' euro. Il Financial Times faceva per l' appunto notare ieri come la Commissione europea sia preoccupata dal fatto che un' esplosione del nostro debito possa creare tra gli investitori internazionali un effetto contagio tale da far perdere la fiducia nella zona euro e, cosa ancora più importante, nelle emissioni governative dei Paesi membri.

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

 

Gli analisti di Commerzbank mettono inoltre il dito su un altro punto dolente: l' indebolimento di Tria, l' accademico prestato alla politica che sembrava in grado di calmierare le spinte al deficit spending di Lega e M5s, porta gli investitori a cambiare la percezione del rischio-Italia. Tanto più che sul nostro Paese incombono i «verdetti» sul rating che arriveranno, in ottobre, da Moody' s, Standard&Poor' s e Fitch.

 

In caso di declassamento, il livello di affidabilità dell' Italia si avvicinerebbe pericolosamente al livello junk (spazzatura), al momento distante di soli due gradini. Altra benzina per incendiare i mercati.

matteo salvini luigi di maioSALVINI DI MAIO FLINSTONESSALVINI DI MAIO

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...