sarkozy

FRANCIA NEL SARKO-FAGO - ESCE DI SCENA SARKOZY, ABBANDONATO DA QUELLA FRANCIA CHE PER TUTTA LA VITA AVEVA INSEGUITO SINO A SEDURLA - ALL’AMICO DI BOLLORE' RESTA SOLO CARLA BRUNI: “BRAVO MON AMOUR, SONO FIERA DI TE. A VOLTE ANCHE I MIGLIORI PERDONO”

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

 

CARLA BRUNI INSTAGRAMCARLA BRUNI INSTAGRAM

«I francesi non mi vogliono più». Giscard se lo disse da solo, rinunciando a candidarsi all' Eliseo dopo averlo perduto. Sarkozy ha voluto sentirselo dire dai francesi. E la loro voce non poteva essere più chiara. «La politica è come una droga. L' ago va estratto un poco alla volta», disse ai giornalisti alla vigilia delle elezioni del 2012, mimando una siringa attaccata al braccio.

 

Il presidente si preparava a cedere il trono a un uomo che non stimava: François Hollande. Cagnaccio da campagna elettorale, rimontò negli ultimi giorni, ma non abbastanza. La notte della sconfitta Sarkozy annunciò di voler tornare «uno di voi», «francese tra i francesi», con la mano sul cuore, come un attore consumato che prende congedo dal suo pubblico. Il giorno dopo riunì i collaboratori e annunciò il ritiro dalla politica. Si disse appagato; in realtà era roso dal rimpianto.

SARKOZY CARLA BRUNISARKOZY CARLA BRUNI

 

Non aver lasciato un monumento che lo ricordasse, come il Centre Pompidou, la Piramide del Louvre voluta da Mitterrand, il Museo inaugurato da Chirac all' ombra della Tour Eiffel. Ed essere stato lasciato da due donne in pochi anni: Cécilia, la moglie amatissima, sostituita in corsa con Carla Bruni; e la Francia stessa, che per tutta la vita aveva inseguito sino a sedurla.

 

FILLON SARKOZY JUPPEFILLON SARKOZY JUPPE

Perché, ora che esce di scena davvero, denigrarlo è facile; ma di Sarkozy la Francia si era davvero infatuata. La sua non fu una vittoria di risulta, come quella di Hollande, e come quella che si profila per Fillon nella primavera 2017 contro lo spauracchio Marine Le Pen; fu una vittoria di sfondamento, all' insegna della rottura.

 

Metà Paese detestava il suo stile volgare, il suo linguaggio sboccato, la sua agitazione perenne, la sua passione per il denaro. Ma l' altra metà non vedeva l' ora di trovare un leader capace di dire che il mitico Maggio 68 era stato un disastro, che le élites uscite dalla mitica «Ena» stavano tradendo il popolo, che l' immigrazione di massa avrebbe confuso l' identità nazionale, che il profitto non era peccato e lo Stato costava troppo.

Poi c' erano i ricchi, quelli veri. Che con il potere si mettono d' accordo sempre; figurarsi con uno come lui.

SARKOZY JUPPE FILLONSARKOZY JUPPE FILLON

 

La notte della vittoria - 6 maggio 2007 - il nuovo presidente cantò la Marsigliese con Mireille Mathieu in place de la Concorde. «Io amo la Francia come si amano le persone care, che ci hanno dato tutto; è tempo per me di dare tutto alla Francia» disse con chiara metafora amorosa.

 

Poi si spostò sugli Champs-Elysées, in un locale per texani e sceicchi, con tanto di genitivo sassone, prenotato per un ricevimento imperiale: Fouquet' s. (Con Marina Valensise del Foglio ci presentammo all' ingresso. Ovviamente non fummo ammessi, ma ci consentirono di restare in un angolo, tipo poveri dickensiani, per seguire l' arrivo degli invitati). A celebrare Sarkozy venne tutta la Francia che conta: Bernard Arnault, Martin Bouygues, Serge Dassault; pure Jean Réno, l' attore, e Johnny Hallyday, il cantante. Molti cominciarono a mugugnare.

 

Il giorno dopo, il presidente sparì. Si sparse la voce che per «abitare la funzione», cioè prepararsi al compito, si fosse ritirato in convento.

 

FILLON SARKOZY JUPPE FILLON SARKOZY JUPPE

La delusione fu grande quando sulle copertine dei rotocalchi comparvero le sue foto in costume da bagno sullo yacht di Bolloré - 60 metri -, al largo di Malta. «L' ho fatto per salvare il mio matrimonio» si giustificherà. Invano: Cécilia lo abbandona. Lui rende pubblica la nuova storia con Carla facendosi fotografare a Disneyland Paris. Con la Bruni si innamora di Sarkozy pure la destra italiana, con intensità forse ingenua; salvo rinnegarlo quando riderà di Berlusconi accanto alla Merkel.

 

L' amore tra il presidente e i francesi dura ancora meno. Perché la rottura, invocata a parole, nella realtà i francesi non la vogliono. Troppo legati a uno Stato costoso ma protettivo, a un sistema sociale rigido ma avvolgente. La Francia dimostra di non saper più rischiare né soffrire; anche per questo, si ritroverà a rischiare e a soffrire moltissimo.

Su Sarkozy cominciano le inchieste giudiziarie, che si intensificano quando deve lasciare l' Eliseo.

 

I magistrati lo accusano di aver subornato l' anziana miliardaria Liliane Bettencourt per estorcerle denari, e di aver munto pure il povero Gheddafi, prima di bombardarlo. I sospetti più gravi cadono, ma siccome nessun uomo è grande per il suo intercettatore emergono dettagli scabrosi: un linguaggio tipo Nixon; un atteggiamento intimidatorio; e la presenza di una talpa tra i giudici, che gli passava notizie in cambio della promessa di un trasferimento a Monaco.

JUPPE SARKOZY FILLON JUPPE SARKOZY FILLON

 

Un altro si sarebbe arreso. Sarkozy prepara il ritorno. Va ai concerti della moglie, si siede in incognito nel buio della platea, si fa inquadrare verso la fine da un riflettore; scoppia sempre l' applauso. Scrive un libro: «La Francia per la vita». Si riprende il partito e gli cambia il nome: i Repubblicani, come in America. Ingaggia una logorante battaglia con il favorito dei sondaggi, Alain Juppé, considerato troppo vecchio, debole, centrista. E in effetti la base vuole un uomo più a destra; ma non vuole più lui.

 

L' ultimo intermediario arabo spunta giusto alla vigilia delle primarie, a raccontare di avergli portato 5 milioni da parte di Gheddafi in tre apposite valigie. Il sorpasso di François Fillon matura negli ultimi giorni: se non commetterà grandi errori, tra sei mesi dovrebbe diventare presidente. Sarkozy invita a sostenerlo: è l' ultimo atto della sua vita politica. Stavolta è finita sul serio.

 

SARKOZY JUPPE FILLON SARKOZY JUPPE FILLON

Anche Giscard, dopo la grande rinuncia, pubblicò un libro. Un romanzo: «Le passage», storia di un uomo che si innamora di una fanciulla, metafora della Francia, la possiede, la perde, e resta solo con la propria «pena infinita e torrenziale». Ci prese gusto e ne scrisse un secondo, «La princesse e le président», in cui immaginava di essere stato rieletto e di aver sedotto lady Diana; di fronte all' ira della moglie, Anne-Aymone Sauvage de Brantes, precisò che era solo fantasia.

 

Con Sarkozy svanisce la sua promessa impossibile: fare della Francia un Paese dinamico, forte, sicuro; guarirne il «grand malaise», la sensazione di non contare più nulla e di non essere più nulla. In tanti non avevano mai considerato davvero francese quell' outsider figlio di un esule ungherese, nipote di un ebreo greco, dal soprannome - Sarko - aspro come una malattia. Un piccoletto da un metro e 65 (Giscard è uno e 89, Chirac uno e 92). Uno che non beve vino e non mangia formaggi. Un incubo che si dissolve, per molti. Per qualcuno, l' ennesima occasione perduta.

NICOLAS SARKOZYNICOLAS SARKOZY

 

2. CARLA: «ANCHE I MIGLIORI PERDONO»

Dal Corriere della Sera

«Bravo mon amour, sono fiera di te. A volte anche i migliori perdono». Lo ha consolato così, su Instagram, con un messaggio che ha ricevuto oltre 6 mila like in poche ore. È il post di Carla Bruni, pubblicato sul suo profilo ufficiale, dopo la dura sconfitta elettorale del marito, Nicolas Sarkozy, uscito di scena nel primo turno delle primarie di domenica in Francia. In allegato, una foto color seppia dell' ex presidente e tre emoticon tra cui un cuore rosso.

sarkozy bruni a londrasarkozy bruni a londra

 

NICOLAS SARKOZYNICOLAS SARKOZYNICOLAS SARKOZYNICOLAS SARKOZY

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...