savater catalogna

NO MAS! - IL FILOSOFO SAVATER: ''IL VOTO IN CATALOGNA? ELEZIONI REGIONALI TRASFORMATE IN MODO FRAUDOLENTO IN UN REFERENDUM SULL’INDIPENDENZA - L’OPZIONE SEPARATISTA NATA PER COPRIRE GLI SCANDALI DEL LEADER NAZIONALISTA PUJOL''

CATALOGNA SOSTENITORI MAS 1CATALOGNA SOSTENITORI MAS 1

Alessandro Oppes per “la Repubblica”

 

Dicano pure quello che vogliono, però quale che sia il risultato, si tratta di normali elezioni regionali trasformate in modo fraudolento in una sorta di referendum. Il filosofo Fernando Savater, attivo da sempre nel combattere ogni tipo di nazionalismo, a cominciare da quello che nel suo Paese Basco sfociò nella barbarie terroristica dell’Eta, non ci sta a fare concessioni al fronte vittorioso di Artur Mas.

Professor Savater, a questo punto cosa succede?
Il fatto che la vittoria di Junts pel S' in una consultazione elettorale che legalmente doveva servire solo per rinnovare il Parlamento regionale venga interpretato come un avallo alle loro aspirazioni indipendentiste, è un qualcosa che non posso accettare.

 

SAVATERSAVATER

Però il fatto di aver ottenuto un' ampia maggioranza, unito all' altissima affluenza alle urne, non potrebbe dare al governo catalano una maggiore forza per avviare un negoziato con Madrid?
Il governo centrale può negoziare ciò che gli è permesso dalle leggi. Non può trattare né sulla dissoluzione del paese né sul fatto che una parte dei cittadini perdano la loro cittadinanza. La cittadinanza è mia, non è del governo. Può al limite discutere su eventuali concessioni di carattere amministrativo che riguardano l’autonomia regionale.

 

CATALOGNACATALOGNA

Non pensa che ci si dovrebbe comunque attendere una proposta di qualche tipo da parte di Rajoy, fermo da tempo sulla linea della politica del muro contro muro?
A questo punto, forse dovremo aspettare le prossime elezioni legislative di dicembre, e vedere se sarà lui o qualcun altro a dover instaurare una fase di dialogo. Io non accetto che esistano questi cittadini catalani di cui si parla: questo una regione che fa parte dell’amministrazione dello Stato spagnolo, e quelli che hanno votato sono cittadini spagnoli residenti in Catalogna e non altro.

 

Non credo a un popolo catalano più o meno mitologico, non mi pare debbano avere diritti speciali, diversi rispetto a quelli del resto della popolazione spagnola. Culturalmente hanno una loro specificità, ma politicamente no.

CATALOGNACATALOGNA

 

Ma, conoscendo un po' il percorso politico di Artur Mas, pensa che possa puntare già alla rottura definitiva, o che invece esistano margini perché si possa tornare indietro?
É difficile dirlo, perché Mas ha cambiato idea tante volte, fino a convertirsi in tempi recenti all’indipendentismo. Ma per me fa lo stesso, perché non credo che nessuno abbia il diritto di violare la legalità vigente.

 

Crede che il governo Rajoy abbia la capacità di far fronte alla sfida, ora che i separatisti si sentono molto forti?
Il governo dovrebbe servire per questo: per affrontare le sfide, per quanto complicate possano essere. Così come ha fatto fronte a situazioni particolarmente delicate come è stato ad esempio il terrorismo. Altrimenti, visto che fra tre mesi si vota per le legislative, bisognerà scegliere un esecutivo che sia in condizioni di risolvere i problemi.

CATALOGNA SOSTENITORI MASCATALOGNA SOSTENITORI MAS

 

Fino a pochi anni fa, il centro della sfida nazionalista al potere centrale era localizzato nel Paese Basco. Perché all' improvviso si è spostato verso la Catalogna?
« É successo con l’inizio della crisi economica e quando sono cominciati a emergere gravi casi di corruzione in Catalogna. Quando le cose andavano bene e non c’erano scandali in vista, l’indipendentismo in Catalogna era una questione quasi folcloristica. Poi è arrivata la recessione, il governo Mas ha messo in pratica drastici tagli allo stato sociale e, al tempo stesso, il leader storico dei nazionalisti Jordi Pujol è stato travolto da uno scandalo monumentale. L’opzione separatista è emersa per tappare tutto questo.

 

Dovrà ammettere però che non è stata solo una mossa strategica di Mas: moltissima gente si è unita alla causa.
Sì, questo è vero. Per i catalani sono sette milioni. E poniamo pure che fossero tutti indipendentisti, cosa che ovviamente non è vera: non potranno mai imporre la loro volontà a 40 milioni di spagnoli.

 

Perché non piacciono ai catalani le "terze vie", le soluzioni di compromesso?
Un po’ perché la propaganda a senso unico dei mezzi d’informazione pubblici non lascia spazio ai discorsi alternativi. E poi la terza via non si è mai capito bene che cosa sia. I socialisti, che la propongono, non l’hanno spiegata né bene né male, non l’hanno proprio spiegata. Figuriamoci se la possono capire gli elettori. (a.op.)

SAVATER CATALOGNASAVATER CATALOGNA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…