50 SFUMATURE DI ‘HOTLANDE’ - DALLA MAFIA CORSA AI SERVIZI SEGRETI: LO SCANNATOIO DEI MISTERI E L’OMBRA DELLA TRAPPOLA AL MIELE – MA ‘LE PRESIDENT’ HA LASCIATO INCUSTODITA LA VALIGETTA NUCLEARE?

Anais Ginori per "la Repubblica"

«Non ho niente da dire, il contratto d'affitto di quell'appartamento non è a nome mio, e sono pronto a querelare chi continuerà a tirarmi in ballo». Clic. Michel Ferracci tronca la telefonata. Protagonista della serie televisiva Mafiosa, l'attore è stato condannato a 18 mesi di carcere con condizionale nel processo per la bisca di lusso "Cercle Wagram", collegata alla gang corsa Brise de Mer. «Sono solo un attore, non un delinquente» aggiunge Ferracci, il cui nome è sul cassetta della posta e sull'utenza telefonica del 20 rue du Cirque, l'alcova usata da François Hollande e Julie Gayet.

L'appartamento risulta intestato all'ex moglie di Ferracci, Emmanuelle Hauck, amica e collega di Gayet. La coppia si è separata sei anni fa. Hauck si è poi risposata con François Masini, personaggio noto nella criminalità corsa, ucciso nel maggio scorso durante un regolamento di conti. Hauck è anche amica della vedova Richard Casanova, fondatore di Brise de Mer. Per smentire la svolta noir della love story presidenziale è dovuto intervenire ieri l'ex marito di Gayet, lo scrittore e sceneggiatore Santiago Amigorena. «Gayet - ha detto - non ha alcun legame con la criminalità organizzata corsa».

Sono soltanto coincidenze, per quanto spiacevoli, giurano all'Eliseo. Come minimo, il presidente ha peccato d'ingenuità, fidandosi delle amicizie della sua nuova fiamma. È solo uno dei tanti misteri intorno alla casa di rue du Cirque, 100 metri quadrati al quarto piano di un elegante palazzo. Un'alcova strategica, a cento metri dall'Eliseo, che secondo
Valeur Actuelles sarebbe stata frequentata in passato anche dall'ex presidente Jacques Chirac.

Il settimanale di destra ha tirato in ballo uno dei «nomi grossi del Cac 40», l'indice borsistico francese. Secondo alcuni media si tratterebbe del magnate François Pinault, grande amico di Chirac. A complicare le cose, Pinault, appassionato di arte, è azionista della società di produzione di Gayet, "Amarante International".

Un'altra insinuazione pesante per il "nemico dei padroni", quel Presidente socialista che aveva promesso di voltare pagina con gli scambi di favori tra politica ed élite economica. Pinault ha inviato una smentita a tutti i giornali, mentre il vero proprietario è uscito ieri allo scoperto. È un ex commerciante, Jean-Pierre Discazeau, 71 anni, oggi pensionato a Biarritz. «Ho abitato in quella casa dal 1962 al 2003» ha raccontato Discazeau. «Non ho mai avuto problemi con la mia inquilina» ha aggiunto a proposito di Emmanuelle Hauck che ha vissuto nell'appartamento con i due figli avuti da Ferracci.

Inseguendo le tesi complottistiche si finisce davanti al portone azzurro dove il 30 dicembre scorso è entrato Hollande indossando il casco. Il palazzo è in uno dei quartieri più sicuri di Francia. Tra l'Eliseo e place Beauvau, sede del ministero dell'Interno.

«Da me vengono a prendere il caffè i poliziotti quando finiscono il turno» racconta il padrone del bistrot all'angolo della strada. C'è la più alta densità di forze dell'ordine per metro quadrato. Possibile che il presidente frequentasse segretamente la sua alcova passando davvero inosservato? Nonostante le precauzioni, un giro dell'oca tra macchina presidenziale e scooter per percorrere appena 130 metri, è difficile immaginare che nessuno fosse al corrente delle scappatelle segrete di Hollande.

Mentre non mancano sul web le domande su un presidente con il motorino che lascia incustodita la valigetta nucleare, l'interrogativo più evidente è sulla clamorosa falla nella sicurezza intorno al capo di Stato. «Avrei potuto uccidere tranquillamente il presidente» racconta Sébastien Valiela, il paparazzo che ha firmato il servizio di Closer.

Il fotografo ha affittato un appartamento di fronte al 20 rue du Cirque per fare il suo scoop. «Non c'era praticamente sicurezza» ricorda. Hollande veniva depositato dalla sua guardia del corpo, dopo un semplice controllo della strada e del palazzo. Poi veniva lasciato solo per la notte, in un condominio chic ma non per questo al riparo da rischi.

«La sicurezza del presidente non è mai stata minacciata» ha risposto a Le Monde il ministro dell'Interno, Manuel Valls, uomo più popolare del governo e al centro di altre insinuazioni su una "trappola al miele" tesa a Hollande. Il Gspr (groupe de sécurité de la la Présidence de la République) è autonomo dal ministero, ha ricordato Valls. Ma intanto l'attuale dirigente del Gspr, Sophie Hatt, è già stata convocata a place Beauvau per dare conto dell'accaduto. Forse sarà lei la prima a pagare a in questa storia ancora tutta da chiarire.

 

JULIE GAYEThollande-gayet-trierweilerHOLLANDE-GAYET: IL SITO CENSURATO DI "CLOSER"HOLLANDE-GAYETIL MINISTRO DEGLI INTERNI FRANCESE MANUEL VALLS francois pinault salma hayek kate moss jamie hince fashion week paris

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...