zelensky donald trump vladimir putin

E SE L’ULTIMO TASSELLO PRIMA DELLA PACE FOSSE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY? - L’AGENZIA DI STAMPA RUSSA, TASS, SOSTIENE CHE IL DIPARTIMENTO DI STATO AMERICANO LAVORA PER ORGANIZZARE LE ELEZIONI UCRAINE CON L’OBIETTIVO DI SOSTITUIRE IL “PRESUNTUOSO” ZELENSKY - DA KIEV SMENTISCONO: “E’ LA SOLITA DISINFORMAZIA DELLA DITTATURA DI PUTIN” - MA A WASHINGTON NON VEDONO L’ORA DI CHIUDERE IL CONFLITTO E IL FIGLIO DI TRUMP, DONALD JR, HA POSTATO SUI SOCIAL UNA FOTO DI ZELENSKY CON LA DIDASCALIA: “MANCANO 38 GIORNI ALLA PERDITA DELLA TUA PAGHETTA” (CON RIFERIMENTO AL 17 DICEMBRE, QUANDO I GRANDI ELETTORI IN USA SI RIUNIRANNO PER ESPRIMERE IL LORO VOTO PER IL PRESIDENTE ELETTO) - IL MANDATO DI ZELENSKY E’ SCADUTO A MAGGIO E NON SI VOTERA' FINCHE' LA GUERRA E' IN CORSO

Trump e Putin

Estratto dell’articolo di L.Cr. per il “Corriere della Sera”

 

Davvero il dipartimento di Stato americano starebbe lavorando per organizzare le elezioni ucraine al fine di sostituire il «presuntuoso» Volodymyr Zelensky? Lo sostiene da Mosca l’agenzia di stampa russa Tass citando il Servizio dell’intelligence estera. Vista da Kiev la notizia appare semplicemente ridicola.

 

donald trump volodymyr zelensky

Non ne parla nessun politico, neppure i più critici del presidente, e non si trova alcun accenno in proposito sui media locali. «Pura propaganda, la solita disinformazia della dittatura di Putin», si limitano a commentare ufficiosamente i portavoce di rango più basso, […] C’è da aggiungere che il figlio di Trump ha postato sui social una foto di Zelensky con la didascalia: «Pov, punto di vista: mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta».

 

volodymyr zelensky donald trump

Un’ambigua provocazione? I 38 giorni potrebbero riferirsi al 17 dicembre, quando i grandi elettori in Usa si riuniranno per esprimere il loro voto per il presidente e il suo vice in base ai risultati del 5 novembre. […] Quanto alla questione delle elezioni, la posizione ufficiale ucraina non è mai cambiata dall’entrata in vigore della legge marziale promulgata dal presidente nel primo giorno dell’invasione russa il 24 febbraio 2022. Un passo ritenuto legittimo dalle forze politiche locali e contemplato dalle convenzioni internazionali […]

 

Trump e Putin

[…] Zelensky ha l’autorità di bloccare il normale gioco democratico e la tenuta delle elezioni sino alla fine della guerra. Nessun leader dell’opposizione o partito politico ha mai protestato sino ad oggi. In Ucraina resta solido il consenso per cui si voterà appena dopo la fine della guerra e lo stesso Zelensky lo ha ripetuto più volte durante gli ultimi quasi 1.000 giorni di crisi militare.

 

Lo scorso 25 ottobre il capo dell’ufficio presidenziale e uomo forte dell’esecutivo, Andriy Yermak, nella sua intervista al Corriere si è dilungato nell’argomentare […] «Il processo elettorale è soltanto momentaneamente sospeso, certo non annullato. L’Ucraina era e resta un Paese democratico deciso ad entrare in Europa […] Ma i motivi del rinvio delle elezioni sono evidenti per almeno tre ragioni. In primo luogo, la libera competizione politica rischia di dividere il Paese in un momento in cui serve invece la coesione interna per fare fronte all’aggressione.

volodymyr zelensky donald trump

 

Secondo: la popolazione nei territori occupati non potrebbe avere accesso alle urne e la cosa sembrerebbe legittimare l’abuso russo. E anche i soldati al fronte avrebbero enormi difficoltà nell’esercitare il loro diritto. Terzo: milioni di nostri concittadini sono profughi all’estero e torneranno solo dopo la fine del conflitto».

 

C’è da aggiungere che gli ultimi sondaggi danno la popolarità di Zelensky al 59 per cento, in forte diminuzione rispetto al 90 nei primi giorni del conflitto. Secondo alcuni rilevamenti dell’Università di Leopoli, potrebbe essere addirittura scesa tra il 40 e 30 per cento. Parecchi commentatori fanno il paragone con Churchill, che condusse l’Inghilterra alla vittoria contro il nazismo, ma venne sconfitto alle urne appena dopo la fine della guerra.

volodymyr zelensky donald trump

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...