1. HA VINTO IL RE, VIVA IL RE! SE OGGI IL GOVERNINO DI LETTANIPOTE SOPRAVVIVE ALLA CACCIATA DEL CAINANO IL “MERITO” È SOLO DI RE GIORGIO, CHE TRA UN BUFFETTO A LUPI, UNA CAREZZA A QUAGLIARIELLO E UNA STAMPELLINA AL KAZAKO ALFANEYEV, HA SFILATO AL BANANA MEZZO PARTITO. O QUEL CHE SERVE A TENERE IN VITA LE LARGHE INTESE 2. LA SI POTREBBE DEFINIRE UN’OPERAZIONE DI TRASFORMISMO ALLO STATO PURO (GLI ALFANOIDI CHE SALUTANO IL PADRONE DI HARDCORE E FONDANO NUOVI GRUPPI PARLAMENTARI), INNESCATA SU UN ALTRO CAPOLAVORO TRASFORMISTA COME QUELLO DI PARTITI RIVALI CHE DOPO IL VOTO SI METTONO INSIEME PER TENERE FUORI DALLA PORTA I BARBARI GRILLINI. MA IN ITALIA I GIORNALONI DI LOR SIGNORI NON CHIAMANO PIÙ LE COSE CON IL LORO NOME. TUTTAVIA, SANNO BENISSIMO CHE IL REGISTA DI TUTTO CIÒ È NAPO ORSO CAPO E SE OGGI NON GLI RENDONO IL GIUSTO ONORE È SOLO IN OSSEQUIO AL CODICE NAPOLITANO. QUELLO CHE PRESCRIVE VITTORIE SILENZIOSE E ORDINATE

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - HA VINTO IL RE, VIVA IL RE
Si è mosso per tempo, ha programmato ogni singola giocata, e oggi può dire di aver vinto la partita. Si tende a darlo per acquisito, ma se oggi il governino di Lettanipote sopravvive alla cacciata del Cainano il "merito" è solo di Re Giorgio, che tra un buffetto a Lupi, una carezza a Quagliariello e una stampellina al kazako Alfaneyev, ha sfilato al Banana mezzo partito. O quantomeno, quel che serve a tenere in vita le Larghe intese.

La si potrebbe definire un'operazione di trasformismo allo stato puro (gli Alfanoidi che salutano il Padrone di Hardcore e fondano nuovi gruppi parlamentari), innescata su un altro capolavoro trasformista come quello di partiti rivali che dopo il voto si mettono insieme per tenere fuori dalla porta i barbari grillini. Ma in Italia i giornaloni di Lor signori non chiamano più le cose con il loro nome. Tuttavia, sanno benissimo che il regista di tutto ciò è Napo Orso Capo e se oggi non gli rendono il giusto onore è solo in ossequio al codice Napolitano. Quello che prescrive vittorie silenziose e ordinate.

Il nuovo stato delle cose, però, emerge chiaramente sulla prima pagina del Corazziere della Sera: "Nuova maggioranza, senza Berlusconi". Un esempio perfetto di titolo puramente descrittivo. A fianco, nell'editoriale affidato a Pierluigi Battista si sostiene che con l'addio di Forza Italia al governino "da oggi la democrazia italiana vive nella tenaglia di due forze, l'altra sono i Cinque Stelle di Grillo, che rifiutano ogni collaborazione". Sono i nuovi nemici pubblici, par di capire. Quelli che da domani saranno bastonati insieme in nome della Stabilità e della Sacra Moneta Unica. Mentre per gli aspetti "tecnico-giuridici", Aspenio Letta sale da Re Giorgio e riceve la linea: "Né dimissioni né rimpasto" (Corriere, p. 2). Amen.

La Repubblica dei renziani esulta per la Nano Decadence, ma non fa tanti sconti ad Aspenio Letta: "Fiducia al governo sulla manovra. Il Letta-Alfano supera la verifica ma è bufera su Saccomanni. Coperture, scontro in maggioranza. Misure approvate con 171 sì e 135 no". "L'altolà del premier al rimpasto: ‘Adesso posso arrivare al 2015'. Ma scatta l'emergenza a Palazzo Madama: numeri risicati" (pp. 6-7).

La Stampa dei Lingotti in fuga prende atto con soddisfazione che "Napolitano blinda Letta" (p. 3), ma fa i conti sul dopo primarie del Pd: "Renzi ipoteca il futuro del governo. In Senato cambiano i numeri e il sindaco è convinto che Alfano dovrà accettare le condizioni del ‘nuovo' Pd. A Palazzo Madama maggioranza risicata di soli sette voti: e i renziani sono dieci" (p. 9).

2 - NANO DECADENCE
Il giorno dopo lo show del Cavalier Patacconi su "Mister Gordon" e "Mister Agrama", il duo Ghedini-Coppi frena il più possibile, nel tentativo di salvare quel che resta delle rispettive facce. Il Corriere registra l'imbarazzante faccenda: "Legali cauti: revisione? Da valutare. ‘Nessun complotto dal Colle. Con Gordon solo una photo opportunity" (p. 8). Mentre la Procura di Napoli fa un comunicato per smentire che Valterino Lavitola stia collaborando con la giustizia. Finalmente una buona notizia per il Banana assediato.

Ma le cattive notizie sono tutto il resto, a cominciare da quelle che filtrano sulla sua tenuta psico-fisica. Repubblica infierisce: "La notte più lunga del Cavaliere. ‘Giuro che tornerò a Palazzo Chigi'. Alterna depressione a euforia: ‘Dovrò portare vassoi nelle mense'. L'unico sollievo la vittoria del Milan e la cena con i figli che lo hanno raggiunto a Palazzo Grazioli per incoraggiarlo" (p. 3). La Stampa disegna scenari da brivido: "Sul caso Ruby spunta l'ombra di un altro giudizio immediato. E Berlusconi teme l'arresto. Nuovi guai a Napoli e processo in arrivo a Bari: anche se non ci sono manette in vista il cumulo di pene potrebbe far scattare l'applicazione di misure cautelari entro il 2014" (p. 4).

Il Messaggero anticipa uno degli snodi-chiave della prossima primavera: "Silvio in campagna elettorale. Parola d'ordine: fuori dall'euro. Non crede a elezioni politiche a breve e punta sulle europee in chiave euroscettica. Sfida a Berlino. E già oggi potrebbe chiedere ai sottosegretari forzisti di lasciare l'esecutivo" (p. 5).

Straziante la prima pagina del Giornale intestato a Paolino Berluschino: "Gli illusi. Oggi cacciano dal Senato Berlusconi e credono di averlo fatto fuori. Troppe tasse, Forza Italia esce dal governo. E loro sperano di andare avanti...". Ci si commuove anche con il pezzo di Marcello Veneziani: "Niente sarà più come prima. Non restiamo inconsapevoli di fronte alla Storia. La crisi ci impedisce di capire che la giornata di oggi sarà ricordata nei libri di scuola" (p. 4). Veneziani e Sallustioni, invece, forse no.

3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Conti pubblici sempre in bilico e caccia ai soldi senza fone per Gelatina Saccomanni. "Nuova stretta sulle pensioni alte. Caos in Senato, ok nella notte. Sperimentazione sul reddito minimo, sale lo sconto Imu per le imprese". Intanto, "l'Ocse prevede precari a rischio povertà quando saranno anziani" (Stampa, p. 6). Ma va? Sul Messaggero di Calta-mattone, sempre guardia alta sulla casa: "Imposta più leggera ma c'è il rebus detrazioni. Per l'abitazione principale via l'Imu. Sulla Tasi decisive le scelte dei Comuni. Nel 2014 sarà del 30% la deducibilità degli immobili strumentali delle aziende" (p. 7). Sarà il solito gioco a scaricabarile.

4 - SIAMO SOLO UNO STATO DI NECESSITA'
L'aver comprato - come tutti - un bel pacco di titoli del debito pubblico italiano rischia di costare caro alle Generali. Repubblica attacca Standard& Poor's: "Mina S&P sul rating Generali. Mucchetti: ‘Manovra grave'. L'agenzia è pronta a declassare il Leone. L'ad Greco: ‘Molto sorpresi'. Nel mirino l'esposizione del gruppo sui Btp italiani alla luce dei nuovi stress test. Il presidente della commissione Industria: mossa simile a quella del 2011 della Deutsche" (p. 26). In trincea anche il Messaggero: "Rating, scivolone di S&P sulle Generali" (p. 17). Insomma, è allarme complotto. Ignorare le agenzie di rating, tuttavia, sarebbe una buona idea. Credergli non è obbligatorio.

5 - MA COME CANTANO GLI STORNELLI
"Ecco i manager e i politici corrotti con i fondi neri'. Gli appalti truccati legati a Finmeccanica". Sul Corriere (p. 20), Fiorenza Sarzanini tira fuori i verbali di Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato di Selex Service management, e di suo fratello Maurizio. Le inchieste delle procure di Roma e Napoli, affidate alla Guardia di Finanza, riguardano un presunto giro di tangenti pagate per il Sistri, il sistema satellitare di tracciabilità dei rifiuti costato oltre 400 milioni di euro e mai entrato in funzione. Nei verbali, spuntano i nomi dell'imprenditore Nicola Lobriglio, di un certo Giovanni Sabetti (che sarebbe legato all'ex senatore Sergio De Gregorio), della Italgo di Sergio Galbusera, di Lorenzo Borgogni, Luigi Bisignani e Luigi Pelaggi. E chi più ne ha più ne metta. Siamo a Napoli, del resto.

6 - ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA
Arrogance Profumo accelera sull'aumento di capitale della banca senese, con la scusa di evitare una nazionalizzazione il prossimo anno, e per la Fondazione controllata dal Piddimenoelle adesso sono cavoli amari. "Mps, via al maxi-aumento da 3 miliardi. L'assemblea straordinaria convocata per il 27 dicembre. Atteso per oggi il disco verde di Bruxelles al piano di ristrutturazione del gruppo. Operazione ‘blindata' da un consorzio di banche. Il titolo cade ancora in Borsa (-5,93%). La roulette russa dell'Ente sulla ricapitalizzazione. Le due opzioni: prendere tempo e ‘azzoppare' la banca oppure rischiare il default" (Sole 24 Ore, p. 1 di Finanza & Mercati).

Tutte da gustare le parole del sindaco piddino Bruno Valentini, funzionario del Montepaschi in aspettativa con un passato da sindacalista della Cgil del credito: "Siena non può assistere inerme a questa sorte di colpo di stato interno, per cui la banca si libera di un proprietario. Mi pare che si voglia trovare una soluzione solo finanziaria, in nome della quale si uccide il ruolo di guida equilibrata e responsabile della Fondazione". Qualcuno ha avvisato il compagno Valentini che la banca ha innanzitutto seri problemi "finanziari" e che quindi le soluzioni "solo finanziarie" non sono certo un'eresia? Se poi lui vuole proporre soluzioni politiche, culturali, sociali o umanitarie, faccia pure.

Repubblica intervista l'amato Profumo, per il quale "la ricapitalizzazione è l'unica strada per evitare nazionalizzazione e smembramento della banca". Il banchiere genovese schiva anche la domanda più insidiosa, quella sulla mancata partecipazione di Intesa e Unicredit al consorzio a 10 che si dividerà il rischio di questo aumento di capitale da 3 miliardi: "Intanto ritengo sia estremamente positivo l'aver formato un consorzio con 9 banche internazionali: un chiaro segnale di fiducia nel Paese, nel suo settore finanziario e nella stessa Mps. Quanto alle assenze, ogni azienda fa autonome scelte: io penso abbiano perso un'occasione" (p. 27).

7 - TELECOM-MEDIA
Ci mancava solo il temibile Antitrust brasiliano, che una divinità ispirata ha voluto si chiamasse "Cade", sulla strada della spagnolizzazione di Telecom Italia. Lo racconta Antonella Olivieri sul Sole: "Mina brasiliana sugli accordi Telco. L'aumento della quota Telefonica è incompatibile con gli impegni antitrust. Conclusa l'istruttoria del Cade, che raccomanda l'alienazione delle nuove azioni della holding sottoscritte dagli spagnoli". A questo punto la partita sudamericana su Tim Brasil "si complica, perché senza l'ok di tutte le autorità Telefonica non può diventare socio di riferimento di Telecom" (p. 32).

8 - FREE MARCHETT DA CINEMA
E' proprio un bel ragazzo quello che vi sorride oggi dalle pagine del Sole 24 Ore (la 35, per esattezza). Si tratta del nuovo "Chief executive officer" di Filmasters Events, società alla quale il giornale di Confindustria dedica ampio pezzo celebrativo. Dice il nuovo capo azienda che "il 2013 sarà un anno importante, con ricavi record nell'area degli eventi corporate".

"Presto una sede a Londra, dopo le basi a Rio de Janeiro e Madrid. Il forte presidio nell'area del Golfo: Dubai, Abu Dhabi, Riyad e Doha". E l'articolista ci informa che "nel 2013 Filmmaster Events ha prodotto eventi come il Calzedonia Summer Show (44 milioni di spettatori), il Centenario di Bnl, i festeggiamenti per il cinquantenario di Unipol". Bene, benissimo.

Ah, dimenticavamo. Il nuovo amministratore delegato si chiama Antonio Abete. A scanso di omonimie dovrebbe essere il figlio di Luigi, presidente di Bnl, gran patron di Cineccittà e amministratore delegato di Film Master Group, che a sua volta controlla Filmasters Events. Ma questo il Sole 24 non lo dice. Non si interrompe un'emozione.

colinward@autistici.org

 

MERKEL BERLUSCONI NAPOLITANO NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI napolitano renzi letta napolitano letta renzi Napolitano Maurizio Lupi ed Enrico Letta alfano napolitano coppi ghedini by fatto quotidiano de gregorio e lavitolaLavitola b d bdd ed c f a ASSICURAZIONI GENERALImario greco Lorenzo Borgogni MARIO MONTI E LORENZO BORGOGNI DAVID THORNE FRANCESCO PROFUMO CON LA MOGLIE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA alierta esce da palazzo chigi foto ansa ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA LUIGI BISIGNANI FOTO LA PRESSE

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