1. OGGI, CI ASSICURANO CHE ANCHE RENZIE ACCETTA DI VOTARE SOLO NEL 2015. VERO, PERÒ C’È UN PICCOLO PARTICOLARE: RE GIORGIO VUOLE CHE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE SIA FATTA ALL’INTERNO DEL TRIANGOLO LETTA, ALFANO E RENZIE, MENTRE AL CENTRO DOMINA IL GRANDE OCCHIO DI BELLA NAPOLI, ERGENDOSI DI FATTO A TUTORE DI ANGELINO 2. MENTRE MATTEUCCIO RENZI DICE CHE CI SI PUÒ PROVARE, MA SE POI NON FUNZIONA, LUI UNA LEGGE MAGGIORITARIA SE LA NEGOZIA DIRETTAMENTE CON GRILLO O BERLUSCONI 3. INSOMMA, ALLA FACCIA DELLA GRANDE ARMONIA OGGI AUSPICATA DAI GIORNALONI, SE RENZI VUOL ROMPERE E FAR CADERE IL GOVERNICCHIO SA PERFETTAMENTE COME FARE. BASTA METTERE SPALLE AL MURO ALFANAYEV PROPONENDO UN TETTO, PONIAMO, AL 5%

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - IL TRIANGOLO SI'!
Là dove prima c'era il nulla (Epifani, con rispetto parlando) ora c'è un principino che scalpita. E la politica italiana si ridisegna prontamente intorno a un triangolo che ai suoi vertici mostra Lettanipote, Alfanayev e Renzie, mentre al centro domina tutto il Grande Occhio di Bella Napoli. Il triangolo con l'occhio in mezzo. Scegliete voi tra la simbologia trinitaria medioevale e quella massonica.

Non è questo quello che conta. Conta invece che ieri, con l'incontro sul Colle più alto tra Re Giorgio e il Principino Matteo, è iniziato ufficialmente il percorso di attrazione verso la luce del Rottam'attore. Un'educazione alla Stabilità, nuova parola d'ordine del regime banco-centrico europeo, che prevede meno elezioni possibili, grandi convergenze al "centro" e taglio delle ali, tutte genericamente tacciate di populismo e/o fascismo.

Si presenta bene, il nuovo Triangolo: tre quarantenni con facce mediamente pulite, abilissimi a far dimenticare che sono in politica dai tempi della Dc. Solo che non sono un triangolo equilatero, perché la forza del ministro kazako è assai inferiore a quella degli altri due baldi giovani. Questione di numeri e questioni di tempi, visto che NCD è appena nato, ha poco "quid" e già alle Europee rischia un bagno di sangue. Ma i suoi voti in Parlamento servono a tenere a galla il governicchio creato dal Grande Occhio.

Oggi, ci assicurano che anche Renzie accetta di votare solo nel 2015. Vero, però c'è un piccolo particolare: Re Giorgio vuole che la nuova legge elettorale sia fatta all'interno del Triangolo, ergendosi di fatto a tutore di Angelino Jolie. Mentre il Principino dice che ci si può provare, ma se poi non funziona, lui una legge maggioritaria se la negozia direttamente con chi ci sta, Grillo o Berlusconi che sia. Insomma, alla faccia della Grande Armonia oggi auspicata dai giornaloni di Lor signori, se il neo segretario del Pd vuol rompere e far cadere il governo sa perfettamente come fare. Basta mettere spalle al muro Alfanayev proponendo un tetto, poniamo, al 5%.

2 - SPOSTANDO RENZIE SEMPRE PIU' IN LA'
Dunque Repubblica ci propina "Il patto di Renzi con il Quirinale. ‘Riforme nel 2014 e poi il voto'. Il leader vuole una legge elettorale di salvaguardia. E sfida Grillo. L'ipotesi di una soglia-premio al 40% per riuscire a convincere il Ncd all'intesa". "Il Pd: il dopo Porcellum alla Camera. No di Alfano e Sc" (p. 4). La Stampa dei Lingotti in fuga rispolvera lo stile di titolazione del Popolo di Nino Galloni: "Renzi un'ora con Napolitano. ‘Diffidenza decrescente'. ‘Credo vorrebbe andare al voto dopo il 2015, ma stabilità non è immobilismo" (p. 5). Insomma, siamo al Grande Boh!

Il Corriere racconta che Obama in persona personalmente avrebbe consigliato ad Aspenio Letta di "giocarsela in attacco" (p. 3). E sotto un titolo un po' fesso ("I tre giovani leader e la partita a scacchi su Strasburgo e tempi dell'esecutivo", p. 6), Francesco Verderami a un certo punto svela le strategie di Aspenio e Renzie: per la legge elettorale il segretario "punta su Grillo, consapevole che non pagherebbe dazio, visto che un pezzo dell'elettorato cinque stelle confina con il suo".

"Si capisce allora come mai Letta - nel suo discorso alle Camere per la fiducia abbia provveduto a bombardare quella linea di demarcazione, provocando scientemente lo scontro con i parlamentari M5S e il loro leader ‘eversivo': l'intento era far saltare quel business politico che rischia di minare la stabilità del suo governo".

3 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Paginone stellare del Corriere della Stabilità (p. 5) per illustrare al popolo "Il nuovo inizio del governo in sei mosse". Ecco gli slogan che scalderanno i nostri cuori in vista del Natale: "Ridare agli italiani la scelta degli eletti e abolire le Province"; Meno soldi ai partiti e spending review (anche per decreto)"; "Pronti 1,5 miliardi per dare ai giovani un'opportunità"; "Famiglie e imprese, gli obiettivi concreti del semestre europeo"; "Rilancio del turismo e a gennaio il bando ‘Cultura Capitale'"; "Dismissioni, la partecipazione dei lavoratori all'azionariato". In arrivo anche il Ministero della Felicità e un decreto che abbassa il colesterolo agli anziani.

4 - LE GRANDI DOMANDE DELLA VITA
E a proposito di provvedimenti del governo, qualcuno è in grado di spiegare alle nostre povere menti perché questa legge sugli stadi (Messaggero, p. 11) ha priorità su qualunque cosa? Persino su centrali elettriche e rigassificatori, per dire due tipi di opere ben più necessarie e sulle quali il lobbismo non si spreca di certo? Neanche lo Ieo di Milano ha avuto questa corsia preferenziale.

5 - TRE FORCONI, ME COJONI!
Con un certo ritardo, arriva la reazione di quel che resta dello Stato. "I forconi rilanciano: ‘Marcia su Roma'. La Procura indaga. Torino, i pm aprono un fascicolo per devastazione". Intanto "gli ambulanti riaprono i blocchi. ‘Basta, lavorare è un diritto'. I mercati riaprono: non possiamo continuare all'infinito" (Stampa, p. 6).

Illuminante l'intervista di Repubblica a Danilo Calvani, di Latina: "Il leader del movimento via sulla Jaguar. ‘Era di un amico, io sono un disperato. Non possiedo un'auto, ormai neanche più un'azienda. E sono sommerso dalle cartelle di Equitalia". Ha preso tante multe con il trattore? No, "la mia azienda è finita all'asta, pignorata per 80 mila euro. Sono un imprenditore riempito di cartelle Equitalia per i contributi previdenziali non versati". Ah ecco, non pagava i contributi previdenziali. Allora cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: è un evasore fiscale e la sua impresa ha fatto concorrenza sleale a quelle che i contributi li versano.

Su Libero, nessuno tiene a bada la madama Repetti in Bondi, che confessa così: "Bisogna ascoltarli, la protesta dei Forconi è vicina alle posizioni di Berlusconi" (p. 6).

6 - MA FACCE RIDE!
Nicola Morra, senatore Cinque Stelle: "La nostra presenza ha evitato il ritorno della stella a cinque punte" (Repubblica, p. 3). Che è un po' come se la Santadechè dicesse che grazie a lei non abbiamo un nuovo Hitler in Parlamento.

7 - OCCUPY PIDDI', MA ANCHE NO
La calata di Renzie a Roma stimola vari pezzi più o meno adoranti che oggi vi risparmiamo. Interessante invece quello che racconta la Stampa: "Coppie gay e aborto, in Europa i renziani fanno perdere il Pse. Cinque assenti e sei astenuti, tutti dell'area del segretario" (p. 5). Complimenti vivissimi. E davvero penoso anche quanto si legge sul Cetriolo Quotidiano: "L'arrivo di Renzi non basta: i partiti salvano i rimborsi. La Finocchiaro (pd) annuncia l'ennesimo rinvio al 2014 della legge che dovrebbe cancellare il finanziamento pubblico alla politica" (p. 6).

Fa invece un po' tristezza, sulle colonne del Corriere, vedere la Bindi che chiede un posto alle Europee per il Mago Dalemix e tenta di sostenere che lei "non ha né vinto né perso" perché non si è schierata con nessuno dei tre candidati (p. 9).

8 - UN'ALTRA LEGGE AD BANANAM?
Saltato all'ultimo momento l'incontro ufficiale tra il Maxi Evasore di Arcore e i poveri tar-tassati dei Forconi, in Forza Italia ci si dedica alla specialità della casa: i provvedimenti per il signor padrone. L'ultimo è questo e lo racconta Liana Milella su Repubblica: "Niente carcere per chi ha 75 anni. Fi prepara norma salva-Berlusconi. Emendamento ad personam per azzerare le ipotesi di arresto". Il problema è capire come si comporteranno gli alfanoidi (p. 13). In questa ottica, magari bombardarli di meno sui giornali della Real Casa sarebbe una buona mossa.

9 - VERTICE STATO-MAFIA, MANCINO NEI GUAI
Cavoli amari per uno dei tanti statisti napoletani che ha retto il Viminale nella Prima Repubblica. "Brusca: ‘Totò Riina mi disse che il papello arrivò a Mancino'. Il pentito, durante l'udienza a Milano senza il pm Di Matteo, rivela che i vertici dello Stato erano pronti a esaudire le richieste per fermare le stragi. ‘Nel '92 dovevamo colpire Grasso, mettendo dell'esplosivo vicino alla casa della suocera. Poi ci fu un problema tecnico e desistemmo" (Cetriolo Quotidiano, p. 9).

10 - PASTICCIONE PT, POSTE E TELEGRAFI?
Notizie de paura sul Messaggero di Calta-riccone: "Piano per privatizzare le Poste e sullo sfondo spunta Telecom. Sulle indicazioni di Letta già scattati gli advisor che studiano diverse ipotesi. Il valore stimato è circa 10 miliardi. Molte le sinergie con il gruppo di tlc. L'esecutivo apre ai dipendenti nell'azionariato e Sarmi accelera. Possibile la cessione della maggioranza" (p. 9).

Riferisce Umberto Mancini che ci stanno lavorando "in gran segreto numerose banche d'affari, chiamate a rendere concreto il matrimonio tra Poste e Telecom. Con l'ambizioso obiettivo finale - a cui Palazzo Chigi tiene davvero - di creare un campione nazionale" (p. 9). Sì, un campione d'efficienza. E immaginiamo già le stesse grandi banche arrivare a giocare tre parti in commedia: creditrici di Telecom, azioniste di Telecom, advisor per la fusione con Poste, a sua volta loro pericoloso concorrente con Banco Posta.

11 - FREE MARCHETT CON GLI OCCHI A MANDORLA
Archiviati rapidamente i morti cinesi di Prato, Pechino torna a farci sorridere. "Le aziende tricolori alla conquista della Cina. Pechino punta ad aumentare i consumi interni e la classe media è in crescita. Grandi occasioni per chi vuole investire. Ecco il progetto UniCredit per guidare le imprese italiane alla scoperta di quel mercato". Questa la trovate su Libero (p. 27). Il mandante nel catenaccio ci piace sempre.

 

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