
“SE VEDO IL PERICOLO DI ESSERE ELETTO PAPA INIZIO A CORRERE E MI TROVANO IN SICILIA” – IL SALESIANO CRISTOBAL LOPEZ ROMERO IRONIZZA SU CHI LO DEFINISCE PAPABILE RICORDANDO LA RINUNCIA DI MICHEL PICCOLI IN “HABEMUS PAPAM” DI NANNI MORETTI - SPAGNOLO, ARCIVESCOVO IN MAROCCO, LOPEZ ROMERO È ENTRATO APPENA DODICENNE NELLA FAMIGLIA DI DON BOSCO (OGGI L’ORDINE RELIGIOSO PIÙ GRANDE DEL MONDO), VANTA UNA LUNGA ESPERIENZA IN AMERICA LATINA E PIACE ANCHE AGLI AFRICANI – “SE QUALCUNO TRA DI NOI DESIDERA ESSERE PAPA O STA MALE NELLA TESTA O STA MALE NEL CUORE PERCHÉ…” – VIDEO
Iacopo Scaramuzzi per la Repubblica - Estratti
«Se vedo il pericolo di essere eletto inizio a correre e mi trovano in Sicilia». Il cardinale Cristobal Lopez Romero, 72 anni, un sorriso largo sotto la barba bianca, si schermisce, ma il suo nome circola da tempo nel collegio cardinalizio, perché tiene insieme mondi e caratteri diversi. Europeo ma con una vasta esperienza in America latina e nord Africa, gioviale ma con una ottima capacità di governo, l’arcivescovo spagnolo di Rabat, in Marocco, potrebbe rilanciare lo spirito di Francesco, ma con la bonomia del salesiano.
Nato a maggio del 1952 a Vélez-Rubio, in Andalusia, Lopez Romero è entrato appena dodicenne nella famiglia di don Bosco, oggi l’ordine religioso più grande del mondo, ed è stato ordinato sacerdote a ventisette anni, nel 1979. Ha studiato filosofia, teologia e giornalismo, il suo primo impegno pastorale è stato a Barcellona con gli emarginati nel quartiere periferico La Verneda.
Nel 1984 è andato in Paraguay, dove è rimasto vent’anni lavorando come parroco, delegato per la pastorale giovanile, docente, superiore dei salesiani del Paese latino-americano. Nel 2003 si è trasferito in Marocco, a Kenitra, nel 2011 è tornato in America latina, fino al 2014, questa volta come superiore della comunità salesiana della Bolivia. Rientrato in Spagna per pochi anni, papa Francesco nel 2017 lo ha nominato arcivescovo di Rabat, la capitale del Marocco, e nel 2019 lo ha elevato alla dignità cardinalizia. Lopez Romero ha accolto Bergoglio in Marocco nel viaggio che il Papa ha compiuto nel 2019 nell’ottavo centenario dello storico incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil.
Nel paese del Maghreb, a maggioranza musulmana, il porporato spagnolo si è speso molto per impegnare la comunità minoritaria cattolica nel dialogo interreligioso con i musulmani.
Altro tema sul quale Lopez Romero si è fatto conoscere, la difesa dei poveri e dei migranti: «Le migrazioni non sono un problema ma la conseguenza di molti problemi», ha detto in un’intervista a Vatican Insider in occasione dell’incontro sul Mediterraneo che il Pontefice argentino ha voluto convocare a Bari nel 2020. «Povertà, guerre, carestie e cambiamenti climatici, un sistema economico che – come dice Papa Francesco – stritola interi popoli: questi sono i problemi che danno origine al fenomeno migratorio». E ancora: «Soffro molto quando, in Spagna, alcune persone, dopo aver partecipato alla celebrazione eucaristica, mi chiedono, con tono astioso, di non mandare più migranti dal Marocco. Io rispondo spiegando che le persone devono potersi spostare, ne hanno diritto e non sono io a mandarle. E poi mi domando: come è possibile andare a messa e non provare quasi alcuna compassione per uomini, donne e bambini che soffrono?».
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Stile informale, gran senso dell’umorismo, alle congregazioni generali molti guardano Lopez Romero con interesse: i cardinali dell’America Latina, subcontinente che lui conosce bene, e che dopo un Papa argentino difficilmente potranno sperare di eleggere di nuovo un Papa di quella zona; gli africani, che lo vedono come un ponte tra il loro continente e l’Europa, nonché diversi porporati europei. Lui scaccia il pensiero: «Se qualcuno tra di noi, nel fondo del suo cuore, desidera essere Papa o sta male nella testa, psicologicamente, o sta male nel cuore», ha detto al giornalista spagnolo Dario Menor Torres, «perché desidera un potere, un onore, un incarico che nessuno dovrebbe desiderare: un servizio che si fa solo se viene richiesto».