BERLUSCONI SI ALLEA CON IL QATAR – SEMPRE PIU’ CONCRETA L’IPOTESI DI UN INGRESSO DI AL JAZEERA NELLA PIATTAFORMA PER LE TV A PAGAMENTO DI MEDIASET - PIERSILVIO FRENA: “NON ABBIAMO FIRMATO NESSUN ACCORDO VINCOLANTE” (IN BALLO ANCHE LA FRANCESE VIVENDI)

Paola Pica per ‘Il Corriere della Sera'

Potrebbe essere la volta buona e i primi a crederci sono i mercati. L' ingresso dei capitali del Qatar, attraverso Al Jazeera, in una piattaforma europea della tv a pagamento controllata da Mediaset è oggi qualcosa di più di quella ipotesi che circola da mesi. Contatti e incontri al vertice dei gruppi televisivi si sono intensificati nelle ultime settimane, coinvolgendo anche Vivendi, l'editore multimediale francese quotato a Parigi e a Wall Street presente nella pay tv con Canal Plus.

Che la trattativa abbia almeno un'accelerazione, con la possibile apertura della «data room», è stato in qualche modo confermato da una nota con la quale, nell'ultimo fine settimana, la stessa Mediaset si è affrettata a chiarire come le valutazioni delle banche d'affari sul valore patrimoniale di Premium siano «ipotesi datate e divergenti effettuate senza avere accesso ai numeri reali».

Tra gli analisti di Jp Morgan che stimano a circa 800 milioni il valore della pay tv del gruppo Berlusconi e quelli di Mediobanca che lo ridimensionano fino a 300, Mediaset ha ricordato «il valore strategico dell'asset, cruciale nel mercato televisivo italiano per base clienti, fatturato e diritti che detiene», senza contare le sinergie internazionali.

Oltre a Italia e Francia, la partita europea della tv a pagamento vede coinvolta la Spagna e il suo operatore monopolista, Digital Plus, partecipato da Mediaset al 22%, una quota paritetica a quella in mano a Telefonica e minoritaria rispetto al 56% detenuto dal primo socio, Prisa . Anzi, il buon esito dell'accordo internazionale dipende anche e soprattutto da Madrid e dalla riorganizzazione delle attività spagnole di Mediaset.

Il Biscione aveva annunciato già lo scorso 18 dicembre il progetto di integrazione delle attività di Italia e Spagna nella pay tv in una newco aperta a partner industriali e finanziari. Una delle incognite è oggi rappresentata da Prisa e dalle scelte che farà nella tv. Il gruppo che pubblica il quotidiano «El Pais» è gravato da debiti per circa tre miliardi e ha già dato il via ad alcune cessioni, tra cui una quota di Mediaset Espana.

La nascita di un operatore multinazionale, con la leadership di mercato nell'Europa mediterranea sarebbe certo in grado contenere le mire espansive di Rupert Murdoch che, fin qui, non è mai riuscito a mettere piede nè in Francia, nè in Spagna. E tuttavia tra gli addetti ai lavori c'è chi assicura che la NewsCorp del tycoon australiano (con passaporto americano) si sia già fatta avanti per il nuovo veicolo europeo. Sarà solo una questione di prezzo?

In Italia il duello Sky (controllata di NewsCorp) e Mediaset è tra i più impegnativi. Di recente il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e Giuliano Adreani ha segnato un punto a favore con la conquista dei diritti di tutte le dirette delle partite, i gol, le immagini di Champions League 2015-2018. A metà maggio si apre l'asta per i diritti della Serie A, appuntamento al quale Mediaset potrebbe presentarsi già forte dell'accordo con Al Jazeera e Canal Plus, almeno secondo Piazza Aaffari che ieri ha accordato al titolo un altro rialzo dell'1,43%.

Qualche indicazione in più potrebbe arrivare oggi dall'assemblea dei soci convocata a Cologno Monzese per l'approvazione del bilancio che ha visto il ritorno all'utile nel 2003 e la «divisione» Premium cresceredel 6,6% a 552 milioni di ricavi.

2 - MEDIASET: PS BERLUSCONI, SU PAY-TV DIALOGHIAMO CON PIU' GRUPPI INTERNAZIONALI: 'NESSUN ACCORDO VINCOLANTE SIGLATO'
Radiocor - Per la pay-tv 'stiamo dialogando' con 'piu' gruppi internazionali' ma 'non c'e' nessun accordo vincolante siglato'. Lo ha affermato il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, a proposito del progetto di integrazione delle pay-tv e delle possibili partnership per Premium. 'Premium ha conquistato un'ottima posizione competitiva e sta suscitando interesse'. Per il vicepresidente l'ipotesi di un partner industriale 'e' qualcosa che guardiamo favorevolmente'. Poche parole invece sulla pay spagnola Digital+ di cui Mediaset Espana e' azionista di minoranza: 'Digital+ fa parte del progetto di sviluppo delle tv a pagamento - ha detto - Vediamo. Ad oggi e' una partecipazione di minoranza'.

 

SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI CORRONO mediaset premiumaljazeeraMiss Deng con il marito Rupert Murdoch jp morganLA SEDE DI MEDIOBANCA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...