VEDI DE LUCA E POI MUORI – IL TRIONFATORE DELLE PRIMARIE CAMPANE È UN MICIDIALE IMPASTO TRA TOTÒ E UN DUCE DI PROVINCIA – “MI HANNO CONDANNATO PER UNA QUESTIONE LINGUISTICA, IL MIO CASO È DIVERSO DA BERLUSCONI”

1.DE LUCA: NON SONO BERLUSCONI

Conchita Sannino per “la Repubblica

 

«Sarà una rivoluzione democratica. È cambiata un’epoca. Ed è finita anche quell’enorme quantità di imbecillità e luoghi comuni o di apocalittiche sentenze che si esercitano quando si parla di sud». Applausi, abbracci, gente che lo saluta. Vincenzo De Luca, sindaco ormai destituito di Salerno, tribuno del Palazzo di città per oltre venti anni, due volte parlamentare ed ex viceministro del governo Letta (mentre conservava anche il posto di primo cittadino, in violazione della legge) ce l’ha fatta.

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

Supera con il 52 per cento le tormentatissime primarie della Campania da cui persino i vertici nazionali gli avevano chiesto di astenersi. Ma le cose cambiano in fretta, dalle parti della vittoria: ora anche Lorenzo Guerini plaude al risultato.

 

«Chiamatemi non sindaco, ma emerito», scherza lui. Salerno era e resta ai suoi piedi (12mila voti contro i 400 di Cozzolino). La guida della Campania, stavolta, dopo la sconfitta di cinque anni fa, sempre contro Caldoro, potrebbe essere per lui a portata di mano. Sempre che qualcuno risolva il problema della legge Severino che vieta all’ex sindaco, se eletto, di insediarsi in Regione perché condannato in primo grado.

 

De Luca, partiamo da questo nodo. Non le crea imbarazzo avere un divieto che pesa sulla sua corsa come governatore? Lei può candidarsi. Ma resta ineleggibile.

«Io? L’imbarazzo è dei gruppi parlamentari. Risolvano loro i nodi che pone alcuni passaggi demenziali della legge. Devo rilevare che per la prima volta il vicesegretario Debora Serracchiani ha riconosciuto che c’è un problema e che va risolto. Bene. Mi auguro che non perdano un minuto di più per ripristinare il diritto e il rispetto per il voto dei cittadini».

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

Le leggi si rispettano: è un tema etico, della politica; e dell’applicazione delle norme, da parte dei politici.

«Io le regole le rispetto, e ho massima considerazione del lavoro dei magistrati. Qui stiamo discutendo di altro. Se una legge è fatta male, il problema non può essere il mio. Se c’è un groviglio, o una mostruosità giuridica, il problema lo risolva il legislatore. Quando, in seguito alla condanna di primo grado, che io ho avuto solo per una questione linguistica, perché invece di project manager dovevo scrivere “collaboratore” nel processo sui lavori del termovalorizzatore, io sono stato sospeso da sindaco, per effetto della legge Severino. Bene, ho fatto ricorso al Tar, com’è noto. E sa quanto tempo ci hanno messo i giudici amministrativi per reintegrarmi? Tre ore».

 

Ma immaginiamo che venisse eletto come governatore e un attimo dopo la giustizia le notificasse una sospensione, che cosa farebbe?

«Un minuto dopo ci sarà ricorso al Tar. Lo ribadisco a testa alta come sempre ho fatto contro tutti i tentativi di mummificare la vita politica e amministrativa dentro regole che hanno in sé evidenti violazioni costituzionali, o paradossi: e la battaglia contro la Severino è una battaglia di civiltà».

 

La Severino non può andar male se deve salvare De Luca e bene se condanna Berlusconi, anche se parliamo di situazioni processuali assolutamente diverse tra loro. Condivide?

ANDREA COZZOLINO - BASSOLINIANI ALLA RISCOSSAANDREA COZZOLINO - BASSOLINIANI ALLA RISCOSSA

«Non mi piace l’accostamento. Rispetto tutti. Ma Berlusconi è stato condannato per un reato fiscale in via definitiva. De Luca è stato condannato in primo grado per questione linguistica. Se Berlusconi ha da rivendicare una persecuzione politica, lo faccia. Ma non confondiamo le acque. Parliamo delle nostre vicende, e di questo bellissimo risultato di partecipazione ordinata e civile. E poi mi lasci ringraziare la segreteria nazionale ».

 

La segreteria nazionale? Quella che ha cercato vanamente di chiederle un passo indietro?

«No. Mi hanno chiesto di riflettere perché la mia posizione poteva essere strumentalizzata. Ma ho garantito che potevo andare avanti. Perciò voglio ringraziarli, ora, per aver dato la parola ai cittadini, anziché tenere le scelte rinchiuse nei gruppi. Hanno compiuto un atto di coraggio e di fiducia, verso il sud e la Campania».

 

Lo scrittore Saviano ha notato che sia lei sia Cozzolino apparteniate alla storia degli ultimi venti anni di una Campania disastrata. Cosa risponde?

«Il mio più grande leader spirituale indossa una veste bianca e dice parole limpide all’umanità, è Papa Francesco. Ho molto rispetto per Saviano, per i suoi atti di denuncia. Ma vengo da una scuola di pensiero e politica che non pensava solo al racconto apocalittico del male, che c’è , ed è tanto; ma che indicava e coltivava anche le risorse per combattere e vincere. Questo, prima che arrivassero sulla scena altri protagonisti».

 

 

2. TRA KAFKA E I FILM DI TOTO’

Filippo Ceccarelli per “la repubblica

 

TRA il processo di Kafka e Totò alle primarie, il super-vincitore del Pd Vincenzo De Luca rischia adesso di vincere anche le elezioni regionali e un minuto dopo tornarsene a casa per via della legge Severino.

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

De Luca è un tipo sanguigno e anche divertente da vedere su YouTube e da ascoltare alla radio. Forse lui stesso, che è un uomo colto, è il primo a saperlo e infatti non solo ci dà dentro sempre di più, ma come dice il voto di domenica questi show gli giovano pure.

 

Si tratta in ogni caso di un personaggio « cult », una rappresentazione evoluta di un populismo autoritario, o forse di un singolare plebeismo erudito e spettacolare, comunque dotato di una così fantastica inventiva polemica da aver generato veri e propri gruppi di ascolto, non solo nelle redazioni, dediti a condividere infinite volte i crudi numeri di De Luca sulla capigliatura di Casaleggio («un cane da pastore ») o sulla effettiva somiglianza del ministro Lupi alla «figlia di Fantozzi»; anche se taluni preferiscono esibizioni più ferme e contenute nel loro sdegno tipo la pubblica offerta di «Leocrema» a coloro i quali si sentissero da lui medesimo colpiti «nel delicato».

 

VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

A Salerno le performance dell’ex primo cittadino hanno assunto d’altra parte un notevole gradimento, per così dire, anche fra gli oppositori, e in questo senso le forme espressive della politica trovano un’inedita e ludica testimonianza nel sito e nella pagina Facebook di un gruppo di oppositori che si sono autobattezzati “Figli delle chiancarelle” e che postano filmati antologici, gallery, fotomontaggi, barzellette, giochi e perfino «Chiancanonymous» per segnalare ingiustizie, disservizi e sprechi municipali che possano fare riferimento al vincitore delle primarie contro tutti e contro tutti, ma al dunque impossibilitato a governare.

 

Il problema infatti - del resto comune a gran parte della estrosa classe dirigente di questo tempo un po’ dissennato - è che gli spettacoli non fanno innocente De Luca, tantomeno lo sollevano da quelle che con qualche pudore le cronache nazionali definiscono «le note e complesse vicende giudiziarie».

 

Queste sono in realtà davvero troppo complesse da potersi esaurire in un articolo, almeno per chi non sia il titolare di una cattedra di diritto penale e/o amministrativo. Basti pensare che il personaggio è stato dichiarato decaduto per due volte da due distinti organismi e per due vicende nell’arco di appena dieci giorni.

 

VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

Ma siccome, come si sarà compreso, De Luca è un mega campione di tigna e inoltre dispone di un team di avvocati che ha poco da invidiare a quello di altri protagonisti della vita pubblica italiana, non c’è pronunciamento che non si tiri appresso una formidabile e intrecciatissima sequela di notifiche, ricorsi, delibere, impugnazioni, protocolli, albi pretori e precedenti emessi dall’inesorabile Tar, dall’immancabile Authority e da tribunali di vario ordine e grado. In ogni caso una caterva di atti processuali che si precedono, si rincorrono e danzano l’uno con l’altro in un crescendo che contempla, e più di una volta, una formula dinanzi a cui il giurista s’inchina, ma di cui il potere di De Luca si alimenta.

 

Tale formula, riferita agli incarichi e un po’ anche ai traguardi, è la sospensione della sospensione. Cioè tutto accade, ma nulla avviene. E se pure la situazione è ad un passo dalla perdita del senso, a lungo il personaggio è potuto essere sindaco e al tempo stesso viceministro del governo Letta (ma senza delega, donde l’ira contro Lupi). Così come, pur essendo stato condannato in primo grado a un anno per via di un termovalorizzatore, e poi avendo avuto qualche problema con la Corte dei conti riguardo a un’assunzione, di fatto De Luca è rimasto lo stesso per un po’ nel municipio e in tv.

VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

 

Prima di dichiararsi, anche qui un caso più unico che raro, «orgoglioso nelle vesti di sindaco emerito». Con tale attribuzione ha dunque partecipato alle delicatissime primarie, evento su cui da Roma hanno spedito a vigilare un dirigente che si chiama Riccardo Tramontano.

 

Reati minimi, ma tali da aggrovigliare il tutto. L’altra potenziale tegola, sempre in vista delle prossime elezioni, ha a che fare con un rinvio a giudizio a proposito della gigantesca piazza, il Crescent, che De Luca sta facendo edificare su progetto dell’architetto catalano Bofil. Proprio qui, nella stagione lieta del potere trionfale e senza impicci, De Luca aveva previsto di farsi seppellire. Urna con ceneri, al centro, in faccia al mare, mausoleo dell’impossibile e del reale: tra Franz Kafka, Totò alle primarie del Pd e Paola Severino.

 

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