tom wolfe michele serra

SI FA PRESTO A DERIDERE I RADICAL CHIC - MICHELE SERRA RISPONDE A TOM WOLFE, CHE IN UN’INTERVISTA PUBBLICATA SU ‘REPUBBLICA’ DI FATTO FACEVA A PEZZI PROPRIO I LETTORI (E LE FIRME) DI ‘REPUBBLICA’: “AMMESSO E CONCESSO CHE I LIBERAL, PER I BIFOLCHI DELL' OHIO, ABBIANO FATTO POCO E MALE, CHE COSA FA, PER I BIFOLCHI DELL' OHIO, TOM WOLFE? LA SINISTRA AVEVA DEGLI OBIETTIVI. FORSE HA FALLITO MA…”

L'INTERVISTA A TOM WOLFE PUBBLICATA DA 'REPUBBLICA'

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quot-sinistra-ha-fallito-perche-ha-tradito-popolo-quot-tom-163965.htm

 

 

Michele Serra per la Repubblica

 

michele serra

In un' intervista pubblicata su Repubblica lo scrittore americano rivendicava la sua definizione di "ricchi di sinistra che hanno tradito il popolo" Ma che cosa fanno invece i ricchi di destra? Nella bella intervista di Alexandre Devecchio pubblicata qualche giorno fa su questo giornale, lo scrittore americano Tom Wolfe - icona del dandismo conservatore e acuto osservatore dei nostri tempi - ha buon gioco nella riproposizione, sempre brillante anche se un po' ripetitiva, del suo fortunato anatema socio-satirico, quello sui radical chic. Il precedente è arcinoto.

 

Wolfe coniò il termine quasi mezzo secolo fa (1970), in occasione di una festa, molto ben frequentata, che il grande compositore ebreo newyorchese Leonard Bernstein (quello, tra l' altro, di West Side Story) diede per raccogliere fondi in favore delle Pantere Nere, movimento marxista e terzomondista piuttosto tipico di quei tempi infiammati. Ricchi di sinistra, racconta Wolfe, che «offrono champagne a quelli che li impiccheranno». Non li impiccarono, poi (furono piuttosto parecchi leader e militanti di quei movimenti a finire male, tra galera, droghe, rapine "politiche" e derive di vario genere). Ma rimasero impiccati, Bernstein e i suoi amici artisti e intellettuali, alla spietata definizione di Wolfe.

TOM WOLFE

 

Il termine perse con il tempo ogni specifica mira contro le ristrette cerchie di ottimo censo e di facile radicalismo, per diventare generico dileggio di qualunque posizione politica che risulti irritante per il pensiero reazionario. Nella vulgata di destra è diventato "radical chic" tutto ciò che odora di solidarismo (è per lavarsi la coscienza!) o di amore per la cultura (è per umiliare la gente semplice!) e ovviamente di critica del populismo (è disprezzo per il popolo!). Più in generale, il termine è semplicemente perfetto per ridurre quel vasto e disorientato mondo detto "sinistra occidentale" a una ipocrita cricca di potenti con la puzza sotto il naso che hanno perduto ogni rapporto con "il popolo".

 

Lo hanno perduto?

Quantitativamente non del tutto, se è vero che Clinton ha avuto due milioni di voti più di Trump. Non solo il voto dei professori di Harvard, delle lesbiche del Village e degli "amanti dell' arte contemporanea", dunque: come, forse per sua comodità dialettica, sembra pensare Tom Wolfe.

 

Qualitativamente, invece, sì, quel rapporto appare profondamente compromesso: quanto basta a Wolfe per dire, avendo ragione, che i " rednecks dell' Ohio" (ovvero i bifolchi) non si sentono minimamente rappresentati dal partito democratico, e con essi quasi l' intera working class degli Stati Uniti, specie quella bianca, dunque esclusa dalle premure dei radical chic per le minoranze.

tom wolfe con la moglie sheila e i figli tommy e alexandra

 

La questione è nota e gigantesca, e non occorre qui tentare il (vano) riassunto di tutti i deficit di linguaggio, di identità e soprattutto di progetto che minacciano di affondare la sinistra occidentale. Importa, però, arricchire il dibattito di un ulteriore elemento, che a me sembra determinante, eppure è costantemente omesso.

 

L' elemento, ridotto all' osso, è questo: ammesso e concesso che i liberal, per i bifolchi dell' Ohio, abbiano fatto poco e male, che cosa fa, per i bifolchi dell' Ohio, Tom Wolfe? Ho la presunzione di conoscere la risposta: non fa assolutamente niente, e non perché sia malvagio o distratto, ma perché per la destra quella vera (quella scettica sulla natura umana, e sui destini della società) le condizioni del popolo non costituiscono un problema di speciale urgenza. Il popolo, alla destra, va benissimo così com' è.

 

FABIO FAZIO E MICHELE SERRA

Che il bifolco dell' Ohio sia un derelitto sovrappeso che mangia porcate, che sappia poco o niente del mondo, che il suo livello di istruzione sia infimo e il suo reddito scarso, infine che abbia votato per un presidente che cercherà di levargli anche quel poco di assistenza sanitaria che Obama gli aveva concesso, non è cosa che possa turbare un grande reazionario come Wolfe. I suoi vestiti bianchi, le sue ghette, la sua cultura, la sua deliziosa, divertita albagia non ne risultano intaccati. Lui, a differenza di Bernstein, non è gravato dai sensi di colpa del ricco di sinistra: perché, fortunato lui, è un ricco di destra.

michele serra e francesco piccolo

 

Se la sinistra patisce la "questione popolare" è per una ragione fondante: perché l' eresia marxista (parente nemmeno troppo lontana dell' eresia evangelica) fu costruita sul concetto che "gli ultimi saranno i primi", idea sconsiderata e vaniloquente quanto si vuole, ma articolata, nei secoli, in una serie poderosa di attività organizzative, scuole, sindacati, partiti, società di mutuo soccorso, che avevano tutte, ma proprio tutte, lo scopo di "cambiare il popolo". Cambiarlo!

 

Migliorarne non solamente lo stato economico, ma anche la cultura, la dignità, la coscienza di sé, perché il popolo avrebbe dovuto diventare classe dirigente.

 

radical chic

Che questa intenzione virtuosa, infarcita di buone intenzioni e di pedagogismo (e di radical chic, come le dame fabiane che nell' Inghilterra di fine Ottocento assistevano i poveri e i carcerati) abbia assunto forme irritanti o patetiche, fallimentari o ridicole - perfino un cocktail di beneficenza nell' attico di Leonard Bernstein a Manhattan - è fuori di dubbio.

 

Se a Tom Wolfe e ai suoi lettori fa piacere - e sicuramente gliene fa - possiamo anche aggiungere che quel tentativo è stato sconfitto, e le condizioni immutate del bifolco dell' Ohio ne sono la lampante dimostrazione: di più, il bifolco dell' Ohio avrà la consolazione (che il populismo gli concede volentieri, in cambio del suo voto) di sentirsi, lui sì, un vero americano e un bravo patriota, a differenza dei dem che, come è noto, sono tutti banchieri sfruttatori o professori ebrei sputasentenze.

 

TOM WOLFE 1

Serve ribadire che il bifolco dell' Ohio non è una novità, non è il prodotto guasto dello snobismo dell' establishment dem. Il bifolco dell' Ohio, nei secoli, è una permanenza, una condizione di partenza, un grado zero della libertà di giudizio e di scelta, in sostanza è un servo del caso, non un artefice del proprio destino. Se si è di destra questa permanenza viene vissuta, con pieno diritto, come lo stato naturale delle cose: c' è poca gente in gamba che ce la fa, il resto è solo massa anonima, e va lasciata in pace.

 

Se no, ci si espone al tragico errore (il comunismo) o al ridicolo (la raccolta di fondi per "quelli che ti impiccheranno") o più comunemente al sentimento dell' impotenza e della sconfitta, come tantissimi di sinistra, nel mondo. Il rischio è di una sola parte, quella che voleva, ed è un azzardo quasi pazzesco, "cambiare l' uomo".

FOTO CHOC OVERDOSE OHIO

La destra vince, in questo momento, perché non rischia un bel niente. Le basta, per tener buono il bifolco dell' Ohio, deridere i radical chic.

trump redneckhillary clinton anna wintourredneck yacht club 8redneck yacht club 9raduno rednecksredneck per trumpdonald trump chuck norrisredneck yacht club 7redneck yacht club 1redneck yacht club 11willie robertson donald trump

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…