di maio, berlusconi, mattarella e salvini

SILVIO INSISTE SUI VETI GRILLINI: “NON SIAMO MICA APPESTATI”. E PRONOSTICA: UN GOVERNO SALVINI-DI MAIO DUREREBBE SEI MESI – MA LA TRATTATIVA PER UN SOSTEGNO ESTERNO CONTINUA – E, PER INCANTO, ARRIVA IL PARZIALE SDOGANAMENTO DEL CAV PROPRIO DI “GIGGINO”: “NESSUN VETO SU BERLUSCONI, E’ MENO RESPONSABILE DI ALTRI”

 

1. IL CAV ALZA IL PREZZO

Amedeo La Mattina per la Stampa

 

«Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Salvini. Se lui vuole fare il governo con Di Maio senza Forza Italia abbia il coraggio di dirlo e di rompere il centrodestra. Io non accetto veti da quel ragazzino di Di Maio». Per ora Silvio Berlusconi resta fermo sulle sue posizioni, in «maniera granitica» spiega Niccolò Ghedini.

 

luigi di maio berlusconi salvini meloni

Bisognerà però aspettare le prossime ore per capire se l' ex Cavaliere terrà duro fino in fondo. Ci ha abituato a repentine marce indietro, come accadde per il governo Letta: in aula Forza Italia disse che non l' avrebbe mai votato, ma pochi minuti dopo lo stesso Berlusconi sostenne l' opposto. Sempre per «senso di responsabilità».

 

Fino a ieri sera comunque la linea era quella dura, sfidando il suo alleato leghista. Intanto spera che Giorgia Meloni non faccia il «grave errore» di seguire Matteo, imbarcandosi in un' avventura che non andrà lontano. Sì, perché l' ex Cavaliere è straconvinto che un esecutivo con i 5 Stelle durerebbe sei mesi: finirebbe per sfracellarsi su un muro quando i due giovani leader dovranno prendere decisioni di peso.

 

Al primo barcone che tenta di sbarcare in Sicilia Salvini vorrà buttare in mare gli immigrati mentre Di Maio sarà disposto ad accoglierli. Per non parlare di quando si metteranno a discutere di reddito di cittadinanza e flat tax. «Sarebbe un bello spettacolo al quale assistere dall' opposizione», ha confidato Berlusconi che non darebbe alcun sostegno esterno a un governo M5S-Lega. Anche perché, osservano i colonnelli azzurri, non si capisce perché noi dovremmo sostenerlo dall' esterno o astenerci se i grillini non ci vogliono e non sono disponibili a riconoscere i cinque milioni di voti che Forza Italia rappresenta.

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

L' ex premier ieri era furioso con Salvini e in particolare con Giancarlo Giorgetti che lo ha sfidato con un ultimatum. «Berlusconi faccia le sue valutazioni: andare al voto a luglio o consentire la sperimentazione di un governo politico. Fi può anche contribuire, non deve necessariamente andare all' opposizione», ha dichiarato il capogruppo della Lega. Aggiungendo che se Berlusconi decidesse di sostenere un governo neutrale, «ci sarebbe un grosso problema» nel centrodestra. Due dita negli occhi, da qui la reazione del leader azzurro.

 

Che avrebbe ascoltato, prima di decidere, i consigli della figlia Marina. «La cosa più insopportabile è che tu, con la tua storia, venga umiliato, considerato come un appestato», sono state le parole di Marina. Così in serata è arrivata la nota da Arcore per smentire le voci che segnalavano un imminente cedimento di Berlusconi. C' era pure chi minimizzava, dentro Forza Italia: anche un eventuale passaggio all' opposizione sarebbe concordato con Salvini. Una sorta di separazione consensuale momentanea, un po' come era successo per il governo Monti in un primo momento, con Fi in maggioranza e la Lega all' opposizione.

MARINA E SILVIO BERLUSCONI

 

Senza però rompere i legami di coalizione, soprattutto a livello territoriale e nelle giunte regionali. In serata, invece la nota di Arcore: «Silvio Berlusconi smentisce fermamente le indiscrezioni secondo le quali sarebbe pronto a dare un appoggio esterno ad un governo guidato da M5S e Lega. Dopo due mesi di tentativi per dare vita ad un governo espressione del Centrodestra, prima forza politica alle elezioni del 4 marzo, Forza Italia non può accettare nessun veto».

 

È chiaro, spiega uno dei più stretti collaboratori dell' ex Cavaliere Sestino Giacomoni, che «nessuno può permettersi di chiedere al presidente Berlusconi un passo indietro per la storia e il consenso che rappresenta per milioni di italiani». Già nel pomeriggio, di fronte alle parole di Giorgetti, era partita la contraerea. La replica delle capigruppo Gelmini e Bernini era stata molto dura e chiara.

 

DI MAIO BERLUSCONI

«La Lega mira a fare nascere un governo politico? Non abbiamo nulla in contrario. Basta far cadere i veti dei 5 Stelle nei nostri confronti e di Berlusconi e si può passare immediatamente a scrivere un programma, se si riuscirà. È molto semplice e l' amico Giancarlo Giorgetti lo sa benissimo. Sul governo neutrale - ha aggiunto Bernini - la nostra posizione non cambia, riteniamo sbagliato un governo di non eletti e non lo appoggeremo». Gli azzurri dicono di non avere paura del voto. «Siamo pronti in ogni momento alle elezioni. Ci limitiamo a osservare - ha spiegato la Gelmini - che un voto a luglio non favorirebbe la partecipazione popolare».

 

Ma per la verità di tornare a votare gli azzurri non hanno alcuna voglia. Temono di essere decimati e fagocitati da Salvini. Molti potrebbero non essere rieletti, soprattutto al nord, se il centrodestra dovesse rompersi. Berlusconi per ora resiste ma ha tempo fino a oggi pomeriggio, quando Mattarella darà l' incarico per il governo. Ma Salvini avrà il coraggio di rompere? 

 

2. I PIZZINI DI “GIGGINO”

 

DI MAIO,BERLUSCONI? E' MENO RESPONSABILE DI ALTRI..

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

 (ANSA) - "Il vero grande tema non è Berlusconi ma gli altri". Lo dice Luigi Di Maio di M5S riferendosi a chi sia responsabile dello dello stallo sul governo. "Se siamo arrivati fin qui è perché ci sono dei responsabili. Se dovessi fare una graduatoria delle responsabilità di questo blocco e del ritorno al voto - spiega ai cronisti a Montecitorio - in cima sicuramente c'è Salvini, che ha scelto il Cav al cambiamento; poi c'è Renzi che ha ingannato partito e opinione pubblica, prima con la possibilità di un'apertura e poi ha fatto saltare tutto".

 

DI MAIO, NO VETI SU CAV MA DIALOGO SOLO CON LA LEGA

berlusconi salvini

 (ANSA) - - "Non è un veto su Berlusconi; è una volontà di dialogare con la Lega. Punto". Così Luigi Di Maio capo politico del M5S risponde a chi gli chiede se il Movimento ponga un veto su Forza Italia ed il suo leader. "Noi - spiega ai cronisti in Transatlantico - vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro. Perché lo abbiamo visto cosa succede quando si fanno i governi a quattro o a cinque forze politiche. Abbiamo detto: andiamo avanti insieme per un governo del cambiamento. Qual è il veto? Nessuno", conclude.

 

DI MAIO,PD VOTO INUTILE,FI A MINIMI STORICI E SCENDERÀ

 (ANSA) - "Alle prossime elezioni io credo che cambierà l'atteggiamento elettorale dei cittadini perché il Pd si è rivelato un voto inutile e Forza Italia è ai minimi storici, ma scenderà ancora di più". Lo afferma il leader di M5S Luigi Di Maio conversando coi giornalisti in Transatlantico.

 

DI MAIO, NESSUNA FIDUCIA AL "GOVERNO NEUTRALE" E POI AL VOTO

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

 (ANSA) - Il M5s conferma che non voterà la fiducia al governo 'neutrale', e che dopo la sfiducia vede possibile solo il percorso che porta al voto in tempi brevi: lo chiarisce ai cronisti Luigi Di Maio. "Una volta che si avvia la macchina del governo neutrale, che noi non voteremo, si avviano le tre scelte che il presidente Mattarella aveva proposto: o il governo di servizio, o il voto in estate o il voto in autunno. E noi abbiamo scelto il voto a giugno", puntualizza.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...