LA RAVA E LA FAVATA - FABRIZIO FAVATA RACCONTA COME CONSEGNÒ L’INTERCETTAZIONE SEGRETA DI FASSINO E CONSORTE (“ABBIAMO UNA BANCA”) AL POMPETTA: “QUANDO SENTÌ LE VOCI, IL PRESIDENTE SPALANCÒ GLI OCCHI” - SMENTISCE LA VERSIONE DI RAFFAELLI (AD DELL’AZIENDA CHE FORNIVA LE MACCHINE PER LE INTERCETTAZIONI): “IL PRESIDENTE DORMIVA” - PER FAVATA “QUELL’INTERCETTAZIONE È STATA IL REGALO DI UN ALTO MAGISTRATO DELLA PROCURA DI MILANO AL PRESIDENTE BERLUSCONI”…

Gianni Barbacetto per il "Fatto quotidiano"

"Addormentato? Silvio Berlusconi era sveglissimo e rideva, dopo aver ascoltato le voci di Fassino e Consorte". Fabrizio Favata contraddice platealmente l'ex presidente del Consiglio, rinviato a giudizio martedì per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio: per l'intercettazione della telefonata segreta tra Piero Fassino e Gianni Consorte ("Allora, siamo padroni della banca?"), finita sulla prima pagina del Giornale di famiglia.

"Era il 24 dicembre 2005, vigilia di Natale", racconta Favata al Fatto Quotidiano. "Ad Arcore arrivammo alle 19. Eravamo io, che lavoravo con Paolo Berlusconi, e Roberto Raffaelli, amministratore delegato della Rcs, grande azienda che forniva a molte procure italiane le macchine per le intercettazioni telefoniche. Arrivò anche Paolo Berlusconi.

Dopo aver atteso un quarto d'ora, venti minuti in un salottino, fummo ricevuti dal presidente. Presentazioni, convenevoli . Paolo aveva portato al fratello un tartufo bianco dentro un barattolo con il riso. Aprì il barattolo e in tutta la sala ci fu un profumo di tartufo entusiasmante . Silvio disse però che aveva mangiato tanto tartufo, quell'autunno, che non ne voleva più sentir parlare. Io pensai: quasi quasi me lo porto a casa io. Silvio si sedette accanto a un bellissimo albero di Natale tutto bianco, Paolo su una poltrona vicino al fratello, io e Raffaelli su un divanetto di fronte".

Favata prosegue il suo racconto. "Raffaelli rappresentò i suoi progetti di espansione commerciale in Romania, dove doveva essere impiantata una rete di intercettazioni. Silvio disse che lui era come un commesso viaggiatore per le aziende italiane, perché voleva promuoverle all'estero. Poi Silvio e Paolo confabularono un attimo e Paolo disse: ‘L'ingegner Raffaelli ti ha portato da ascoltare qualcosa di molto interessante'.

A quel punto Raffaelli aprì il suo computer e lo attivò. Non si ‘impallò' assolutamente. Silvio ci disse che era molto stanco e che avrebbe ascoltato a palpebre chiuse perché gli bruciavano gli occhi. Così partì l'intercettazione con il dialogo tra Fassino e Consorte. Quando sentì le voci, il presidente spalancò gli occhi e fu molto presente. Ascoltò l'abbiamo una banca e tutto il far di conto dei due.

L'apoteosi fu quando sentì l'allora segretario dei Ds che raccomandava all'allora presidente di Unipol di ‘preparare un bel piano industriale, affinché non sembrasse un'operazione politica'. Ci fu una gran risata e il presidente uscì con un'espressione colorita: ‘Caz...!'. Ci ringraziò e poi, prima dei convenevoli finali, Raffaelli tolse la chiavetta dal computer e la diede a Silvio.

Il presidente disse: ‘Ma cosa ci faccio, io non capisco molto di queste cose'. Risposta : ‘La dia a un suo collaboratore che sicuramente saprà come utilizzarla'. Prima di andarcene, Paolo chiese a me e a Raffaelli di uscire e di aspettarlo in un salottino, perché doveva parlare con il presidente. Aveva infatti intenzione di rilevare un marchio di motocicli, la Garelli, e voleva chiedere se il governo aveva in previsione di dare qualche facilitazione nel settore, tipo contributi per la rottamazione.

Quindi è falsa la versione di Raffaelli, che dice che il computer si è ‘impallato' e il presidente dopo dieci minuti si è appisolato. Io e Raffaelli saremmo usciti alla chetichella, in punta di piedi, quasi con le scarpe in mano. Ma ciò è smentito dallo stesso Raffaelli: se veramente Silvio si fosse addormentato, ce ne saremmo andati via tutti e Paolo non avrebbe potuto chiedere notizie su eventuali rottamazioni. Del resto poche ore dopo, alle dieci di sera, ci fu una telefonata tra Raffaelli e un suo collaboratore, Guido De Ambrosis, in cui Raffaelli riferì che l'incontro era stato ‘proficuo': non sarebbe stato ‘proficuo', se il presidente avesse schiacciato un pisolino".

Continua favata: "La gratitudine di Silvio mi fu riferita in un incontro successivo a casa di Paolo: di qualsiasi cosa avessimo avuto bisogno, non avremmo dovuto far altro che chiedere a loro, ai fratelli Berlusconi, famosi per la loro riconoscenza che va oltre ogni immaginazione. Infatti si è visto. Mi hanno abbandonato".

Favata è stato arrestato e poi condannato in primo grado per estorsione di una cifra vicina ai 300 mila euro. "Sì, e l'onorevole Fassino si è costituito parte civile contro di me e io sono stato condannato a pagargli 40 mila euro, come se fossi stato io l'estensore dell'articolo del Giornale che rivela il contenuto dell'intercettazione. Secondo la sentenza, ho estorto soldi a Raffaelli, minacciandolo di raccontare tutta la storia.

Ma dove sono questi 300 mila euro? Raffaelli mi ha dato una mano, mi faceva il bancomat ogni tanto, è vero, perché io ero rimasto senza lavoro e senza un euro dopo il fallimento delle aziende di Paolo Berlusconi in cui lavoravo. Avevo due sfratti, acqua e gas tagliati, non avevo da dar da mangiare alla mia figlia di cinque anni: ma le pare che non avrei risolto ogni problema, se avessi davvero incassato quei soldi?".

C'è una manina che ha indicato a Raffaelli proprio quella telefonata, tra le migliaia intercettate dalla procura di Milano nell'estate dei "furbetti"? Favata risponde di sì: "È come individuare una goccia d'acqua nel lago di Garda. Cito allora quello che racconta De Ambrosis: ‘Mi ha riferito Raffaelli che quella intercettazione è stata il regalo di Natale di un alto magistrato della procura di Milano al presidente Berlusconi'". Si vedrà al processo, in cui ora anche Silvio è imputato.

 

SILVIO BERLUSCONI Fabrizio FavataPAOLO BERLUSCONI PIERO FASSINOCONSORTE

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…