sindacati

SINDACATI D’ORO - TESSERE, PATRONATI E CAAF: NELLE CASSE DI CGIL, CISL E UIL 2 MILIARDI L’ANNO - LA CAMUSSO GUADAGNA 3850 EURO AL MESE, FURLAN 3964, DEL NUMERO 1 DELLA UIL BARBAGALLO NON SI SA NULLA - VIAGGIO NEI CONTI DELLE TRE SIGLE CHE FUNZIONANO GRAZIE AGLI ISCRITTI. MA ANCHE A CONSULENZE E INVESTIMENTI

Luisa Grion per “la Repubblica”

CAMUSSOCAMUSSO

 

Quanti soldi hanno in cassa i sindacati? «Un sacco», disse nel 2011 Matteo Renzi quando era solo il sindaco di Firenze nel pieno della sua campagna di «rottamazione». Ora, con l’accusa di concorso in appropriazione indebita per quasi 40 mila euro - spesi in crociere e gioielli - mossa ai vertici della Uil (l’ex leader Angeletti e l’attuale Barbagallo, più altri sei esponenti di spicco), la domanda non ha ancora una risposta ufficiale, ma una stima molto ragionata assicura che nelle casse dei primi tre, Cgil, Cisl e Uil, arrivano circa 2 miliardi di euro l’anno. «Piccoli scandali a parte, soldi spesi bene », assicura Paolo Feltrin, professore di Scienze politiche all’Università di Trieste e autore dell’analisi.

 

BILANCI E STIPENDI

I sindacati non sono obbligati per legge a presentare un rendiconto aggregato, quindi i siti delle tre sigle rendono pubblici solo i conti delle «holding», le tre sedi centrali. E le cifre che ne risultano sono irrilevanti. Al capitolo «tesseramento», la voce più consistente, compaiono per esempio solo le quote che le categorie versano alla casa madre, una parte minima rispetto a quanto resta sul territorio. Nel 2015 si è trattato di 22,5 milioni circa per la Cgil, 19,2 per la Cisl e 26,7 per la Uil.

 

BARBAGALLOBARBAGALLO

In realtà considerato il numero degli iscritti (dagli attivi, ai pensionati, ai disoccupati ognuno versa una quota, pur se di entità diversa) la stima della cifra aggregata per le tre sigle vola a 1,2 miliardi. In compenso, Cgil e Cisl pubblicano gli stipendi netti percepiti dai vertici (3.850 euro per Susanna Camusso, 3.964 per Annamaria Furlan). La Uil no. Sui bilanci, e ancor di più, sugli stipendi delle sigle più piccole, si sa molto meno.

 

TRASPARENZA

«L’esigenza di un rendiconto aggregato s’impone ammette Nino Baseotto, segretario confederale Cgil – saremo pronti entro quest’anno, ma il lavoro richiede tempi lunghi, dobbiamo riclassificare le voci di 1.500 bilanci territoriali. Lo faremo, perché serve anche a noi, ci permetterà di rendere la macchina organizzativa più efficiente e di distribuire meglio le risorse».

 

FURLANFURLAN

Alla Cisl sono un po’ più indietro, ma assicurano che ci stanno lavorando: «Saremo pronti per il 2017», promettono. La Uil precisa che «l’intervento necessita di un cambio di statuto, che al momento non prevede bilanci aggregati e tutela l’autonomia dei territori».

 

CAAF E PATRONATI

Tesseramenti a parte, i centri di assistenza fiscale e i patronati sono il cuore delle attività di servizio offerte (in buona parte gratis) dai sindacati ad iscritti e non: compilazione di modelli 730, dichiarazione Isee, consulenze giuridiche. Attività per le quali le sigle sindacati ricevono contributi pubblici in base al numero di pratiche elaborate (i Caaf di Cgil, Cisl e Uil coprono il 35 per cento della domanda): secondo lo studio di Feltrin pubblicato nei «Quaderni di Rassegna Sindacale » della Cgil, le entrate complessive delle tre sigle per i Caaf valgono circa 300 milioni, quelle per i patronati 200.

 

Ma se «la crisi ha fatto volare la domanda di assistenza - precisa Mauro Soldini, co-responsabile della Consulta nazionale dei Caaf - la legge di Stabilità ha tagliato i compensi per la compilazione dei 730: -13 per cento per il 2016, -22 e -33 per gli anni successivi». Ancor più drammatica la situazione del rimborso versato sulla compilazione dell’Isee: «A fine settembre, l’Inps avrà speso tutti i 76 milioni destinati al servizio offerto, i sindacati che vorranno offrirlo ancora dovranno farlo a loro carico. E il ricorso a questa pratica è in continuo aumento».

 

CAMBIO DI PELLE

La tendenza nei bilanci è chiara: i tesseramenti, anche per via della crisi, diminuiscono. Di conseguenza calano anche le entrate, visto che la base è diventata più povera. Gli attivi, che sono quelli che versano di più, sono in diminuzione. Precari e disoccupati, cui vengono richiese quote di versamento minime, invece aumentano.

 

SINDACATISINDACATI

«Anche per questi motivi il ruolo di servizio svolto dai sindacati diventa sempre più rilevante - fa notare Paolo Feltrin -Cgil, Cisl e Uil stanno cambiando pelle e nei fatti, il peso politico riconosciuto ai rinnovi dei contratti nazionali sta diminuendo. I sindacati devono trovare il coraggio di prendere coscienza di questo nuovo ruolo. Riconoscerlo li premierà in autorevolezza, ma le strutture, in mano ad una classe dirigente anziana, sono ancora legate ai modelli di rivendicazione degli anni Settanta, anche se in alcune aree il cambiamento è già evidente».

camusso furlan e barbagallocamusso furlan e barbagallo

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO