IL SISTEMA “SCIABOLETTA” ATTOVAGLIAVA TUTTO: PREFETTI, QUESTORI, COSTRUTTORI, BANCHIERI E ASSOCIAZIONI SEGRETE - IL DESTINO DELL’EX MINISTRO LEGATO ALL’OPERAZIONE PORTO DI IMPERIA

Carlo Bonini per "La Repubblica"

Scopriamo ora dalle intercettazioni telefoniche della Dia di Reggio Calabria che Claudio Scajola, da Stefano, il suo caposcorta, si faceva chiamare "signor ministro". Anche se non lo era più da quattro anni ormai. Anche se Stefano gli era stato assegnato quando lui non era più neanche parlamentare.

E tuttavia, in quel sussiego, c'era evidentemente qualcosa di più del rispetto untuoso che si pretende dai "sottoposti". Negli ultimi tempi, raccontano infatti che nonostante fosse visibilmente provato politicamente, non rinunciasse ai modi ora arroganti, ora ammiccanti, di chi ancora pensa o è convinto di contare. Come un ministro, appunto.

Scajola sognava un Pdl2, che qualcuno aveva battezzato il "Pdl di Ponente", e per questo continuava a coltivare instancabilmente la rete di rapporti, il sistema di relazioni e interessi degli ex dc di cui era figlio.

Quello che, nel ‘98, lo aveva fatto diventare quel che era diventato e che dodici anni in Parlamento, dieci dei quali da ministro (Interno, Attuazione del Programma, Attività Produttive, Sviluppo Economico), avevano trasformato in una potente anche se ormai declinante lobby tascabile.

Ne hanno fatto parte nel tempo prefetti, imprenditori, costruttori, armatori. «Solo al Viminale - spiega una fonte qualificata del Dipartimento - sono una trentina i prefetti che devono molto a Scajola. E altrettanti sono stati nel tempo i questori».

Da ministro dell'Interno, la sua longa manus era stato il suo temuto capo di gabinetto, il sorrentino Raffaele Lauro, che avrebbe poi fatto eleggere nel 2008 in Campania nelle liste del Pdl e portato con sé quale "consigliere politico per la sicurezza" allo Sviluppo Economico.

Sappiamo dalla cronaca che i due anni al Viminale, lo avevano agganciato agli Anemone, i costruttori del G8 della Maddalena e uno dei perni del Sistema degli appalti pubblici scoperchiato dall'inchiesta della procura di Firenze del 2010.

Ma sappiamo anche, per quanto emerse nell'indagine sul porto turistico di Imperia, di quale grana fosse il suo rapporto con un altro re delle costruzioni: Francesco Bellavista Caltagirone, presidente del gruppo Acqua Marcia, che di quel porto doveva
essere il costruttore.

«Sono amico di Scajola e non mi vergogno a dirlo», diceva Caltagirone dell'ex ministro nel 2013. «È stato il promotore dell'operazione porto turistico, poi però è stato il primo a defilarsi. Non ho condiviso questa sua scelta, sono rimasto deluso. Ho sempre considerato Scajola un punto di riferimento. L'operazione porto avrebbe potuto creargli una rendita politica per i prossimi dieci anni». Già, il porto di Imperia e Caltagirone.

Per dirne una, la Dia di Reggio, durante le indagini che hanno portato in carcere Scajola, ha annotato le frequentazioni che il costruttore aveva cominciato ad avere con Chiara Rizzo. E la stessa Dia sembra coltivare l'ipotesi investigativa che in questo incrocio Matacena-Scajola-Caltagirone si stessero ponendo le premesse per un'avventura nel settore immobiliare in quel della Costa Azzurra, dove l'interesse delle cosche calabresi è sempre stato e resta molto forte.

Del resto, è proprio a quell'inchiesta sul porto di Imperia, da cui peraltro Scajola uscirà penalmente indenne, che si deve l'ultima nitida fotografia del "sistema Scajola". Un reticolo tenuto insieme da un familismo amorale dove la politica è regolarmente a braccetto con gli affari e, gli uni e gli altri, affondano in rapporti costruiti sulla colonna del "dare" e "avere". Valga per tutti, una figura come quella di Pietro Isnardi, re degli olii.

Da consuocero di Alessandro Scajola, fratello di Claudio, Isnardi siede nel consiglio di amministrazione della Fondazione Carige. E, guarda caso, è proprio Banca Carige che vanta insieme un'importante esposizione verso Francesco Bellavista Caltagirone e altrettanto importanti crediti nei confronti del gruppo oleario Isnardi.

Andavano così le cose nel Ponente di Scajola. E, neppure nel dicembre del 2012, l'ex ministro sembrò afferrare (o forse e, al contrario, lo comprese molto bene) il senso profondo dell'operazione antimafia che portò allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei comuni di Bordighera e Ventimiglia. La Provincia di Imperia - documentarono le indagini - era stata infatti scelta dalla ‘ndrangheta per radicare una propria "locale" che doveva fare la parte del leone negli appalti pubblici.

Ora, appunto, in un'inchiesta come quella di Reggio, quell'intreccio ritorna. E, non a caso, è proprio sulla lobby che in Scajola ha avuto il suo pivot che torna ad accendersi un faro che promette sviluppi in qualche modo sconvolgenti. Non fosse altro per i titoli di reato che ipotizza. Mafia e associazione segreta. Qualcosa che, se dimostrata, cancellerebbe quell'immagine in fondo cialtrona che l'ex ministro si è sempre portato dietro nei momenti (frequenti) delle sue disgrazie giudiziarie.

 

SCAJOLA CON BELLAVISTA CALTAGIRONE TAGLIA IL NASTRO ALLAVVIO DEL CANTIERE DEL PORTO buss scajola f bellavista caltagironeClaudio Scajola e Francesco Bellavista Caltagirone FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE A IMPERIABERTOLASO-SCAJOLA E NEL RIQUADRO, ANEMONEFRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA PORTO DI IMPERIA

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO