giuseppe sala stefano parisi

SOGNO O SONDAGGIO? AVVISATE RENZI: A MILANO E’ TESTA A TESTA TRA SALA E PARISI - AUMENTANO GLI INDECISI: SARANNO LORO A DECIDERE LA PARTITA E LE SORTI DI MATTEUCCIO (SE PERDE ANCHE MILANO RISCHIA)

SALA PARISISALA PARISI

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

Schieramenti in equilibrio a Milano a due settimane dal voto: centrosinistra al 27%, centrodestra al 26%. Giuseppe Sala è sempre avanti, ma al ballottaggio il vantaggio si riduce. Incerti e indecisi al 41%. Lo scenario elettorale milanese a poco più di due settimane dal voto conferma il grande equilibrio registrato con il precedente sondaggio pubblicato su queste pagine a metà aprile. Ai blocchi di partenza i due principali schieramenti si equivalgono: senza menzionare candidati e liste il 27% dichiara che voterebbe per un candidato di centrosinistra (+1% rispetto al mese scorso) e il 26% per uno di centrodestra (-1%).
 

matteo  renzi giuseppe salamatteo renzi giuseppe sala

Il gradimento di Sala e Parisi si equivale, dato che entrambi sono apprezzati dal 54% di coloro che li conoscono, mentre i critici rappresentano il 46%.
 

Al primo turno oggi Sala prevarrebbe su Parisi 38,8% a 37,1% con un vantaggio (+1,6%) quasi identico a quello registrato in aprile (+1,7%). A seguire Corrado con il 17% e Rizzo con il 3,9%. Gli altri candidati, tutti insieme, raggiungono il 4,2%. Astensione e indecisione sono in aumento (+3,2%), come spesso accade all' approssimarsi della data delle elezioni, quando molti cittadini (soprattutto quelli più distanti dalla politica) iniziano ad informarsi ma si mostrano incerti su chi votare.
 

PARISI SALAPARISI SALA

Al ballottaggio si conferma il testa a testa: al momento Sala prevale su Parisi (51,2% a 48,8%), con un vantaggio (2,4%) che si è leggermente ridotto rispetto ad aprile, quando era pari a 3,2%. È interessante analizzare le preferenze al secondo turno degli elettori dei candidati che risulterebbero esclusi dal ballottaggio: due terzi dei sostenitori di Corrado (65,7%) manifesta l' intenzione di astenersi mentre i restanti elettori privilegerebbero Parisi (20,6%) a Sala (13,7%).

Tra gli elettori di Rizzo gli astenuti al secondo turno sarebbero molti meno (32%) e la maggioranza voterebbe per Sala (60%) rispetto a Parisi (8%).
 

Da ultimo i partiti. Anche in questo caso aumenta l' astensione e l' indecisione (da 40,6% a 42,3%). Il Pd si conferma in testa con il 23%, seguito dal M5s (19,3%), dalla Lega Nord (15,6%) e da Forza Italia (10,2%).

PARISI BERLUSCONIPARISI BERLUSCONI

A seguire, Sinistra per Milano (6%) e le due liste dei principali candidati appaiate al 5,9%. Milano in comune si attesta al 3,4%, Fratelli d' Italia al 2,8% e Milano popolare all' 1,8%. Ogni confronto con i precedenti sondaggi risulta difficile per la presenza delle liste civiche di appoggio ai candidati che nel corso della campagna assumono maggiore notorietà e fisionomia drenando o cedendo voti ai partiti principali.
 

Sommando i voti delle liste che sostengono Sala e Parisi il risultato appare in bilico: il centrodestra raggiunge il 36,3% e il centrosinistra il 36,1%. Insomma, Sala è in vantaggio ma la partita sembra aperta, non fosse altro che per la percentuale di indecisi.
 

PARISI SALAPARISI SALA

Come si diceva, l' equilibrio dei candidati e delle forze in campo è il tratto distintivo di questa campagna elettorale milanese. Come si spiega tutto ciò? Si possono avanzare alcune ipotesi. Innanzitutto il profilo di Sala e Parisi che è considerato molto simile: entrambi provengono da esperienze manageriali, sono giudicati competenti e hanno tratti di pacatezza e moderazione. In secondo luogo la campagna elettorale è sembrata talora frenata dalle dinamiche interne alla coalizione, dando l' idea di dedicare più attenzione alla politica che alla città.
 

Da ultimo, finora sono mancate proposte di ampio respiro, fortemente distintive e in grado di suscitare interesse tra gli elettori. A tratti è sembrata una campagna inerziale, priva di slancio e, soprattutto, di una convinta visione futura della città.
 

Negli ultimi giorni si è vivacizzata con il tema delle tasse, del taglio delle spese, della commissione antimafia, dell' area C, di una blanda deregulation e con la polemica sul confronto tra i candidati. Ma sono temi che appassionano poco, quando non suscitano scetticismo (nessuno crede più alla promessa di tagliare le tasse o gli sprechi): sembrava di assistere a un film vecchio, già visto, che non emoziona più.

GIUSEPPE SALA STEFANO PARISIGIUSEPPE SALA STEFANO PARISI

 

Milano negli ultimi anni ha vissuto cambiamenti profondi, accelerati dalla crisi che ha modificato i paradigmi di consumo (basti pensare all' accresciuta sensibilità ambientale o alla diffusione - non più di nicchia - della sharing economy), dal successo di Expo (che ha inorgoglito i cittadini e alimentato le aspettative di una crescita sostenibile in una Milano moderna, sempre più simile alle grandi capitali europee) e dalla ripresa del civismo, un tratto identitario milanese a lungo sopito.
 

In assenza di proposte convincenti, in grado di intercettare questi cambiamenti, i milanesi sembrano ripiegare nelle appartenenze tradizionali. E tutto ciò sembra paradossale, dato che stiamo attraversando una stagione di straordinaria mobilità politica. Mancano due settimane per sparigliare i giochi, mobilitando i propri elettori e convincendo quelli avversari. In fondo, non è mai troppo tardi.

PARISI SALAPARISI SALAmatteo   renzi giuseppe salamatteo renzi giuseppe sala

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO