giuseppe conte luigi di maio

SOMMOVIMENTO NEL MOVIMENTO - A FINE LUGLIO C’È STATO UN COLLOQUIO DI CHIARIMENTO TRA CONTE E DI MAIO - I DUE ORMAI SI DETESTANO CORDIALMENTE E LUIGINO È INSOFFERENTE PER IL DIVISIMO DI “GIUSEPPI”: “SI COMPORTA COME SE AVESSE DIMENTICATO CHI LO HA MESSO LÌ A PALAZZO CHIGI” - L’IPOTESI DI UNA LEADERSHIP A TRE NEL M5S (DI MAIO, APPENDINO, DI BATTISTA) DOPO LA PREVEDIBILE BATOSTA GRILLINA ALLE REGIONALI…

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

giuseppe conte luigi di maio

Tra il 27 e il 28 luglio c'è stato un incontro a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio per firmare una tregua. Il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri si sono visti per un lungo chiarimento, dopo mesi di un dualismo che si è alimentato di sospetti e ambizioni personali. In quei giorni Conte si sta ancora godendo il successo dei 209 miliardi strappati agli alleati europei dopo quattro giorni di un'estenuante trattativa a Bruxelles. Un finale che ferma i disegni di chi, ai vertici del Movimento, sperava in un inciampo del premier per indebolirne il potere. I grillini sono divisi. Il gruppo parlamentare tiene alla stabilità del governo e vede Conte come una garanzia. Non tutti però.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Di Maio conta le truppe, le misura sulla sfida delle presidenze delle commissioni, dopo aver raccolto una quarantina di parlamentari attorno alla candidatura del deputato Emilio Carelli all'Autorità garante per le telecomunicazioni. Le ostilità tra Di Maio e Conte restano sotto traccia. Dopo tanti screzi e incomprensioni, la diffidenza reciproca. Un misto di politica e risentimenti personali. Sul fronte delle ricette economiche si sono cumulate le tensioni.

 

conte di maio franceschini

A maggio c'era stato poi l'episodio della liberazione di Silvia Romano, il tweet dell'annuncio, quella che il grillino considera una scortesia istituzionale, per aver provato a tenerlo in disparte. Conte sente la distanza di Di Maio, la sua irritazione. Durante l'incontro a Palazzo Chigi parlano di ripartire daccapo. Di Maio spiega al premier i motivi del gelo e gli chiede di essere maggiormente coinvolto nelle decisioni e nei piani di governo, perché pensa sia dovere del presidente del Consiglio avere una interlocuzione con i leader della maggioranza per non fare tutto da solo.

 

grillo fico di maio di battista

Non arriva fino in fondo, l'ex capo politico del M5S, fino a dirgli quello che si sono detti lui e i fedelissimi in più riunioni, che «Conte si comporta come se avesse dimenticato chi lo ha messo lì a Palazzo Chigi», quale partito, quale leader. In quei giorni di fine luglio, quando il premier e il ministro si vedono, si riapre anche il capitolo dei migranti, con le fughe dei profughi contagiati dal Covid. La linea del governo appare ondivaga, poco chiara, viste anche le posizioni divergenti dentro il M5S e il Pd.

 

di battista di maio

Con il caso degli sbarchi dalla Tunisia e la necessità di un intervento della diplomazia, Di Maio aggancia il dossier e lo cavalca. Poi chiede e ottiene il sostegno di Conte. Il ministro nei fatti torna a muoversi da capo politico, senza esserlo formalmente. Nelle trame parlamentari, nei disegni sul futuro del M5S, in eterno scombussolamento esistenziale. Sente spesso il leader del Pd Nicola Zingaretti, si confronta con Dario Franceschini e con Matteo Renzi, raccogliendo le loro lusinghe più o meno interessate.

 

Si muove con cautela nella guerra fredda tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Si tiene a distanza, ricambiato, da Alessandro Di Battista. L'ex deputato sa che è anche responsabilità di Di Maio se la sua scalata al vertice del M5S è finita brutalmente, abbattuta da un tweet di Grillo. Certamente nei piani del ministro c'è altro. Un organo collegiale, che è la forma di leadership che predilige il fondatore e garante del M5S per evitare troppa concentrazione di potere.

 

conte di maio

Per Di Maio una composizione ristretta sarebbe meglio, diversa dal direttorio classico, più allargato ma già fallito in passato. Negli ultimi giorni tra il ministro e altri esponenti di primo piano del M5S si è tornato a parlare di un triumvirato, dove Di Maio potrebbe sedere, magari accanto a Chiara Appendino e Di Battista o Paola Taverna. A settembre ci sarà il voto, un nuovo crollo del M5S e poi - è pronto a scommettere il grillino - ci sarà un rimpasto di governo.

 

Qualche settimana dopo, forse, gli Stati Generali del M5S. Mentre Grillo difende la sua creatura, « senza sedi, senza tesori, senza soldi», non è chiaro cosa sarà domani il Movimento. Come non è chiaro cosa ne sarà del ruolo di Casaleggio e della piattaforma Rousseau. Nel frattempo verrà introdotta una deroga alla regola del doppio mandato e il M5S si aprirà alle alleanze con i partiti (leggi il Pd). In questa incertezza Di Maio sente di avere chance di tornare a indossare la cravatta da leader che si è tolto lo scorso 22 gennaio.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....