giovanni toti giorgia meloni sondaggio europee corruzione

ORMAI MANCO PIÙ IL “VAFFA” TIRA PIÙ: GLI ITALIANI SONO RASSEGNATI E PENSANO CHE LA CORRUZIONE IN POLITICA NON SARÀ MAI SCONFITTA – IL 67% RITIENE CHE IL MALCOSTUME SIA COMUNE A TUTTI I PARTITI, E PER L’81% È UNA BATTAGLIA ORMAI PERSA – COME INFLUIRÀ LA TANGENTOPOLI LIGURE SULLE EUROPEE? UN ELETTORE SU DIECI, CHE AVEVA GIÀ DECISO CHI VOTARE, POTREBBE CAMBIARE PARTITO O ASTENERSI…

Estratto dell’articolo di Antonio Noto per “la Repubblica”

 

GIOVANNI TOTI - GIORGIA MELONI

La corruzione aumenta e non sarà mai sconfitta, la politica è una cosa sporca ed i fatti corruttivi potrebbero influire sia in una minore partecipazione alle prossime elezioni europee che nella decisione di cambiare il partito precedentemente scelto. È questa la percezione che hanno gli italiani e che emerge dall’indagine condotta dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica.

 

Uno dei dati fondamentali è che il 67% non ritiene che la “mala politica” abbia un “colore”, si tratta di malcostume comune a tutti i partiti. Solo il 15% pensa che i più corrotti siano di centrodestra ed una percentuale simile, l’11%, di centrosinistra.

 

SONDAGGIO DI NOTO SU CORRUZIONE E EUROPEE

Ovviamente se si disaggregano questi risultati in relazione all’appartenenza politica ognuno pensa che a commettere reati siano gli avversari. Infatti tra gli elettori Pd solo il 2% è convinto che il malaffare si annidi nella propria coalizione ma al contempo il 22 punta il dito contro lo schieramento opposto, così anche il 14% dei forzisti suppone che la corruzione sia più concentrata nel centrosinistra mentre solo il 6% pensa che sia presente nel proprio raggruppamento.

 

LA CORRUZIONE IN POLITICA PER GLI ITALIANI - SONDAGGIO NOTO PER REPUBBLICA - 1

La convinzione prevalente però è che gli episodi illegali non abbiano colori politici. Forse è proprio per questo che prevale lo scetticismo visto che l’81% degli italiani considera questa una battaglia persa. Tra l’altro il 53% percepisce che negli ultimi 2-3 anni il fenomeno sia addirittura aumentato ed a pensarlo non sono solo i sostenitori dei partiti di opposizione, ma anche il 43% di coloro che votano FdI e il 44% di quelli che sostengono FI.

 

Ciò che emerge è un sentimento di rassegnazione che potrebbe interferire sia sulla propensione al voto delle prossime elezioni europee dell’8-9 giugno che sull’ipotesi di cambiare il partito finora scelto.

 

LA CORRUZIONE IN POLITICA PER GLI ITALIANI - SONDAGGIO NOTO PER REPUBBLICA - 2

In discussione c’è il comportamento elettorale di una quota del 10% di italiani che nei mesi scorsi aveva già deciso ed invece adesso, dopo i fatti di Bari e della Liguria, si sta interrogando se rivedere la scelta o addirittura astenersi.

 

Tradotto in numero di elettori si tratta di 5 milioni di persone. Non poco. In particolare il dubbio su cosa fare è di 1 elettore su 7 tra chi scelse FdI e FI alle scorse politiche. Anche una parte dei votanti le liste dell’opposizione sta ripensando su quale debba essere il comportamento in cabina elettorale. Sta ancora riflettendo il 6% di chi nel 2022 espresse la preferenza a favore del Pd e di Azione-Italia Viva ed il 4% di chi scelse il M5S.

 

meloni toti

Un altro dato da tenere in considerazione è che la corruzione possa influire su un eventuale calo di votanti. Alle precedenti europee l’affluenza fu del 54,5%, ad oggi è stimata tra il 50-54%, quindi in flessione e potrebbe colpire leggermente più i partiti di centrodestra (24% di chi votò FdI e 30% Lega) che dello schieramento opposto (21% di chi scelse Pd e M5S).

 

Non solo. Il 54% degli elettori ha dichiarato che per decidere quale partito votare terrà conto anche del livello di corruzione in cui è coinvolto. È da notare però che questo fattore influenza in misura minore i simpatizzanti di FdI e Lega visto che rispettivamente il 61 ed il 64% di questi elettori non prende in considerazione il tema della “corruzione” […].

 

Il divario fra la politica ed i cittadini è forse ancor più ampio di quanto si pensi: per il 56% degli italiani la politica è una “cosa sporca”, punto. In questo ambito però è interessante notare la differenza attribuita in termini di fiducia tra la politica nazionale e quella locale.

 

LA CORRUZIONE IN POLITICA PER GLI ITALIANI - SONDAGGIO NOTO PER REPUBBLICA

Ad ottenere un maggior livello di reputazione, anche se con performance non elevate, è la classe politica del proprio comune (25%), mentre quella regionale cala al 15 e addirittura all’ 11% la politica nazionale.

 

[…] solo il 32% della popolazione segue con attenzione gli avvenimenti mentre il rimanente 68% rimane lontano. Fra questi ultimi è la percezione della distanza dei politici dai cittadini (29%) a generare il maggior motivo di disaffezione. La corruzione è comunque al terzo posto fra i motivi indicati che incidono nel disinteresse (16%). […]

TOTI MELONI 3

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO