
TOGHE NEL MIRINO – IL PROCURATORE DI ROMA, FRANCESCO LO VOI, SI DICE “SCONCERTATO” DOPO CHE I CAPIGRUPPO DELLA MAGGIORANZA ALLA CAMERA LO HANNO ACCUSATO DI “UN USO DISTORTO DEL POTERE DI QUALIFICAZIONE DEI REATI” PER AVER ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI LA CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, GIUSI BARTOLOZZI, PER FALSE DICHIARAZIONI SUL CASO ALMASRI – LO VOI SOTTOLINEA: “HO ESEGUITO UNA DISPOSIZIONE DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI E COMUNICATO AL PARLAMENTO TUTTI GLI ATTI. LA MIA POSIZIONE NON È CHE QUELLA DEL CODICE PENALE. CONTINUA, PER FINI CHE MI SFUGGONO MA NEANCHE TANTO, UN INCOMPRENSIBILE ATTACCO PERSONALE” – GIORGIA MELONI USÒ PAROLE DURISSIME CONTRO IL PROCURATORE QUANDO TRASMISE, COME ATTO DOVUTO, LA DENUNCIA RICEVUTA SUL CASO ALMASRI AL TRIBUNALE DEI MINISTRI...
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Aveva cominciato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sventolando l'avviso di garanzia appena ricevuto per la vicenda Almasri. Hanno continuato per mesi con dichiarazioni durissime, dentro e fuori il Parlamento.
E, per ultimi, sono arrivati ora i capigruppo alla Camera di tutti i partiti di maggioranza che hanno accusato il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, di «un uso distorto» del «potere di qualificazione dei reati» per aver iscritto nel registro degli indagati la capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi. Per questo hanno chiesto di sollevare un conflitto di competenza davanti alla Corte costituzionale.
carlo nordio e giusi bartolozzi
Lo Voi ha taciuto per mesi, evitando, per rispetto dei ruoli, uno scontro diretto con la politica. Ma ieri, «per amore della verità», ha voluto offrire la sua posizione che, ricorda, altro non è che quella del «codice penale», che indica sulla sua scrivania.
«Sono sconcertato» dice a Repubblica il procuratore di Roma, «sconcertato dall'accusa che mi viene mossa di aver fatto un uso distorto del potere per avere semplicemente eseguito una disposizione del tribunale dei ministri e comunicato al Parlamento tutti gli atti affinché lo stesso potesse esercitare le proprie prerogative».
carlo nordio matteo piantedosi giorgia meloni – foto lapresse
L'iscrizione della Bartolozzi nel registro degli indagati è arrivata infatti su esplicita richiesta del tribunale dei ministri, che ha segnalato alla procura le «dichiarazioni sotto diversi profili inattendibili e, anzi, mendaci» della capo di gabinetto davanti a loro. È stato il tribunale dei ministri a imporre a Lo Voi di indagare su Bartolozzi e di farlo in maniera separata rispetto ai ministri [...]
Perché allora prendersela con Lo Voi, come hanno fatto i quattro capigruppo di maggioranza, Galeazzo Bignami (Fratelli d'Italia), Paolo Barelli (Forza Italia), Riccardo Molinari (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati)? «Evidentemente — spiega a Repubblica il procuratore di Roma — continua, per fini che mi sfuggono ma neanche tanto, un incomprensibile attacco personale che mi appare fondato su una scarsa comprensione delle disposizioni di legge».
il procuratore capo di roma francesco lo voi
Agli atti restano infatti le parole di Meloni, durissime contro il magistrato che per anni ha guidato la lotta alla mafia a Palermo, quando trasmise, come atto dovuto, la denuncia ricevuta sul caso Almasri al tribunale dei ministri. I fatti però hanno dimostrato come la scelta del procuratore fosse la sola possibile.
Altri tre magistrati indipendenti hanno infatti stabilito che quella denuncia non fosse manifestamente infondata, tanto da chiedere il giudizio per i ministri e contestualmente, con parere favorevole dello stesso procuratore, procedere all'archiviazione per la stessa Meloni. Tradotto: Lo Voi non poteva fare altro che trasmettere la denuncia, come prevede la legge, al tribunale dei ministri, senza effettuare alcuna indagine.
carlo nordio e giusi bartolozzi
Ciò nonostante, in questi mesi il procuratore di Roma è stato oggetto di attacchi violentissimi: giudiziari — è stata presentata contro di lui dal Dis una denuncia a Perugia per un'altra vicenda — e personali, con la diffusione dei suoi spostamenti nonostante i rigidissimi protocolli di sicurezza. [...]