L’INFANTA “TRISTRINA” E IL MAGNA-MAGNA DI SPAGNA - LA SORELLA DEL RE FELIPE VI A PROCESSO PER FRODE FISCALE: RISCHIA 4 ANNI DI CARCERE - È LA PRIMA VOLTA CHE UN REALE FINISCE ALLA SBARRA

Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera

 

CRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALECRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALE

L’annuncio è arrivato a ridosso del discorso di Natale del re di Spagna e sicuramente lo condizionerà. Perché non era mai successo che un reale, in questo caso la sorella di Felipe VI, fosse chiamata a sedere sul banco degli imputati. 
 

Dopo un’inchiesta durata quattro anni, l’Infanta Cristina è stata rinviata a giudizio per frode fiscale. A nulla sono valsi i tentativi di mostrare la sua estraneità ai fatti: per il gip José Castro, la secondogenita di Juan Carlos ha collaborato alle malversazioni compiute dal marito Iñaki Urdangarin nel 2007 e nel 2008 e rischia fino a 4 anni di carcere. 
 

CRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALECRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALE

L’uomo, ex nazionale di pallamano, con la sua società di promozione sportiva no profit, la Nóos, ha ottenuto — spendendo il nome dei reali — 22 milioni di euro di fondi pubblici e privati, per manifestazioni mai svolte. Gran parte dei soldi venivano dirottati in una società di comodo, la Aizóon, i cui unici azionisti, al 50% ciascuno, sono appunto doña Cristina e suo marito. 
 

cristina di spagna e inaki urdangarin cristina di spagna e inaki urdangarin

È dal conto della Aizóon che, attraverso carta di credito o note spese di contanti, la famiglia prelevava. Dall’euro del parcheggio al mezzo milione per la ristrutturazione della dimora di famiglia nel quartiere di Pedralbes, a Barcellona. Urdangarin sarà giudicato per essersi appropriato di sei milioni di euro di denaro pubblico con il suo socio di Nóos. Per lui la procura chiede quasi 20 anni di carcere mentre l’Infanta è tenuta a restituire 2,6 milioni. 
 

La duchessa che voleva vivere da borghese (ha lasciato presto la reggia di Madrid per una casa a Barcellona, è andata a lavorare alla Caixa, la banca catalana, ha sposato un ragazzo prestante ma di nessun lignaggio) si è ritrovata invischiata nella corruzione che affligge la società spagnola alle prese con continui scandali (l’ultimo l’«Operación Púnica», la tangentopoli di Madrid). 
 

 felipe si affaccia con letizia dopo l incoronazione a re felipe si affaccia con letizia dopo l incoronazione a re

E da borghese Cristina di Borbone sarà processata: andrà alla sbarra come una cittadina qualsiasi. Il gip Castro ha ratificato ieri l’imputazione: a differenza che in passato c’è l’incriminazione formale, il rinvio a giudizio è ora un atto definitivo e inappellabile. Anche se il difensore Miguel Roca promette battaglia: vuol chiedere l’applicazione della dottrina Botín del Tribunale Supremo, secondo cui un giudice non è legittimato a rinviare un imputato a giudizio contro il parere dell’avvocatura di Stato e del fisco. 
 

Intanto gli spagnoli esultano: «Finalmente si cambia», «la legge è uguale per tutti» reagiscono in molti anche su twitter dove tanti tornano a chiedere che Cristina «rinunci ai suoi diritti di successione». 
 

Un invito indiretto al passo indietro dell’Infanta l’aveva fatto da subito anche re Felipe quando dopo l’investitura aveva prospettato una monarchia nel segno dell’onestà e che garantisca l’indipendenza della magistratura. E anche ieri la Casa Reale ieri ha ribadito il suo rispetto per le decisioni giudiziarie.

2 juan carlos abdica e incorona re il figlio felipe2 juan carlos abdica e incorona re il figlio felipe

 

Cristina non partecipa più da tempo agli eventi ufficiali legati alla famiglia reale e non ha presenziato neanche alla proclamazione del fratello. Secondo la stampa spagnola, re Filippo avrebbe tentato nelle ultime settimane di convincere la sorella a rinunciare ai suoi diritti dinastici. Più per dare un segnale e marcare la distanza che per risvolti effettivi (l’Infanta è solo sesta in linea di successione). E per difendere una Corona in crisi di credibilità dallo smacco del tribunale. 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…