DEMOCRAZIA LIQUIDA TRA CINQUE STELLE E CINQUE SBERLE: UNO VALE UNO O GRILLO VALE MOLTO DI PIÙ?

Glauco Benigni per Dagospia

Se la Democrazia Liquida sta al flusso particelle/onda come le votazioni in Parlamento stanno alla formazione di corpi solidi (le maggioranze)... se assumiamo che il Movimento 5 Stelle sta alla meccanica quantistica come la Repubblica Italiana, con tutti i suoi annessi e connessi sta alla meccanica newtoniana... se Grillo-Casaleggio stanno ad Heisenberg come gli altri leaders di partito stanno a Newton... ci si rende maggiormente conto di una serie di questioni e si può arrivare a capire che quanto sta accadendo ha in sé il carattere dell'inevitabilità.

1) tutto va bene per il Movimento sin quando Grillo-Casaleggio giocano la partita in una dimensione digitalizzata, caratterizzata dall'indeterminazione: la Rete. Un cybermondo in cui la Rappresentanza si forma grazie a un continuo flusso di partecipazione in progress; in cui le affermazioni di Ognuno, che vale Uno, si esaltano o si annichilano a ridosso delle affermazioni di Un'altro che vale Uno; in cui la "direzione" si ottiene (idealmente) quale sommatoria compensata di ogni indicazione.

Un posto dove Niente è di Nessuno e Tutto è di Tutti, e dove si trasferisce coscienza e conoscenza ad una velocità prossima a quella della luce in uno Spazio privo di confini fisici. "E' la Rete bellezza": il nuovo Eldorado della Democrazia Liquida.

2) All'uscita dalle urne, quando si cominciano a contare i pesci rimasti nella Rete, si esce dall'indeterminazione e si comincia a "definire" la prima questione newtoniana: troppi voti. Il sogno di un'ostinata opposizione si tramuta nell'incubo amletico del fare o non fare le maggioranze. E a questo non si era pensato nel Movimento. O forse, si sperava accadesse in una seconda tornata elettorale, ma non così presto. Non con un risultato così "solido" e così (che orrore!) negoziabile.

3) Questo aspetto però "definisce" la linea. Forse un po' frettolosamente, forse "di default", ma la definisce. E' una linea che si sforza di restare indefinita: un progress continuo di NO o, in alternativa: "dateci la Presidenza del Consiglio altrimenti una risata vi seppellirà". In questa visione si rinvengono alcune delle componenti situazioniste che innervano il Movimento e ancor più innervano da sempre la strategia di Grillo-Casaleggio:

il ribaltamento di prospettiva ad infinito, lo sberleffo alla Società dello Spettacolo, il gioco dei ruoli, il chiamare Banco comunque (fin quando si vince). Solo che a questo punto non si punta più solo il consenso/dissenso al Movimento digitalizzato, ma si cominciano a puntare pezzi d'Italia: disoccupati, esodati, restituzione del debito pubblico, Euro sì o no, etc.. Ci si ritrova, un po' controvoglia, nella materia pesante newtoniana.

4) Dal gran mazzo dei voti nel frattempo spuntano i Parlamentari... e anche qui si può dire: è stata la Rete a selezionarli. Tutti tranquilli, siamo ancora in Democrazia Liquida. Ma già non è più così. La "Rappresentanza" ex liquida si mette la cravatta e comincia ad assumere caratteri solidi e definiti: newtoniani. Hai voglia a dire: restituiamo la metà dello stipendio (che è certo importante) ma non basta. Quei 163 umani cambiano status: da rappresentanti digitali del Movimento diventano (anche) "solidi" Parlamentari della Repubblica Italiana.

5) I rappresentanti entrano in Parlamento... e qui cominciano i veri problemi . Il Parlamento è una dimensione completamente newtoniana. Si discute è vero, talvolta anche a lungo, ma ad un certo punto si taglia corto e si vota... sembra la stessa cosa che avviene in Rete ma non è affatto così. Lo Spazio tempo è circoscritto, gli incontri e gli scontri tra gli Umani sono fisici, gli scambi di opinione avvengono a voce e non nei fora dei Blogs, i tempi delle decisione sono fissati, i numeri sono indeterminati ma lo restano solo fino al punto in cui diventano irreversibili.

6) Grillo lancia appelli e minaccia anatemi, ma in questo suo fare comincia ad invalidare alcune delle Leggi grazie alle quali ha raggiunto il risultato.

7) Quei 16 rappresentanti divenuti "solidi" che hanno deviato dall'indeterminazione, in quello Spazio Tempo newtoniano del voto al Senato, potevano sottrarsi è vero e non concedere il sostegno al mondo di Bersani & Co. Ma non l'hanno fatto! Dimostrando in tal modo tante cose e, fra l'altro, che la Realtà osservata e partecipata (il Parlamento) modifica l'Osservatore (la testa dei Parlamentari), specialmente se essi provengono da una tradizione di democrazia liquida.

8) A questo punto il crack si riverbera nel Movimento. Inevitabile. Del resto se fosse avvenuto il contrario , ovvero se le "raccomandazioni" di Grillo fossero state osservate puntualmente, ovvero se Grillo avesse ottenuto la solidificazione della propria volontà a discapito della libertà di indeterminazione, si sarebbe verificato un crack all'interno della strategia originaria. Uno vale Uno o Grillo vale molto di più? Oggi i crack comunque appaiono essere ambedue. Domani si vedrà.

 

ORELLANA hsGetImage jpegMovimento Cinque Stellearticle GRASSO hsGetImage jpegcasaleggio E GRILLO

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...