toti meloni

IN FONDO A DESTRA – IL PROGETTO DI TOTI E MELONI: UN NUOVO PARTITO CON CUI ATTENDERE L’IMPLOSIONE DI FORZA ITALIA E LA FINE DELLA SCAPPATELLA DI SALVINI CON DI MAIO – L’OBIETTIVO È UN CENTRODESTRA NAZIONALISTA MA GARBATO CON L’EUROPA, PER EVITARE DI FINIRE IMPANTANATI CON IL CAV. A FARE I GREGARI IN UN NAZARENO DEGLI SCONFITTI

Alessandro Giuli per “Libero Quotidiano”

 

GIOVANNI TOTI GIORGIA MELONI

Il centrodestra è morto eppure ogni giorno ha il suo nuovo modello di centrodestra, una pena manifesta per i leader di un' alleanza sfasciata dalla vittoria elettorale del 4 marzo e più ancora dallo strano governo gialloverde messo su da Lega e MoVimento 5 stelle.

 

Le ultime notizie dicono che adesso è la volta di Giovanni Toti e Giorgia Meloni: il governatore della Liguria, berlusconiano in odore di eresia, e la regina dei Fratelli d' Italia.

SALVINI MELONI TOTI

Non volendo finire schiacciati dalla baruffa tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, non potendo più credere che Forza Italia trovi le energie necessarie per ripensarsi e rinnovarsi, Toti e Meloni hanno intanto deciso di federare idee e aspirazioni comuni.

 

Giovani entrambi, brillanti e con buone esperienze istituzionali, immaginano un futuro post berlusconiano fondato sul civismo dei moderati, sull' operosità della media borghesia conservatrice, con una spruzzata forte di democrazia interna e tanta, tanta pazienza. La pazienza di chi sa di dover attendere l' implosione del partito berlusconiano e la fine della scappatella innaturale tra Salvini e Di Maio. Obiettivo: farsi trovare al posto giusto, nel giusto momento, a presidiare il luogo naturale di un blocco sociale e politico maggioritario nell' Italia profonda.

matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2

 

Che poi, a guardare bene, sarebbe lo stesso progetto coltivato dal Cavaliere. Fa fede la lettera inviata due giorni fa a Libero nella quale l' ex premier precisa che la sua Altra Italia è «una vasta area sociale e culturale che esiste nel paese, ed è molto più grande di quanto appare: sono gli italiani seri, laboriosi, moderati, di buon senso, che vorrebbero dalla politica risposte concrete e non slogan o improvvisazioni».

toti berlusconi

 

In due parole: gli spaventati; coloro che nella supposta egemonia dei grillini benecomunisti vedono l' abbaglio di Salvini e il veleno inoculato in un' Italia rabbiosa sì, ma non così matta da consegnarsi all' improvvisazione o all' algoritmo di Rousseau. Ma stanno davvero così le cose?

 

giovanni toti matteo salvini giorgia meloni

IL CASO ABRUZZO

Salvini risponderebbe di no. Lui vuol bene a Berlusconi ma ne diffida, lo ritiene mal consigliato da una corte rimasta orfana del suo Royal baby Matteo Renzi, preconizza per il Cavaliere un futuro da gregario in un Nazareno degli sconfitti a trazione renziana e con Emmanuel Macron a fare da puparo parigino per una commedia già vista e già condannata dalle urne.

matteo salvini sulla moto d acqua della scorta della polizia

 

Del resto è lo stesso Salvini, in questa strana e tempestosa estate, a lasciar trapelare il profilo d' un disegno personalissimo, personalistico, finalizzato a svuotare Forza Italia dando briglia sciolta alla nuova Lega patriottica e solitaria.

 

Malgrado le cautele di Giancarlo Giorgetti (l' emisfero filosofico del salvinismo di battaglia), la volontà di correre senza alleati alle prossime regionali d' Abruzzo fa presagire la rottura imminente.

 

Di qui le accuse reciproche di tradimento tra leghisti e berlusconiani, di qui le inquietudini di Giorgia Meloni che non intende salvinizzarsi ma vede nel Cav. un mito ormai incapacitante.

silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3

 

Ed ecco spiegata allora la genesi di questo gioco incrociato e stagionale a rifarsi un centrodestra su misura: nazionalista ma garbato con l' Europa, smoderatamente moderato, benignamente d' umiltà vestuto, fermo restando il risentimento quotidiano per l' intemperante Salvini che nel frattempo continua a mietere consensi a petto nudo e sempre carico a pallettoni su ogni aspetto della vita pubblica: dai migranti alla leva militare passando per l' omogenitorialità e senza trascurare il rosario della sera.

 

giovanni toti matteo salvini giorgia meloni quagliariello

STATO D' ECCEZIONE

Lì dove il nemico sconfitto, confuso e rabbioso - tendenza Saviano, per capirci - vede germinare una strana forma di clericofascismo putiniano a sfondo pauperista, gli ex alleati di Salvini indovinano invece una strategia spericolata da contenere sul nascere, ribadendo che destra e sinistra esistono ancora e saranno prima o poi gli elettori a richiamare ciascun partito nel suo orizzonte congeniale.

 

elisa isoardi matteo salvini

L' attuale stato d' eccezione tuttavia suggerisce anche altro: la sindrome dell'assedio vissuta nei piani alti del governo ha una sua ragion d' essere, la speculazione finanziaria incombente potrebbe cementare non soltanto i legami tra i leader gialloverdi impegnati in una lotta furibonda contro il nemico invisibile esterno, ma pure i rispettivi elettori eccitati o illusi dall' agonismo anti establishment dei loro rappresentanti. In questo contesto, almanaccare sul centrodestra che verrà - se verrà - è un gioco serissimo nel quale c' è poco di vero e qualcosa di necessario.

TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO SALVINI VANGELO

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…