giuseppe conte tav torino lione

CHE SUCCEDE CON LA TAV? – DOPO UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA E LA LETTERA DI CONTE A “TELT” IN REALTÀ NON È CAMBIATO NIENTE: COME DAGO-ANTICIPATO, I BANDI PARTIRANNO E SI POTRANNO “DISSOLVERE” ENTRO SEI MESI. L’OPERA, PREVISTA DA TRATTATI INTERNAZIONALI GIÀ RATIFICATI, SI PUÒ BLOCCARE SOLO CON UN VOTO DEL PARLAMENTO, COME HA FATTO PRESENTE GIORGETTI, MA IL M5S NON HA VOTI SUFFICIENTI – CONTE HA SOLTANTO OTTENUTO DI ESPLICITARE QUELLO CHE ERA GIÀ NOTO, CIOÈ CHE…

GIUSEPPE CONTE CON IL CASCO

1 – DAGONEWS - LA TAV FINIRÀ COSÌ: CONTE SI PRENDERÀ LA RESPONSABILITÀ DI FAR PARTIRE I BANDI, POI CI SARÀ UN VOTO IN PARLAMENTO IN CUI IL M5S VOTERÀ CONTRO MA SI TROVERÀ SCHIACCIATO DAGLI ALTRI, E BUONANOTTE (6 MARZO 2019)

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagonews-tav-finira-cosi-conte-si-prendera-197495.htm

 

2 – CHE NE SARÀ ADESSO DELLA TORINO-LIONE

Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera”

 

TAV TORINO LIONE

1 – Di che cosa parliamo?

Dell' avvio della procedura per la costruzione della Tav, la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione. Oggi c' è il consiglio di amministrazione della Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt) per dare il via libera all' iter per i primi lotti che riguardano il tunnel in territorio francese.

CANTIERE TAV TORINO LIONE

 

2 – Che cosa ha chiesto il premier Conte alla Telt nella lettera sulla Tav?

Ha chiesto di «soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara» e di «astenersi da qualunque atto» che «produca vincoli giuridici» per l' Italia. Ha invitato a porre in essere le azioni necessarie per non perdere i fondi europei, ma con la «piena reversibilità» delle stesse, cioè la possibilità di tornare indietro.

 

3 – Che cos' è la Telt e cosa ha risposto al premier?

giuseppe conte 2

La Telt è la stazione appaltante, una società di diritto francese, di proprietà al 50% italiana e al 50 francese, i cui membri sono nominati dai due governi. La Telt ha spiegato che un rinvio dei bandi comporterebbe la perdita del finanziamento europeo e ha annunciato che darà il via libero agli avis de marchés (inviti a presentare le candidature).

 

4 – C' è differenza tra bandi, avvisi e manifestazione di interesse?

mario virano direttore generale telt 1

Di fatto no. Il governo italiano usa il termine «manifestazione di interesse». In realtà, si tratta della traduzione di avis de marchés , che nel diritto francese indica la prima fase del bando, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea e l' annuncio alle imprese della procedura. Segue verifica dei curricula e, alla fine dei sei mesi, il capitolato con l' offerta.

 

5 – È stata fermata la Tav? C' è stato un rinvio di sei mesi?

No. Era già previsto che i capitolati d' appalto fossero comunicati allo scadere di sei mesi. Su questo non c' è nessuna novità.

 

giuseppe conte 4

6 – Era possibile un rinvio?

No. I consiglieri rischiavano l' incriminazione per danno erariale e chiedevano un atto ufficiale del governo per lo stop. La lettera del premier non è un atto ufficiale.

 

7 – Che cosa ha ottenuto il premier Conte?

MAPPA TAV EUROPA

Ha ottenuto di esplicitare quel che era già noto, cioè che l' avvio della procedura dei primi bandi potrà non avere seguito. È quello che prevede già la clausola di dissolvenza.

 

8 – Cos' è la clausola di dissolvenza?

La possibilità, prevista dal codice degli appalti francese, di non dare seguito alla procedura, entro sei mesi. La «dissolvenza» si può fare per «interesse generale». Alcuni giuristi ritengono che siano necessari motivi di forza maggiore per lo stop e che si rischino ricorsi al Tar di Grenoble.

TAV - LA LETTERA DI CONTE A TELT 2

 

9 – Che cos' è l' avallo preventivo? Conte l' ha chiesto?

È il via libera dei governi allo scadere dei sei mesi, prima di dare il via ai capitolati. Conte l' ha chiesto, ma l' aveva già ottenuto. Diverse settimane fa il direttore generale della Telt Mario Virano aveva scritto ai governi, offrendo come ulteriore garanzia, rispetto alla clausola di dissolvenza, la necessità che allo scadere dei sei mesi ci sia il via libera esplicito dei due governi.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

10 – Che cosa succederà in questi sei mesi?

Il governo proverà a parlare con Macron e Junker, per convincere Parigi a cancellare l' opera. O, in subordine, per modificare la ripartizione delle spese e il tracciato previsto.

 

11 – Di Maio dice che non si sono «vincolati» i soldi degli italiani. È vero?

TAV - LA LETTERA DI TELT AL GOVERNO

I soldi sono già vincolati. Un miliardo e mezzo di euro sono già stati spesi e gli altri sono impegnati da sette accordi, tra i quali quattro trattati internazionali, tutti ratificati, e da due leggi nazionali.

 

12 – La Francia ha stanziato le risorse per la Tav?

Sì, anche se si dice il contrario. L' Italia prevede che le opere siano interamente finanziate dall' inizio (viste le opere interrotte in passato), la Francia le finanzia ogni anno.

 

13 – Tra Lega e M5S, chi ha vinto?

Non c' è un vincitore. I 5 Stelle hanno ceduto nei fatti, ottenendo una parziale vittoria mediatica, che fa passare la tesi del rinvio e dello stop all' opera. La Lega è infastidita dal no del premier alla Tav.

 

14 – Il premier ha ottenuto un buon risultato?

toninelli di maio aereo di stato

Ha evitato la crisi di governo. Quanto alla Tav, si è schierato con M5S, ma difficilmente riuscirà a bloccarla.

 

15 – Chi può fermare la Tav?

Per fermarla occorre una legge di modifica dei trattati con la Francia, che tocca al Parlamento: ma in quella sede il M5S non ha i voti necessari. Se l' Italia volesse sottrarsi al trattato, ci sarebbe un arbitrato internazionale. Se perdesse, dovrebbe pagare a Parigi quasi 4 miliardi, cifra calcolata sulla base delle relazioni giuridica e costi-benefici.

 

 

 

 

 

3 – TUTTO PREVISTO: VIA AI BANDI E GIORGETTI FRENA CONTE

Gian Maria De Francesco per “il Giornale”

 

salvini visita il cantiere tav di chiomonte 17

Oggi il consiglio di amministrazione di Telt, la società di gestione del tunnel della Torino-Lione, darà il via libera alla pubblicazione degli avis de marché per i tre lotti francesi del tunnel da complessivi 2,3 miliardi di euro. L' iter, dunque, sarà avviato in modo da rispettare il termine del 31 marzo per ricevere il finanziamento europeo per il 2019 e non perdere i 300 milioni già stanziati da Bruxelles.

 

Il presidente di Telt, Hubert du Mesnil, sarà a Parigi con gli altri componenti francesi (Vincent Lidsky, Marie-Line Meaux, Laurent Pichard e Bruno Dicianni) e il direttore generale della società, l' ex commissario Tav Mario Virano, mentre in collegamento da Roma ci saranno i componenti italiani (Oliviero Baccelli, Roberto Mannozzi, Stefano Scalera e Paolo Emilio Signorini).

giancarlo giorgetti matteo salvini

 

Parteciperanno al cda, ma senza diritto di voto, i tre osservatori, rappresentanti rispettivamente della Regione Piemonte, della Regione Alvernia-Rodano-Alpi e della Commissione Ue. Il punto di partenza della discussione sarà la lettera inviata venerdì dal premier Giuseppe Conte con la quale il governo italiano ha chiesto a Telt di «soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara» e di «evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull' erario italiano».

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Verrà poi data lettura della risposta della società in base alla quale nella quale si mette in evidenza l'«assenza di atti giuridicamente rilevanti» nonché la nota del ministro francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, che ha chiesto all' Italia di dare il via all' opera.

Salvo clamorose sorprese, al momento non prevedibili, il consiglio di amministrazione avvierà la pubblicazione degli avis equiparabili a delle manifestazione di interesse. Non essendo strutturati come i bandi previsti dalla normativa italiana, il Movimento Cinque stelle per ora è rassicurato nonostante i lavori siano destinati a non fermarsi.

 

giuseppe conte 1

Ieri durante In mezz' ora in più è stato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti a spiegare ulteriormente il significato della locuzione «assenza di atti giuridicamente rilevanti». Come ha precisato l' esponente leghista, «per fermare la Tav serve una ratifica da parte del Parlamento, non la decide né il governo né il presidente del Consiglio», ha rimarcato Giorgetti. «La procedura di gara prevede che per sei mesi non ci siano obblighi per le parti; poi bisognerà vedere l' esito del negoziato che potrebbe produrre una modifica di impatto economico», ha aggiunto rilevando che in questo caso si andrebbe in Parlamento «per discutere questo tipo di modifiche» e auspicando che «la discussione sulla Tav produca un risparmio di costi per quanto riguarda la parte italiana».

TAV - LA LETTERA DI CONTE A TELT

 

Insomma, anche se il presidente del Consiglio ha scritto a Francia e Commissione Ue dell' intenzione di rinegoziare l' infrastruttura, egli non ha alcun titolo per fermare o avallare alcunché. Pur senza menzionarlo, Giorgetti ha voluto rilevare la preminenza del Trattato internazionale per la realizzazione della Tav, ratificato dal Parlamento del 2013, rispetto a qualsiasi altro tipo di valutazione dei protagonisti politici.

 

E, in un certo senso, ha preannunciato che tale evenienza vedrebbe il Carroccio schierato a favore del sì visto il richiamo rivolto a Conte ha preso la parte di coloro che sono contrari all' opera. La pubblicazione degli avvisi, infatti, non comporta immediatamente un vincolo finanziario né per Telt né per i governi italiano e francese ma, trascorsi i sei mesi previsti, la «clausola di dissolvenza» non è invocabile senza accordo con i partner e senza il voto del Parlamento.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO