roncone farina fontana

SULLE PAGINE DEL “CORRIERE” SI CONSUMA IL MEGA DRAMMA DI RENATO FARINA, COSTRETTO A DIMETTERSI DALLO STAFF DI BRUNETTA IN 48 ORE - PRIMA PARLA CON FABRIZIO RONCONE: “A RENATO SCRIVO TESTI E DISCORSI. GUADAGNERÒ 18MILA EURO LORDI L’ANNO. DRAGHI? SE DOVESSI ESSERE UN PROBLEMA, MI TIRO INDIETRO. NON M'ASPETTAVO SUBITO TANTA CATTIVERIA, CHIARO CHE VOGLIONO INDEBOLIRLO” - POI LO RICHIAMA: "HO SBAGLIATO A PARLARE CON TE: UN ERRORE" - LA LETTERA DI FARINA AL DIRETTORE FONTANA: “INTERVISTA ODIOSAMENTE FASULLA. NON HO MAI DETTO DI AVER SCRITTO I DISCORSI DI BRUNETTA, NÉ CHE STAVO PREGANDO. LA MIA RISPOSTA SU DRAGHI ERA UNA BATTUTA. LE DIMISSIONI NASCONO DAL FATTO…”

«HO SBAGLIATO A PARLARE» E FARINA (L'EX AGENTE BETULLA) LASCIA L'INCARICO AL MINISTERO

fabrizio roncone foto di bacco

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

Questo è il tormentato sabato pomeriggio dell'ex agente segreto Betulla (da civile: Renato Farina, di anni 66), che - dopo due giorni di polemiche roventi - si è dimesso da consigliere per la comunicazione istituzionale del ministro Renato Brunetta. Il racconto comincia alle 16,45. Con una telefonata. Betulla era del ramo, certi trucchetti dovrebbe conoscerli. E invece ci casca. Legge sul display del telefonino «Numero Privato», e risponde.

 

«Ah! Mhmm Sei tu. Sono a messa, sto pregando. Ho visto un numero sconosciuto e ho risposto pensando fosse il presidente Draghi. Possiamo sentirci tra un po'?» (voce soffiata, curiale). Betulla è di parola, almeno stavolta. Richiama cinque minuti dopo. Dice di essere appena uscito dal santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, nella pianura bergamasca. Ansima. «Sono ore un po' complicate». Non un po': molto. Il suo curriculum è tornato di attualità.

 

renato farina

Un personaggione: ciellino, prima al Sabato e poi all'Indipendente e al Giornale , tipologia di giornalista ossequioso, nel 2004 è arruolato da Pio Pompa nei ranghi del Sismi diretto da Niccolò Pollari. Inizia una nuova carriera. Buia. Chicche sparse: riserva un trattamento di scherno per gli ostaggi italiani rapiti in Iraq - Simona Pari e Simona Torretta («le vispe terese»), Giuliana Sgrena («rapita dai suoi amici terroristi»), Enzo Baldoni («un pirlacchione» da «vacanze intelligenti»); poi, nel maggio del 2006, tre anni dopo il sequestro a Milano di un imam dalla vita bizzarra, Abu Omar, Farina - qualificandosi come giornalista - va al palazzo di Giustizia di Milano e incontra i magistrati Armando Spataro e Ferdinando Pomarici che, sul rapimento organizzato dalla Cia, conoscono già moltissimi dettagli.

fabrizio roncone foto di bacco

 

Fingendo di intervistarli, gli racconta un po' di balle. E, soprattutto, prova a coinvolgere il pm Stefano Dambruoso (sperando così di spostare la competenza dell'indagine a Brescia). Poi esce e, invece di telefonare al suo direttore, chiama Pio Pompa: «È stata durissima, ma ce l'ho fatta». Invece sono loro che l'hanno fatta a lui: la sua visita era attesa, sotto le scrivanie dei giudici, due microspie. Farina, che lavoro fai? Ma lui, niente. Continua e scrive il falso contro Romano Prodi, assicurando che, sul caso Omar, quando era premier fosse d'accordo con gli Usa e i nostri Servizi. Al processo patteggia una condanna a sei mesi per favoreggiamento. Però al Sismi sanno essere riconoscenti: così gli rimediano due biglietti di tribuna per Italia-Ghana, ai mondiali di Germania; lui ringrazia sulla prima pagina di Libero , in codice non troppo cifrato: «Ho usato amici che la sanno lunga. Fatta! Grazie a Pio e a Dio» (intanto, tra dimissioni e reintegri, è tornato a far parte dell'Ordine dei giornalisti).

renato farina (2)

 

Ora bisogna immaginarselo che cammina sotto il sole a picco. Verso il parcheggio del santuario. Al cellulare. «Sai che io di te mi ricordo un sacco di cose? Per esempio, nel 2014 scrivesti un articolo su Berlusconi e». Sono io che faccio le domande.

 

Lei, se vuole, risponde: come nasce la sua collaborazione al ministero della Pubblica amministrazione?

«Mi dai del lei? Siamo colleghi, dovremmo darci del tu».

Decido io a quali colleghi dare del tu.

fabrizio roncone foto di bacco

«Come vuole. Allora: io e Renato collaboriamo da quando ero vicedirettore di Libero e insieme lanciammo una collana di libri che ha venduto milioni di copie...».

 

Mi sfugge il nome della collana.

«Eh, ora sfugge pure a me. Sono un po' teso».

Brunetta.

«Mi stima, lo stimo. Intesa intellettuale forte. Siamo stati insieme nel Pdl, io come deputato. Con lui, da tempo, esercito l'arte del ghostwriter , gli scrivo testi e discorsi».

 

renato farina

Quale sarà il suo compito al ministero?

«Renato mi chiederà dei pareri: che espressioni usare in pubblico, su cosa insistere...».

 

Quanto guadagnerà?

«18 mila euro lordi. All'anno, non al mese».

Lei non teme, con il suo passato, di mettere in difficoltà il presidente Mario Draghi?

«L'ho detto a Renato: se dovessi essere un problema, mi tiro indietro. Certo non m' aspettavo subito tanta cattiveria Chiaro che vogliono indebolirlo, minare il lavoro grandioso che ha fin qui svolto».

 

Questa telefonata dura 16 minuti e 15 secondi. Alle 17,44, però, Betulla richiama. Stavolta è risoluto.

fabrizio roncone

«Volevo comunicarti che ho sbagliato a parlare con te: un errore che un consigliere per la comunicazione non può e non deve fare. Mi sono confrontato, poco fa, con Brunetta. Mi dimetto». Fino a sera, poi, un rosario di WhatsApp in cui l'ex agente segreto Betulla chiedeva di poter rileggere i suoi virgolettati (se ci pensate, una bella faccia tosta).

 

 

 

La lettera di Renato Farina al direttore del “Corriere della Sera” Luciano Fontana

 

FARINA E BRUNETTA

Caro Direttore, l’intervista come risulta sulla pagina del Corriere a firma di Fabrizio Roncone è odiosamente fasulla. Sfido l’autore a pubblicare l’integrale audio sul sito del Corriere se mai abbia registrato. Più che un’intervista è un ritratto tipo body shaming della mia persona. Non ho mai detto che ho scritto i discorsi di Brunetta, né che io stavo pregando. Ero banalmente a Messa e ho richiamato per gentilezza. La mia risposta su Draghi era ovviamente una battuta, e ho detto pure qualcosa come: figuriamoci se un nessuno come me è in grado di dare un problema a Draghi.

 

fabrizio roncone

Sant’Anselmo sosteneva che si può tranquillamente scrivere che la Bibbia dice : «Dio non esiste». Basta togliere le tre parole che precedono la negazione: «Lo stolto dice: Dio non esiste». Ho sbagliato a mettermi nelle mani di chi dal primo istante della conversazione mi ha trattato con disprezzo. Le dimissioni nascono dal fatto di cui mi sono reso immediatamente conto chiusa la telefonata : se dopo gli articoli tossici del Fatto e di Repubblica anche il Corriere si affida a chi ridicolizza programmaticamente l’interlocutore, come l’esito documenta, l’unico modo per non essere un bersaglio utile per colpire di rimbalzo il ministro, è togliermi di mezzo. Questo ho fatto con una nota inviata alle agenzie, il resto sono bubbole di fango. Con stima per il suo lavoro. E amarezza per il torto che ho subito io e che ha offeso la buona fede mia e dei suoi lettori. Renato Farina

fabrizio roncone

 

LA REPLICA DI RONCONE

Confermo tutte le parole e i sospiri ascoltati ieri durante i colloqui avuti con l’ex agente segreto Betulla (Renato Farina). Certo comprendo la sua amarezza per essere finito al centro di un’altra sconcertante vicenda.

 

 

luciano fontana

renato farinaRenato Farina Renato Farina renato farinarenato farina

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”