riarmo europeo armi unione europea giuseppe conte elly schlein giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

SULLE SPESE MILITARI IL GOVERNO E LE OPPOSIZIONI SONO PIU’ SPACCATI CHE MAI - LA MAGGIORANZA, PER EVITARE FIBRILLAZIONI CON LA LEGA DEL FILOPUTINIANO SALVINI, NON PRESENTERÀ NESSUN TESTO. NEL PD TENSIONE ALLE STELLE TRA SCHLEIN E I RIFORMISTI - LE OPPOSIZIONI, CHE NEI COMIZI ESTIVI HANNO FESTEGGIATO L'UNITÀ TROVATA NELLE REGIONI, DI MOZIONI NE PRESENTANO BEN CINQUE - LE RITROVATE "AFFINITÀ ELETTIVE" ANCHE A STRASBURGO TRA LEGA E CINQUE STELLE NEL VOTO CONTRO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UE…

Alessandro De Angelis per la Stampa - Estratti

 

meloni salvini tajani

Ecco, riapre il Parlamento, dopo la pausa estiva. Ed è chiamato a discutere di spese militari. Questione di una certa rilevanza considerato quel che accade attorno: se siete arrivati a questo articolo, avete già sfogliato un bel po' di pagine in cui si parla di bombe, morti in Ucraina e a Gaza, balbettii dell'Europa, insomma, di un mondo sempre più insanguinato e incasinato da quando c'è Trump.

 

E la scorsa settimana c'erano le parate militari degli autocrati. Ebbene, in Parlamento, c'è da votare le mozioni relative all'impegno, preso con la Nato, di aumentare le spese militari. Occasione ghiotta - volendo - per far capire al Paese la posta in gioco e il "che fare".

 

(...) Le opposizioni, che nei comizi estivi hanno festeggiato l'unità trovata nelle Regioni, di mozioni ne presentano ben cinque, dicasi cinque. Testardamente disuniti.

 

antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

Vabbè, Carlo Calenda, si sa, balla da solo rispetto al campo largo. Nel testo, uno dei pochi dove si nominano Putin e le minacce degli autocrati, si chiede l'impegno ad aumentare le spese indicando poste di bilancio e tempi.

 

Poi ci sono Cinque Stelle e Avs, che scrivono esattamente l'opposto: no all'aumento sempre e qualunque esso sia, perché ogni euro in difesa è una spinta alle guerre e alla logica «bellicista». Piuttosto, fondi sulla sanità.

 

Poi c'è Matteo Renzi. Furbo. Sa che il tema delle armi è ineludibile per l'Europa e quindi se la cava dicendo «per ogni euro in sicurezza, un euro in sanità». Efficace, tanto la finanziaria la devono scrivere gli altri. Mentre il Pd, è impegnato in una infinita limatura in spagnolo: faremo come Sánchez. Che suona bene, anche se la sua posizione è un po' confusa. Perché prima ha votato a favore, poi ha detto: contribuiremo secondo le nostre capacità.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

Facciamola breve: se la coalizione fosse al governo, avrebbe un bel problema. In attesa del mitico esercito europeo, si dovrebbe misurare col tema "riarmo sì, no, sì come", esigenze e compatibilità. In fondo, è la stessa storia delle armi all'Ucraina e del Re-Arm Eu (dove il Pd chiede una radicale revisione ma non dice no, gli altri dicono no).

Ancor più sorprendente è quel che farà la maggioranza.

 

Che - udite, udite - non presenterà alcuna mozione. Proprio così: sull'argomento principe della destra (sicurezza, militari, forze armate), si nasconde. L'aumento si fa, ma non si dice. Per tutta una serie di motivi. Uno: il tema è impopolare, e nell'era in cui tutti pensano ai sondaggi e alle sette regioni al voto, da quelle parti solo Guido Crosetto ha la stazza per dire che l'era della sicurezza gratis è finita e bisogna guardare in faccia la realtà.

 

Due: Matteo Salvini che, come noto, su certe cose fa il trumpiano, su altre il pacifista disarmato e anche un po' filo-russo. Che meraviglioso esempio di "affinità elettive" il voto ieri a Strasburgo di Lega e Cinque stelle contro l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue...

fratoianni schlein conte bonelli al monk

 

Terzo: Giancarlo Giorgetti, che ha congelato il tema dei soldi con un pretesto tecnico.

 

Finché, cioè, è aperta la procedura di infrazione, non possiamo usare lo scorporo delle spese militari del Patto di Stabilità, per la gioia del suo leader. Scrivere una mozione avrebbe significato mettere nero su bianco questo rinvio.

 

Morale della favola. Tutti e due gli schieramenti peccano di omissione nell'indirizzo: l'andazzo è nascondere la verità perché sgradevole. L'opposizione si definisce unitariamente solo in quanto "contro" il governo, il governo in quanto "contro" l'opposizione, limitandosi a bocciarne le mozioni. L'unica cosa che non si definisce mai è l'assunzione propositiva di responsabilità, in un rapporto maturo con l'elettorato.

 

schlein landini conte

 

SPESE MILITARI

Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera - Estratti

 

Le opposizioni si presentano divise all’appuntamento di oggi pomeriggio alla Camera: in aula si votano le mozioni sull’aumento di spesa militare del 5 per cento del Pil, come richiesto dalla Nato.

 

Ma nel centrosinistra la spaccatura sulla politica internazionale è avvenuta già alla vigilia, al Parlamento europeo. I 5 Stelle infatti hanno votato con la Lega contro l’avvio delle procedure per l’ingresso dell’Ucraina nella Ue. Il Pd, con la sola (e solita) eccezione di Cecilia Strada si è espresso a favore, assieme a Fratelli d’Italia e FI. Una «vergogna»: il senatore dem Filippo Sensi bolla così l’atteggiamento del M5S.

giuseppe conte matteo salvini

 

Anche il segretario di +Europa Riccardo Magi ci va giù pesante: «Sono scandalosi».

 

Dunque, il voto di oggi pomeriggio a Montecitorio si carica di nuove tensioni. La maggioranza,onde evitare fibrillazioni e (possibili) defezioni, non presenterà nessun testo.

 

Meglio evitare dissidi con la Lega. L’onere della seduta è tutto in carico all’opposizione, con il Pd che fatica ancora a trovare la quadra sl suo interno. Tutte le mozioni del centrosinistra infatti sono già in rete da due giorni. Non quella dem, che non è stata ancora depositata. I deputati pd si vedranno oggi alle 12.30. L’assemblea del gruppo è stata fissata per scongiurare una spaccatura e da ieri sera è partita la trattativa interna per arrivare a un testo condiviso. Al momento, tra i fedelissimi di Elly Schlein e i riformisti le distanze restano immutate (...)

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Ma c’è di più. C’è da decidere anche l’atteggiamento da tenere nei confronti delle altre mozioni. Segnatamente, di quelle presentate dal Movimento 5 Stelle e dai rosso-verdi di Avs. Quasi metà gruppo del Pd ha già fatto sapere alla segretaria che non potrà mai astenersi sui testi di M5S e del tandem Bonelli-Fratoianni.

 

Nemmeno l’imminenza delle elezioni regionali può convincere i riformisti dem a compiere questo passo: «Così come sono, nella loro interezza, sono invotabili». Perciò si punta al voto per parti separate. 

 

 

(...)

Dunque, toccherà al Partito democratico, tanto per cambiare, cercare di evitare che la giornata di oggi si trasformi in una débâcle per il centrosinistra.

 

matteo salvini giuseppe conte

Le mozioni verranno bocciate, e questo è dato per scontato, ma bisogna almeno evitare che il fronte delle opposizioni giunga all’appuntamento diviso.

 

Per questa ragione gli sherpa del Partito democratico hanno proposto ai colleghi del centrosinistra di andare sul voto per parti separate. E la risposta è stata positiva, perché anche i 5 Stelle e i rosso-verdi, pur tenendo a marcare il loro pacifismo senza se e senza ma, non vogliono che oggi vada in scena la divisione del fronte delle opposizioni.

GIUSEPPE CONTE - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE -

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)