commessi montecitorio

TAGLIATI I VITALIZI AI PARLAMENTARI MA NON LE PENSIONI AI DIPENDENTI DI CAMERA E SENATO, L’ULTIMA VERA CASTA DI INTOCCABILI: PER 1 EURO DI CONTRIBUTI VERSATI, NE RICEVONO 4,5. GLI ALTRI VENGONO PRESI DALLE TASSE - ILLICENZIABILI, SUPER-GARANTITI, IL DIPENDENTE AL GRADINO PIU' BASSO ARRIVA A GUADAGNARE 99MILA EURO L'ANNO

 

Gian Maria De Francesco per ‘Il Giornale’

 

C' è una casta che sopravvive alle altre, perfino a quella dei parlamentari. La tanto declamata decurtazione dei vitalizi di deputati e senatori non colpirà, infatti, la folta schiera dei dipendenti delle Camere.

commessi montecitorio1commessi montecitorio1

 

Si tratta di circa duemila persone, vincitrici di regolare concorso, che mettendo in piede in Parlamento hanno fatto bingo. Da una parte gli emolumenti sono di tutto rispetto con scatti di anzianità che procedono a velocità supersonica rispetto a quelli dei comuni mortali. Dall' altra parte, essi diventano titolari di trattamenti pensionistici pantagruelici in virtù degli stipendi maturati. E meno male che dal 2011, con l' entrata in vigore della riforma Fornero, anche il loro sistema previdenziale diventò pro-rata e non totalmente retributivo.

 

Volete un esempio di come lavorare con Piero Grasso e Laura Boldrini come capo azienda sia una pacchia? Basta guardare il bilancio consuntivo 2016 dell' Inps. L' istituto guidato da Tito Boeri l' anno scorso ha incassato 219,2 miliardi di contributi previdenziali da lavoratori e aziende e ha erogato trattamenti pensionistici per oltre 275 miliardi.

 

COMMESSI 
SENATO
COMMESSI SENATO

Il rapporto tra quanto erogato e quanto incamerato è di 1,25 e dà una misura dello squilibrio progressivo del nostro sistema che le generazioni più giovani stanno pagando. Per ogni euro versato ne escono 1,25 per pagare le pensioni. Alla Camera, invece, a fronte di circa 55 milioni di introiti vengono versati ai dipendenti in quiescenza circa 260 milioni. Il rapporto è di 4,7 euro di pensioni per ogni euro di contributi. Al Senato si scende a 4 (145 milioni di pensione a fronte di circa 36 milioni di contributi).

 

Lo sbilancio previdenziale dei due rami del Parlamento (la dinamica del personale è praticamente simile a quella dei vitalizi) fa sì che tanto alla Camera quanto al Senato le spese per gli onorevoli e per i dipendenti, incluse le rispettive pensioni, «divori» l' 80% delle entrate che, sommando Montecitorio e Palazzo Madama, ammontano a 1,5 miliardi di euro circa. A proposito, a pagare è ciascuno di noi.

 

commessi montecitoriocommessi montecitorio

Per il Parlamento vale l' autodichia, cioè la completa autonomia normativa e gestionale (prerogativa costituzionale affinché la sovranità non sia limitata), dunque la gestione di stipendi e pensioni è tutta fatta in casa.

 

Vi provvede il ministero dell' Economia con lo stanziamento di bilancio per il funzionamento degli organi costituzionali. Dunque, è con le nostre tasse che questo sistema si tiene in equilibrio. Anche perché il Palazzo per contenere le spese ha ridotto il numero dei dipendenti aumentando lo sbilancio previdenziale. Le Camere sono lo specchio perfetto del nostro Paese, purtroppo.

 

riforme  rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcfriforme rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcf

Ma perché la democrazia, tanto faticosamente conquistata dagli antenati, ci costa così tanto? Ripartiamo dalle famose progressioni di carriera dei dipendenti. Il tetto di 240mila, esteso dal governo Renzi a tutte le retribuzioni della pubblica amministrazione (escluse quotate ed emittenti titoli) è stato recepito quasi totalmente dalle Camere. Lo stop agli aumenti cesserà il prossimo 31 dicembre: dall' anno prossimo il blocco non varrà più.

 

In ogni caso, i lavoratori godono di minimi retributivi «fuori mercato». L' operatore tecnico e l' assistente parlamentare (il commesso), i due scalini più bassi della carriera della Camera, partono da un salario di ingresso rispettivamente di 30mila e 35mila euro annui lordi. Che dopo trent' anni di servizio diventano 99mila, con buona pace di tanti lavoratori che ogni due o tre anni a seconda del contratto, guadagnano 20 euro lordi in più al mese.

riforme  bagarre m5s, aula sospesa riforme bagarre m5s, aula sospesa

 

Il secondo agente lievitante delle retribuzioni sono le indennità che a Montecitorio sono pressoché forfettizzate ed erogate sostanzialmente attraverso una quattordicesima e una quindicesima mensilità (quest' ultima spalmata ad aprile e settembre). Chi lavora per Boldrini e Grasso, inoltre, può godere di una tolleranza (conservazione del posto) di 3 anni per malattia. Oltre a un' illicenziabilità di fatto. La «casta» è viva e lotta.

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."