antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

TAJANI ATTACCA SALVINI MA PARLA A MELONI – IL SEMPRE MITE MINISTRO DEGLI ESTERI HA TROVATO UN PIGLIO DA PANZER, SU MANDATO DI MARINA BERLUSCONI (INCAZZATISSIMA PER LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI CHE COLPISCE MEDIOLANUM) – E COSÌ, DOPO LO SCAZZO SULLA PRIVATIZZAZIONE DEI PORTI, PRENDE LE DISTANZE DAL “CAPITONE” E INSISTE SULLE PENSIONI MINIME, MENTRE LA LEGA RICICCIA IL VECCHIO CAVALLO DI BATTAGLIA DI QUOTA 41…

Articoli correlati

LA FAMIGLIA BERLUSCONI E DAVVERO INCAZZATA CON LA FAMIGLIA MELONI PER LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. SALVINI E TAJANI DIVISI ANCHE SULLE PENSIONI FI INSISTE PER LE MINIME, LA LEGA: "QUOTA 41"

Estratto dell’articolo di Serena Riformato per “La Stampa”

 

antonio tajani alla versiliana

Entrambi i protagonisti gettano acqua sul fuoco: nessuno scontro, andiamo d'accordo, «siamo diversi, ma lavoriamo insieme», assicura Antonio Tajani a La Stampa. Il dato politico però c'è: i due vicepremier del governo di Giorgia Meloni, da qualche settimana, non sono d'accordo quasi su niente.

 

Sul palco de “La Piazza”, la rassegna di Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, i due ministri non si incrociano […] ma si contraddicono a distanza. Tutto sommato. Prendiamo le privatizzazioni. Il leader di Forza Italia non indietreggia: «Sui porti – ripete – ho fatto presente un principio con cui sono cresciuto politicamente: meno Stato e più impresa per fare crescere l'economia». E quindi: «Più servizi vanno affidati alle imprese», ma senza toccare i «beni demaniali».

 

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI

Neanche dieci minuti dopo il ministro dei Trasporti lo saluta dal maxi-schermo sotto la Torre dell'orologio: «A Tajani vorrei dire che sui porti bisogna stare molto attenti, ci sono già presenze cinesi. Prima di spalancare le porte a chi ci vede come terra di conquista, ci penserei».

 

[…] Sulla previdenza, allora. Anche lì ricette diverse: il segretario della Lega affetto al consueto cavallo di battaglia di Quota 41; Antonio Tajani fermo sull'antico adagio berlusconiano: «Io credo che si possa fare anche un piccolo passo in avanti sull'aumento delle pensioni minime», per portarle a 700 euro. Ma lo sanno entrambi: o l'una o l'altra, forse nessuna.

 

IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI

L'altra faglia sulla manovra si è aperta prima della pausa estiva e ancora non si è ricca: gli extraprofitti delle banche. Matteo Salvini ci ha messo subito il cappello con la presidente del Consiglio. Il segretario di Forza Italia non parla d'altro da settimane: bisogna cambiare la norma. Battendo su quattro punti: escludere le banche di piccole dimensioni, non far gravare la tassa sui titoli di Stato, renderla deducibile e chiarire che si tratta di un'imposta una tantum.

 

[…]

 

Gran finale delle divergenze, la politica europea. Gli slogan ripetuti rimangono di segno opposto: «Preferisco la serietà della Le Pen alle politiche di Macron e dei socialisti europei», insiste il leghista. «Impossibile che si crei a Bruxelles una maggioranza con Le Pen e Alternative für Deutschland», scandisce, una volta di più, l'ex presidente del parlamento europeo. E in riferimento alle politiche del partito dell'ultradestra tedesca rincara la dose: «Mi fa schifo chi dice che un bambino disabile non può stare in classe con gli altri compagni – aggiunge Tajani – sono idee dal sapore nazista».

 

2 – SALVINI-TAJANI, SCONTRO SU PORTI E PENSIONI

Estratto dell'aticolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”

 

matteo salvini antonio tajani

«Alcuni servizi nei porti devono essere privatizzati», dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Attenzione a spalancare le porte a chi ci vede come una colonia o come terra di conquista», ribatte il titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Le priorità dei due vicepremier corrono su rette parallele, che per forza di cose non possono incrociarsi. E nella piazza di Ceglie Messapica alla kermesse organizzata da Affaritaliani - anticipano lo scontro che oggi animerà il primo Consiglio dei ministri post vacanze.

 

[…] E non è un caso che il segretario di Forza Italia chiarisca: «Porterò in consiglio dei ministri la nomina del nuovo ambasciatore in Niger e cominceremo ad affrontare i grandi temi della manovra, il 6 settembre ci sarà una riunione della maggioranza», quasi ad anticipare che su molti temi ci sarà da battagliare. E comincia a schierarsi: «Ha ragione il ministro dell’Economia Giancarlo Georgetti: non si può fare tutto. Dunque puntiamo su alcune priorità».

 

ANTONIO TAJANI E GIORGIA MELONI COME MASSIMO SEGRE E CRISTINA SEYMANDI

Quelle di Forza Italia sono: «La stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale del 7% che scade il 31 dicembre» e, più genericamente, «difendere il potere d’acquisto di famiglie, imprese e anziani, aumentare le pensioni minime». Ma, proprio in merito alle pensioni, la tempistica di FI e Lega non è la stessa. Tajani ricorda «l’obiettivo è di portarle a 1.000 euro entro fine legislatura», Salvini vorrebbe l’aumento già in questa manovra.

 

Altre distanze sono evidenti con Fratelli d’Italia e da parte di Tajani torna il giudizio duro sull’atteggiamento tenuto dalla premier Giorgia Meloni in relazione alla tassazione degli extraprofitti delle banche: «Si poteva fare meglio, perché le banche non sono tutte uguali, bisogna escludere le piccole banche, le Bcc e le banche popolari che raccolgono risparmi ma non fanno profitti».

 

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

Poi annuncia quattro emendamenti che presenterà Forza Italia nella speranza di introdurre gli agognati correttivi. Salvini, invece, sul punto non ha recriminazioni da fare. Per lui tra le priorità ci sono «centinaia di opere che finora sono rimaste ferme» e cita autostrade, porti, il ponte sullo Stretto, che invece potrebbe restare fuori dalla manovra. […]

GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI matteo salvini antonio tajani

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")