TASSE CHE VANNO IN FUMO – VISTO CHE NEL 2013 LE IMPOSTE SUL TABACCO PER LA PRIMA VOLTA HANNO PORTATO NELLA CASSE DELLO STATO 600 MILIONI IN MENO DELL'ANNO PRIMA, QUEL GENIO DI RENZI TENTA DI CORRERE AI RIPARI. CON UNA NUOVA STANGATA….

Andrea Bassi per "Il Messaggero"

Seicento milioni di euro letteralmente andati in fumo. Nel 2013 le tasse sul tabacco, quelle che tecnicamente si chiamano accise, per la prima volta hanno portato nelle casse dello Stato meno soldi dell'anno precedente.

Da tempo al ministero del Tesoro è suonato un campanello d'allarme, anche perché dalla tassazione dei prodotti da fumo ogni anno lo Stato incassa più di 14 miliardi di euro. A lungo ci si era cullati su un principio, ossia che la domanda di sigarette fosse «anelastica». Significa che se aumentano i prezzi i consumi non calano. Così il governo è andato avanti, tra Iva e accise, a colpi di rincari nella speranza di incassare più soldi per le casse pubbliche.

Ma non è stato così. Per correre ai ripari e provare a recuperare la perdita di gettito, il Tesoro sta mettendo a punto un provvedimento, un decreto legislativo di attuazione della delega fiscale, per rimodulare tutta la tassazione sui tabacchi. Il testo dovrebbe essere trasmesso nei prossimi giorni al comitato ristretto costituito dalle commissioni finanze di Camera e Senato per essere discusso.

LE IPOTESI
Quello paventato da molti esperti del settore è il rischio che, tuttavia, sul fumo arrivi una nuova stangata. Già nei mesi scorsi, quando al governo c'era Enrico Letta, il Tesoro aveva lavorato ad una bozza di provvedimento che potrebbe essere ripresa nella sua sostanza e che potrebbe portare ad aumenti record nel prezzo delle bionde.

In che modo? L'accisa totale sui tabacchi è già al 58,5 per cento. Sarà alzata almeno di altri due decimali, fino al 58,7 per cento. Il punto è come avverrà l'aumento. L'accisa è costituita da tre parti, una «minima», che sarà confermata per evitare che i prezzi scendano troppo, una cosiddetta «specifica», che è fissa e uguale per tutti i produttori, e una cosiddetta «ad valorem» che invece è proporzionale al prezzo di vendita. L'intenzione del governo sarebbe quella di aumentare l'accisa specifica, attualmete al 7,5 per cento e calcolata sul prezzo medio ponderato delle sigarette.

Questo meccanismo potrebbe avere un effetto collaterale: far aumentare il prezzo soprattutto delle sigarette meno care, quelle low cost, che secondo alcune stime potrebbero salire fino a 40 centesimi. All'ombra del provvedimento governativo, dunque, si starebbe combattendo anche una guerra sotterranea tra produttori di bionde, proprio in considerazione che il nuovo meccanismo di tassazione potrebbe cambiare il mercato portando tutti i prezzi a ridosso dei 5 euro.

Ci sono poi anche alcuni studi, come quello del Casmef della Luiss, che stimano che un ulteriore aumento delle accise potrebbe deprimere ulteriormente le entrate dello Stato, facendole scendere da più di 14 miliardi a meno di 12 miliardi. Un vero rebus.

Intanto ieri il ministro Pier Carlo Padoan commentando l''ipotesi eventuale di privatizzazione di Ene ed Eni, ha detto che iul governo «valuta tutte le ipotesi». Infine il governo ha deciso di porre la fiducia sul decreto lavoro del ministro Giuliano Poletti. Il voto ci sarà questa sera alla Camera.

 

GAULOISES sigaretteSIGARETTEMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

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