salvini di maio tav chiomonte tunnel

DI MAIO E SALVINI AI FERRI CORTI SULLA TAV E TONINELLI MINACCIA LE DIMISSIONI – IL LEADER LEGHISTA, FAVOREVOLE ALL’OPERA, VUOLE CHIUDERE UN TORMENTONE CHE LO STA METTENDO IN DIFFICOLTA’ CON IL NORD - IL TENTATIVO DI MEDIAZIONE DI CONTE: SULLA TAV E’ IN GIOCO "L' INTERESSE NAZIONALE", LA SCELTA SARA’ “POLITICA” E L’ANALISI COSTI-BENEFICI POTREBBE AVERE UN PESO RELATIVO

Marco Conti per “il Messaggero”

toninelli tav

 

Le slide, i tecnici del ministero delle Infrastrutture, i professori della costi-benefici. Per l' appuntamento no limits a palazzo Chigi di questa sera Giuseppe Conte è pronto a fare le cose in grande, malgrado il mercoledì delle ceneri impedisca le frappe.

 

D' altra parte sulla Tav, come sulla Diciotti o la manovra di bilancio dello scorso dicembre, è in gioco «l' interesse nazionale» e quando i due vicepremier sono imballati nei rispettivi «pregiudizi di parte», Conte ha dalla sua l' articolo 95 della Costituzione.

salvini tav

 

E poiché il presidente del Consiglio «dirige la politica generale del governo e ne è responsabile», la scelta che verrà fatta entro venerdì sarà prettamente politica e quindi l' analisi costi-benefici del professor Ponti potrebbe avere un peso molto relativo. Un percorso che Conte ieri mattina ha illustrato a Di Maio e Salvini alla presenza del ministro Toninelli.

 

salvini tav

Insofferenti e non più in reciproca sintonia i due vicepremier, e pronto alle dimissioni il titolare di Porta Pia che oltre e non condividere troppo i criteri di Conte, non sembra reggere la dura contestazione della base grillina che lo accusa di non essere riuscito a chiudere ancora la vicenda. Critiche forse eccessive visto il pressing leghista e anche il testo del contratto che non parla di abbandono dell' opera, ma di rivisitazione nell' ambio dell' intesa già stretta con Parigi. Salvini ha fretta.

toninelli tav

 

Vuole la Tav, è al massimo disposto a cedere qualcosa sulle opere accessorie, ma soprattutto vorrebbe chiudere al più presto un tormentone che lo sta mettendo in difficoltà con le regioni del Nord.

 

tav tunnel di base nel lato francese 6

Il punto di caduta di una vicenda che si trascina da mesi - ma che per forza deve concludersi prima di lunedì per permettere a Telt di decidere cosa fare dei bandi di appalto - è più o meno quello che si scrive da giorni. Ovvero non impedire che partano i bandi Telt salvo poi riservarsi, come prevede il diritto francese, di revocarli entro sei mesi qualora non si riesca a convincere i francesi che è meglio dirottare i finanziamenti sulla vecchia linea del Frejus. In questo modo il governo potrebbe respirare almeno sino a maggio se non oltre.

 

MAPPA TAV EUROPA

Con la Lega che alle elezioni potrebbe sostenere che la Torino-Lione va avanti e il M5S che potrebbe argomentare di voler comunque bloccare tutto, magari dopo le Europee. Una soluzione a metà che non accontenta del tutto i contraenti della maggioranza, ma che sembra l' unica possibile. I problemi più grossi che però incontra questa soluzione sono nel M5S. Di Maio, silente da qualche giorno e arrabbiato con Salvini che accusa di ingratitutidne, fatica a tenere i gruppi parlamentari. Al Senato i grillini hanno già perso molto e la fronda anti Salvini cresce, come dimostrano anche le assenze di ieri alla Camera al momento del voto sulla legittima difesa. E così il problema più complicato di Conte è quello di trovare una soluzione che permetta a Di Maio e al M5S di non passare per sconfitto.

 

LUIGI DI MAIO E LA TAV

Per dimostrare di voler combattere sino in fondo, nel M5S prende quota l' idea di presentare in Parlamento - dopo il via libera a Telt - un ddl che dovrebbe smontare la legge obiettivo e spingere il governo a rivedere gli accordi con la Francia. Una battaglia identitaria destinata alla sconfitta, visto i numeri in Parlamento dei favorevoli alla Tav - ma che secondo qualcuno potrebbe permettere al M5S di restare a testa alta.

 

D' altra parte il paradosso che si consuma al tavolo della Tav e che, malgrado l' importanza che ha assunto l' opera, nè Di Maio nè Salvini vogliono giocarsi il governo. Ognuno dei due vicepremier è infatti convinto che l' altro alla fine alzerà il piede dall' acceleratore, ma il rischio di fare la fine di Thelma&Louise è forte. Le occasioni non mancano, visto che al Senato dovrà ripassare la legittima difesa e che sempre a palazzo Madama si voterà il 20 sulla richiesta di processare Salvini e il 21 sulla mozione di sfiducia del Pd a Toninelli. Dalle parti della Lega c' è la convinzione che se perdono peso la contestata analisi costi-benefici e i pregiudizi di entrambe le parti, restano i contratti e il trattato con la Francia.

 

Due argomenti destinati a pesare sulla scelta che venerdì farà Conte. Il rischio di incappare in una responsabilità per danno erariale è infatti forte su un' opera già approvata e con soldi già stanziati. Così come è politicamente pericoloso per la credibilità internazionale stracciare unilateralmente un trattato e revocare contratti.

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 3 salvini visita il cantiere tav di chiomonte 14

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM