delrio benetton

L’ULTIMO REGALO AI BENETTON – AUTOSTRADE POTEVA AUMENTARE I PEDAGGI DEL 6%: DOPO AVER TRATTATO CON L’EUROPA PER PROROGARE LA CONCESSIONE, IL DIRETTORE GENERALE PER LA VIGILANZA DEL MIT, VINCENZO CINELLI, (NOMINATO DA DELRIO) FA UN ACCORDO ALTERNATIVO CON AUTOSTRADE – CHE DICE TONINELLI, CHE HA CONFERMATO IL TECNICO IN QUEL DELICATISSIMO INCARICO?

Maurizio Tortorella per “la Verità”

 

graziano delrio

Perché il 6 aprile 2018 il ministero delle Infrastrutture e trasporti, in quel momento ancora retto da Graziano Delrio, autorizza la Autostrade per l' Italia (Aspi) dei Benetton ad aumentare i pedaggi di un valore complessivo tra il 4 e il 6% da lì alla fine del 2038, cioè il termine ultimo della concessione?

 

Perché concede quell' autorizzazione, il ministero, sapendo perfettamente che su quella materia lo stesso Delrio meno di un anno prima ha stretto un accordo molto diverso con il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager?

 

Dubbi irrisolti

fratelli benetton

E perché invece non aspetta che arrivi l' autorizzazione europea conseguente a quell' accordo, il ministero, visto che sicuramente è a conoscenza che il suo recapito è imminente e visto che, per di più, il governo guidato da Paolo Gentiloni in quel momento è in regime di «prorogatio» dato che un mese prima, il 4 marzo, le elezioni hanno modificato in profondità il quadro politico?

 

Ruota intorno a queste tre domande un busillis che rischia di rivelare l' ennesimo, anomalo vantaggio per i Benetton, ma potrebbe trasformarsi anche in un imbarazzante groviglio di spine da dipanare, sbattuto nelle mani del successore di Delrio, il grillino Danilo Toninelli.

 

Vestager

La storia è complessa, ma s' infila nei più oscuri meandri degli immensi interessi in gioco nel capitolo autostradale. E per questo va raccontata. Tutto parte dalla necessità di realizzare la gronda di Genova, l' opera viaria che avrebbe dovuto alleggerire il traffico sul ponte Morandi, disastrosamente crollato il 14 agosto scorso. Se ne discute da tempo infinito: sono 54 chilometri di asfalto, con 23 nuove gallerie e 13 nuovi viadotti. Insomma, un' opera monstre. Una decina d' anni fa si parlava di 3,2 miliardi di euro.

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Nel luglio 2017, Vestager e Delrio si accordano su un nuovo prezzo, 4,8 miliardi: è quanto, in totale, dovrà investire Aspi per realizzare la gronda, ma in cambio la Commissione europea autorizza una proroga di quattro anni nella sua concessione su 3.000 chilometri di autostrade italiane (non terminerà più alla fine del 2038, ma del 2042), e dal 2019 Aspi su tutta la sua rete potrà anche aumentare i pedaggi dello 0,50% oltre l' inflazione.

 

Il 6 aprile 2018, però, proprio mentre si aspetta che da Bruxelles arrivi l' autorizzazione formale che conferma l' accordo Delrio-Vestager (sarà poi recapitata appena 22 giorni dopo, il 28 di quello stesso mese), a Roma la direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del Mit, retta da Vincenzo Cinelli, concorda tutt' altro con Aspi.

 

fratelli benetton

A rivelarlo è Maurizio Rossi, ex senatore genovese di Scelta civica e membro della commissione trasporti, nonché esperto della materia. «In base a quell' intesa», dice Rossi alla Verità, «si stabilisce che i Benetton realizzeranno sì la gronda, e che questa dovrà costare in tutto i 4,8 miliardi già stabiliti, ma non avranno proroga della concessione. In cambio, però, tra 2018 e 2038 Aspi potrà aumentare i pedaggi di una quota fra il 4 e il 6%».

 

MAURIZIO ROSSI

Difficile dire se questo sia o meno un «regalo», rispetto allo 0,5% più l' inflazione stabilito da Vestager. Perché anche l' incremento del 4-6% di cui parla Rossi si aggiunge all' inflazione: in base all' accordo con il ministero, però, l' incremento dei pedaggi di anno in anno dovrebbe correre di più o di meno a seconda di quanto la concessionaria dei Benetton avrà effettivamente speso nei lavori della gronda entro il 31 dicembre dell' anno precedente. Più velocemente Aspi investirà, insomma, e più velocemente potrà andare all' incasso rincarando le tariffe.

 

L' ira di salvini

il crollo del ponte morandi a genova

Quello che invece assomiglia più chiaramente a un vantaggio per la concessionaria dei Benetton è la quota di lavori sulla gronda che, come stabilisce il Codice degli appalti italiano, l' intesa con il Mit concede ad Autostrade di affidare alle sue proprie imprese di costruzione: in questo caso è il 40%.

 

Al contrario, nel 2017 la commissaria Vestager ha imposto a Delrio la clausola che Aspi debba appaltare fuori dal suo perimetro di gruppo l' 80% dell' opera, e soltanto il 20% al suo interno.

il crollo del ponte morandi a genova

Il risultato, comunque, è un vero ginepraio. Informato della vicenda nella serata di mercoledì dallo stesso Rossi, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha reagito con durezza: «Andrò ad analizzare la situazione», è stata la sua reazione.

 

«Certo, è roba da matti. E sarebbe di una gravità assoluta se quattro mesi fa fosse stato fatto l' ennesimo regalo ad Autostrade per l' Italia». Mentre Salvini indaga, la palla (meglio, il groviglio di spine) passa, tecnicamente, nelle mani del suo collega Toninelli.

 

autostrade spinoza

Con una spina in più: perché è vero che Cinelli, il capo della direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del Mit, quella che il 6 aprile si è messa d' accordo con i Benetton, è un tecnico che era stato nominato il 14 agosto 2017 da Delrio; ma è altrettanto vero che Toninelli, tre mesi fa, lo ha confermato in quel delicatissimo incarico. Che cosa farà il ministro grillino, davanti al bivio?

 

Dopo il crollo del viadotto di Genova, il governo gialloblù ha ventilato di usare contro Aspi l' arma atomica della revoca della concessione, e quindi il dilemma tra «opzione Vestager» e «opzione Mit» può forse sembrare un problema secondario.

 

DANILO TONINELLI

In realtà, dato che la decisione finale sull' ipotesi di una rottura del contratto con i Benetton avrà probabilmente tempi lunghi, il ministro prima o poi dovrà valutare il da farsi. Sceglierà per la soluzione apparentemente più seria, quella concordata dal suo predecessore con l' Europa, che però prevede l' allungamento della concessione di Aspi fino al 2042?

 

Sarebbe un bel paradosso, per chi ha già annunciato di volere la revoca immediata di quel lunghissimo contratto. L' alternativa, però, sarebbe confermare l' accordo firmato in aprile dai tecnici del suo stesso ministero: ma non nasconderà l' ennesimo «regalo» ai Benetton?

autostrade benetton

 

Le situazioni favorevoli per la famiglia di Ponzano Veneto, peraltro, si sprecano. L' ultima scoperta riguarda la remunerazione del capitale sui lavori compiuti sulla rete autostradale. La concessione del 2007 attribuisce ad Aspi un valore superiore a quello medio. E non di poco. Gli altri percepiscono il 6-7% lordo. Ai Benetton viene garantito il 10,21%. È quasi il doppio.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO