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GAZA AMARI- TENSIONE ALLE STELLE IN ISRAELE, VIOLENTI SCONTRI A GAZA: 6 PALESTINESI MORTI E ALMENO 25 FERITI - HAMAS: RAFFORZIAMO L'INTIFADA A GERUSALEMME E NEI TERRITORI

Da “repubblica.it”

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Resta altissima la tensione in Israele, dove il bilancio provvisorio di una giornata di scontri e aggressioni parla di sei morti e numerosi feriti. Dopo gli incidenti dei giorni scorsi, cinque palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano e almeno altri 25 sono rimasti feriti, alcuni in maniera grave, nella striscia di Gaza, in una zona alla frontiera con Israele, mentre un altro è caduto a Hebron.

 

I cinque uomini uccisi vicino al confine di Gaza (tutti tra i 19 e i 20 anni, il quinto è un ragazzo di 15 anni) sono stati colpiti a morte dai soldati dopo che circa 200 palestinesi si sono avvicinati alla frontiera tirando pietre e facendo rotolare pneumatici incendiati verso le forze di sicurezza. Sono i primi palestinesi ad essere ucciso in scontri a Gaza da quando è cominciata l'escalation fra palestinesi e israeliani, che appare ormai una nuova intifada, all'inizio di ottobre.

Hamas: "Rafforziamo l'intifada". Il leader del movimento islamico palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, ha invocato ulteriori scontri durante il sermone in una moschea a Gaza: "Chiediamo il rafforzamento e l'aumento dell'intifada. E' l'unica strada percorribile per giungere alla liberazione", ha detto nel suo discorso, aggiungendo poi che "Gaza adempierà al suo compito nell'intifada a Gerusalemme ed è pronta al confronto".

intifada a gerusalemmeintifada a gerusalemme

 

Haniyeh ha poi ribadito che è errato parlare di Gaza e della Cisgiordania come due entità geografiche separate. "Siamo un unico popolo, dobbiamo coordinare un'unica strategia", ha aggiunto. Haniyeh ha anche assicurato che, "malgrado il blocco imposto da Israele", Hamas è in grado di intervenire nel conflitto in corso a Gerusalemme e nei Territori. Al termine delle preghiere nelle moschee masse di dimostranti si sono dirette verso il confine settentrionale della striscia di Gaza dove hanno dato vita ai duri scontri con l'esercito israeliano che hanno causato la morte di cinque persone.

Un morto in Cisgiordania. Nelle stesse ore un palestinese è stato ucciso in Cisgiordania. L'uomo aveva aggredito e accoltellato un agente della guardia di frontiera nella colonia di Kiryat Arba, nei pressi di Hebron, tentando di impossessarsi della sua pistola. L'agente è rimasto leggermente ferito.

 

SCONTRI ISRAELE PALESTINA 1SCONTRI ISRAELE PALESTINA 1

Una donna ferita. Un grave incidente è accaduto anche ad Afula, nel nord del paese: una donna ha aggredito con un coltello un agente di sicurezza nei pressi della stazione dei bus. Secondo il portavoce della polizia, la donna avrebbe provato a colpire l'agente che ha aperto il fuoco ferendola. Proprio ad Afula, giovedì sera, un palestinese ha ferito a coltellate un soldato israeliano.

Quattro accoltellati. Stamattina quattro persone, due beduini cittadini di Israele e due palestinesi, sono state accoltellate oggi a Dimona (Neghev), nel sud del paese, presumibilmente dallo stesso assalitore. Secondo la polizia israeliana si tratta in apparenza di un attacco "nazionalistico" di un abitante di Dimona in ritorsione agli attacchi palestinesi dei giorni scorsi. Gli aggrediti sono un netturbino e tre muratori. Uno dei feriti, 35enne, ha riportato lievi lesioni, mentre altri due 50enni sono rimasti appena feriti.

I tre sono stati tutti pugnalati nelle vicinanze di una scuola locale. Poco prima era stato ferito un altro uomo, al torace, anche lui non gravemente. La polizia ha fermato un israeliano ritenuto responsabile sicuramente della prima aggressione: il sindaco di Dimona, Benny Biton, ha riferito a Radio Israele che il sospettato era un residente della città già "noto alla polizia". Due delle vittime sono riuscite a recarsi loro stesse al commissariato locale per denunciare l'accaduto.

Il quattordicenne. Ma l'escalation di violenza assume proprorzioni sempre più preoccupanti. Un quattordicenne israeliano è stato accoltellato, per fortuna in modo leggero, da parte di un palestinese nel centro di Gerusalemme. L'assalitore è stato arrestato.

Netanyahu. Benyamin Netanyahu ha ufficialmente condannato l'aggressione : "Il primo ministro - afferma un comunicato del suo ufficio - condanna con forza l'attacco a persone innocenti. Israele - è stato aggiunto - è uno Stato di diritto. Quanti ricorrono alla violenza saranno perseguiti per legge, chiunque essi siano".

Assalti a troupe e giornalisti. L'episodio avviene in un clima tesissimo che avvolge Israele. Una troupe delle televisione commerciale israeliana Canale 2è stata attaccata la scorsa notte dalla folla ad Afula, poco dopo l'accoltellamento di un soldato da parte di un palestinese. In particolare è stato aggredito dei passanti il giornalista dalla emittente, Forat Nassar, che è arabo. Anche un tecnico ebreo è rimasto contuso. Passanti arabi sono stati attaccati la scorsa notte a Natanya (a Nord di Tel Aviv) e a Gerusalemme, dove centinaia di estremisti di destra hanno inscenato una manifestazione di carattere xenofobo. Un loro esponente è stato arrestato dalla polizia.

Intanto si è appreso che sabato un giornalista sportivo ebreo è stato malmenato da tifosi arabi nello stadio di Sakhnin (Galilea) dove si disputava la partita fra la squadra locale e il Beitar Gerusalemme. Il cronista è uscito dallo stadio scortato da otto agenti di sicurezza.

Spianata blindata. Le forze di sicurezza israeliane continuano a presidiare la città di Gerusalemme, mantenendo una forte presenza soprattutto intorno alla Città Vecchia dove centinaia di palestinesi stanno partecipando alla consueta preghiera del venerdì. Nella giornata di ieri la polizia ha annunciato restrizioni all'ingresso della Spianata delle Moschee, che è consentito solo agli uomini oltre i 45 anni e le donne di ogni età.

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"La polizia e le forze della Guardia di frontiera sono schierati dalle prime ore del mattino intorno al centro storico e le vie adiacenti al Muro Occidentale della Spianata per mantenere l'ordine e la sicurezza", si legge in una nota della polizia. "Interverremo con forza contro ogni tentativo di attacco".

L'appello del Papa. Un appello per "la riconciliazione e la pace in Medio Oriente" è stato lanciato oggi dal Papa durante il Sinodo. "Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti".

 

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