lucrezia reichlin luciana castellina

LA TERZA REICHLIN - ‘MIA FIGLIA È SBIGOTTITA DA QUESTE INDISCREZIONI’: LUCIANA CASTELLINA PARLA DELLE VOCI CHE VEDONO LA FIGLIA LUCREZIA REICHLIN CANDIDATA PREMIER, MINISTRO E A OGNI POLTRONA CHE RESTA LIBERA - ‘NESSUNO LE HA FATTO NEANCHE UNA TELEFONATA. SICCOME MIA FIGLIA VIVE A LONDRA E NON È LEGATA A UN GRUPPO SPECIFICO, OGNI TANTO IL SUO NOME VIENE FUORI. MA POI AD ESSERE INCARICATO È SEMPRE QUALCUNO CHE È APPOGGIATO DA UN POTENTATO LOCALE…’

luciana castellina

Anna Ditta per www.tpi.it

 

Nelle ore cruciali per la formazione del “governo neutrale” auspicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alcuni giornali hanno pubblicato il nome di Lucrezia Reichlin, economista che vive a Londra e insegna alla London Business School, come possibile premier dell’esecutivo individuato dal capo dello Stato.

 

LUCREZIA REICHLIN

TPI ha intervistato Luciana Castellina, scrittrice, giornalista, storica militante Pci e fondatrice del giornale Il Manifesto, per parlare del suo nuovo libro, Amori comunisti, in uscita il 10 maggio con la casa editrice nottetempo. Il libro ripercorre tre storie d’amore reali, ambientate in paesi diversi: quella tra Nazim Hikmet e Münevver Andaç (Turchia), tra Argyrò Polikronaki e Nikos Kokulis (Creta, Grecia) e tra Sylvia e Robert Thompson (Stati Uniti).

 

Con l’occasione, le abbiamo chiesto anche delucidazioni sulle indiscrezioni politiche che riguardano la figlia.

luciana castellina (2)

 

Sono ore cruciali per la formazione del governo. Come vede l’attuale situazione politica e l’eventuale ritorno al voto?

Mi risulta difficile parlarne. Nell’ultima settimana sono stata a Berlino e non ho letto i giornali, ho guardato solo qualcosa online.

 

Alcuni articoli di giornale parlano di sua figlia Lucrezia Reichlin come uno dei possibili nomi in lizza per la premiership. Sa dirci se queste indiscrezioni di stampa sono vere?

luciana castellina

La prima a essere sbigottita di queste indiscrezioni è lei, perché nessuno le ha fatto neanche una telefonata. Siccome mia figlia vive a Londra e non è legata a un gruppo specifico, ogni tanto il suo nome viene fuori in queste circostanze. È una cosa che capita in modo ricorrente. Ma poi ad essere incaricato è sempre qualcuno che è appoggiato da un potentato locale.

 

La riterrebbe eventualmente disponibile a svolgere questo delicato compito in un governo di transizione?

Bisognerebbe capire il contesto, non sarebbe di certo lei a scrivere il programma. Ma sono fatti suoi e non mi azzarderei mai a parlare a nome suo.

 

Il suo nuovo libro Amori comunisti racconta le vite non pubbliche dei comunisti, e di tre coppie in particolare. Qual è quella che colpisce di più secondo lei l’immaginazione del lettore?

Mi è venuta voglia di scrivere questo libro perché sono storie che conosco da tempo. Ho casualmente incrociato i protagonisti, li ho conosciuti bene. E poi a forza di sentir parlare degli errori dei comunisti mi è venuta voglia di raccontare delle loro storie d’amore, che sono state anche molto drammatiche.

 

LUCREZIA REICHLIN

La storia che colpisce di più l’immaginazione è forse quella di Nazim Hikmet, che è molto lunga e drammatica e all’interno della quale ci sono delle scelte difficili da comprendere. E poi la sua è anche la storia della Turchia, per cui sono dei riferimenti molto attuali. La situazione di oggi in Turchia, con galere e persecuzioni, è derivata proprio da ciò che è accaduto in quegli anni.

 

Poi ci sono altre due storie: una è ambientata a Creta, ed è storia del tutto particolare, che si intreccia a quella italiana perché a un certo punto i guerriglieri finiscono in Puglia e vengono aiutati dai pugliesi. La terza storia è ambientata negli Stati Uniti, e nel nostro paese non è conosciuta nel modo corretto.

 

reichlin zagrebelsky

 

 

Cosa hanno in comune le storie di queste tre coppie?

Hanno in comune proprio il comunismo. Sono segnate da una militanza impegnata, da una scelta etica.

 

Non c’è nessuna storia italiana, ma anche in Italia conosciamo bene storie simili. C’è gente che ha fatto anni di galera, che ha fatto la resistenza.

 

Quello che mi fa più andare in bestia è quando sento parlare di “due totalitarismi”. Non credo che ci sia nessuno che abbia combattuto tanto per la libertà, sia pure facendo errori, di quanto abbiano fatto i comunisti.

 

Questi racconti ci portano oltre le figure dei militanti politici, verso il lato umano. Cosa emerge su di loro che già non conosciamo?

Emerge anche un elemento di eroismo che noi ogni tanto dimentichiamo nella nostra epoca. In Europa a nessun militante politico viene chiesto un sacrificio nella vita come è stato negli anni terribili della guerra, del fascismo.

UNA POLTRONA EARNES DI LUCREZIA REICHLIN SUL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME

 

 

 

Le vite terribili sono in altre parti del mondo, dove le storie magari sono anche più drammatiche – pensiamo alla Siria – e colpiscono anche la popolazione civile che non ha una parte attiva nella politica. Queste invece sono storie che vengono dalla nostra parte del mondo.

 

Il libro viene pubblicato nel cinquantesimo anniversario del maggio francese.

QUATTRO GENERAZIONI DI DONNE REICHLIN DAL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME

Prima di tutto dobbiamo precisare cosa si intende per “maggio francese”. Bisogna tenere conto che in Italia, nei sei mesi precedenti rispetto a quello che viene chiamato “maggio francese”, erano già state occupate quasi tutte le università.

In Italia il Sessantotto comincia nel 1967 e dura dieci anni. In Francia è stato una vampata, è durato pochissimo.

 

LUCREZIA REICHLIN SUL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME

La Francia adesso è scossa da proteste che lo scorso primo maggio hanno provocato anche scontri tra anarchici e polizia. Possiamo ritenerla una sconfitta per Macron?

Sì, per fortuna è una sconfitta. Mi pare una cosa straordinaria e anche inaspettata. Non pensavo e non speravo in una mobilitazione così rapida e forte, e che si logorasse così presto la sua popolarità.

 

Macron ha analogie anche col Renzismo, hanno entrambi la stessa natura: tutto il potere all’esecutivo, senza tener conto di dialettica democratica, del parlamento e dei partiti politici.

LA CUCINA DI LUCREZIA REICHLIN SUL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME

 

Cosa rimane del Sessantotto cinquanta anni dopo?

Nel Sessantotto è stata fatta un’operazione che Gramsci avrebbe chiamato di “rivoluzione passiva”. C’è stata una sconfitta, evidentemente, dopodiché è stato tenuto tutto ciò che dava meno fastidio al sistema, mentre è stato sotterrato tutto ciò che era fastidioso per il sistema.

 

LA CHAISE LONGUE DI LUCREZIA REICHLIN SUL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME

Con una battuta si potrebbe dire che del Sessantotto si ricorda “spinello, sesso e rock and roll”. C’era anche quello, ma il Sessantotto è stato anche la prima critica alla modernità capitalista. Tant’è vero che gli studenti per prima cosa cercarono il collegamento con gli operai. Questo è stato in qualche modo cancellato.

luciana castellina 3luciana castellina 2LUCIO MAGRI E LUCIANA CASTELLINA luciana castellina 1luciana castellina 4

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM