tom wolfe clinton sanders trump

SIAMO TUTTI TOM WOLFE - ''LA COSA STRAORDINARIA DI TRUMP È CHE SONO STATE PROPRIO L'OSTENTAZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ARROGANZA E LA MALEDUCAZIONE A RENDERLO ESTREMAMENTE POPOLARE FRA LA GENTE COMUNE'' - "HILLARY E' GENETICAMENTE INCAPACE DI FARSI DEGLI AMICI" - "I GIORNALI? SOPPIANTATI DAI SOCIAL"

Paolo Mastrolilli per “la Stampa” pubblicato da “Il Foglio del lunedì

 

tom wolfe blue tom wolfe blue

«Andrò a votare di sicuro, ma non ho la minima idea per chi». Tom Wolfe sfoggia un completo blu e bianco da dandy, scarpe multicolore, calzini con i grattacieli di Manhattan disegnati sopra, e l' abituale voglia di provocare. Lo incontriamo all' organizzazione culturale 92Y, dove è venuto per discutere lo stato dell' America e le prossime elezioni con Jeff Grenfield e il pubblico.

 

Si appoggia a un bastone, la cui testa è l' elaborata scultura di una volpe, e si offre volentieri a commentare una campagna presidenziale che sembra avere per protagonista un personaggio preso dal Falò delle vanità: «La cosa straordinaria di Donald Trump è che sono state proprio l' ostentazione della ricchezza, l' arroganza e la maleducazione a renderlo estremamente popolare fra la gente comune.

 

TOM WOLFE TOM WOLFE

Gli americani lo sentono come uno di loro, perché si esprime come loro. L' elemento che ha favorito il suo successo, e quello speculare di Sanders, non è la stratificazione classista degli Usa, ma la globalizzazione, che ha portato via i posti di lavoro esacerbando gli animi».

Lei ha definito Trump un «amabile megalomane»: cos' ha di amabile?
«Non avevo mai visto prima un uomo di spettacolo capace di passare direttamente da un reality show alla candidatura per la Casa Bianca. La maleducazione, prima ancora della scorrettezza politica, è l' elemento che lo ha reso amabile e popolare. A parte il muro contro i messicani, non ha spiegato una sola cosa concreta e precisa che intende fare».

donald trump rudy giulianidonald trump rudy giuliani


E se verrà eletto, avrà il dito sul bottone nucleare.
«Capisco la preoccupazione, ma mi attira soprattutto lo spettacolo politico che ci aspetta, a partire dalla Convention repubblicana di Cleveland che ci riporterà alle dispute aperte del passato».

Perché la classe media e bassa impoverita, privata del «sogno americano», cerca la salvezza votando un miliardario?
«Negli Stati Uniti non c' è ancora la lotta di classe, e non esiste un' aristocrazia. La storia dell' 1% della popolazione più ricco e odiato l' hanno inventata i media: tutti gli americani ambiscono a diventare ricchi, e molti ci riescono ancora. Il problema è la globalizzazione, che ha portato via tanti posti di lavoro, impoverendo la gente e cancellando la speranza di migliorare la vita.

donald trumpdonald trump

 

donald trump  in nevadadonald trump in nevadaSANDERSSANDERS

Quando per scrivere I am Charlotte Simmons vivevo in un paesino della North Carolina, vedevo i reclutatori dell' esercito che venivano e arruolavano cinquanta persone al giorno. Le fabbriche della zona erano sparite, non c' erano più lavori decenti, e la gente accettava l' unica opzione rimasta. Questa oggi è la crisi dell' America».

Quella che sul fronte democratico ha creato il fenomeno Sanders?
«Esatto. Non avrei mai creduto che un socialista sconosciuto potesse avere tanto successo. Lui è un "radical", ma non è "chic", e forse proprio per questo è così popolare».

Perché, invece, Clinton fatica?
«Le analisi politiche qui sbagliano le valutazioni. Hillary è fisiologicamente fredda, non è programmata per fare amici, e questo per un politico è un limite grave. Da una parte, lei è molto politica, perché tutto quello che dice sembra venire da un copione e la fa apparire poco spontanea; dall' altra non lo è, e lo ha ammesso lei stessa paragonandosi al marito e al presidente Obama, perché non riesce a stabilire un contatto con gli elettori. È una roba che sta scritta nei geni, credo, nella sua natura».

La settimana prossima si vota a New York, che rischia di essere decisiva per entrambi i partiti. È una città irriconoscibile, rispetto ai tempi del Falò delle vanità: cosa l' ha cambiata?
«I bravi capi della polizia che ha avuto.Sul serio. Uno di loro mi ha raccontato come gestivano la criminalità spicciola per strada: vai il primo giorno, avverti che stanno violando la legge, e i più deboli se ne vanno; torni il secondo, dici che da domani li arresti, e quelli mediamente forti se ne vanno; al terzo fai la retata dei duri rimasti, e risolvi il problema. Dopo Giuliani e Bloomberg, de Blasio ha deciso di attenuare questi metodi: deve fare attenzione, potrebbe essere un grave errore. Ma lo scopriremo presto».

Nella New York dove lei aveva cominciato a lavorare c' erano sette quotidiani: ora ne sono rimasti tre, e due perdono milioni. Sono dinosauri in attesa di morire?
«Sì».

Perché?
«Ormai i social media sono diventati il passatempo preferito della gente, e l' informazione è personalizzata su Internet e i blog. Così però i lettori leggono solo quello che conoscono, e non scoprono mai quello che nemmeno sapevano di non sapere».

Non potrebbe nascerne un grande «nuovo giornalismo», pubblicato su una piattaforma diversa?
«Il grande giornalismo c' è ancora e trova il modo di farsi pubblicare. Io, ad esempio, amo il lavoro di Michael Lewis sul mondo finanziario. Il problema non sono le storie lunghe scritte da autori straordinari, ma il lavoro quotidiano. Ormai tanto i giornali, quanto i siti, i social o i blog, non hanno più l' ambizione di seguire tutto. Scelgono le cose da pubblicare come le ciliegie. Per me va bene, ma così sono spariti i beat, cioè gli incarichi di coprire a fondo temi o istituzioni specifiche. Il risultato è un' informazione superficiale, con cui si può fare una campagna presidenziale senza mai parlare dei tuoi programmi».

Quindi è pessimista sul futuro degli Stati Uniti?
«No, resto ottimista. L' America occupa un posto nel mondo che non ha pari. C' è disuguaglianza, ma non ai livelli di altri Paesi. Siamo sempre aperti al cambiamento e rimaniamo la terra delle opportunità».

SANDERSSANDERShillary clinton a 21 annihillary clinton a 21 anniSANDERS 2SANDERS 2hillary con cardigan nel 2002hillary con cardigan nel 2002hillary awkward christmas jumperhillary awkward christmas jumper

 

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA