tommaso cerno renzi

I FUMI DI CERNO-BYL - QUELLA PAZZA DI TOMMASO CERNO PASSA A “ITALIA VIVA” E FA INCAZZARE TUTTI: “TRAVAGLIO MI HA DETTO DI NON CHIAMARLO PIÙ, MI CONSIDERAVA UN SOSTENITORE DELL’ESECUTIVO. MA QUESTO È UN GOVERNO RIDICOLO, DI CORRENTI E CIALTRONI. LA CARFAGNA VERRÀ CON NOI”. “LE QUOTE AL PD? COME I MAFIOSI CHIEDONO IL PIZZO” - DAL “FATTO” AL “FOGLIO”, TUTTI CONTRO L’EX DIRETTORE DE “L’ESPRESSO”, CHE SI DEFINÌ “LA SESTA STELLA” DEL MOVIMENTO 5 STELLE (NON DITELO A RENZI…)

 

 

1 – GOVERNO, CERNO: PASSAGGIO A IV? TRAVAGLIO INCAZZATO NERO, MI HA DETTO DI NON CHIAMARLO PIU'

Da “Un giorno da Pecora - Radio1”

 

TOMMASO CERNO E MATTEO RENZI

“Chi mi ha scritto dopo il passaggio ad Italia Viva? Qualcuno era molto contento e qualcuno mi ha mandato a quel paese dicendomi di non chiamarlo mai più, qualche collega che non ha amato questa scelta”. i”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Tommaso Cerno, neo senatore di Italia Viva, che oggi è stato ospite in studio della trasmissione condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Chi è che l'ha mandata a quel paese? “Un direttore di giornale molto puntiglioso sulla prescrizione e sulle intercettazioni”. Si riferisce a Marco Travaglio. “E' incazzato nero, mi ha detto di non chiamarlo mai più”. Perché? “Perché mi considerava un sostenitore di governo. Io lo sono, ma di un governo che abbia ragionevolmente chiaro che cosa sia il garantismo in Italia”.

TOMMASO CERNO

 

2 – GOVERNO, CERNO (IV): IO IN FORZA ITALIA VIVA, RENZI MI HA CHIAMATO 3 VOLTE AL GIORNO; LA CARFAGNA VERRÀ CON NOI. GOVERNO CONTE RIDICOLO E CIALTRONE

Da “Un giorno da Pecora - Radio1”

 

“Ieri ho annunciato che passo a Forza Italia Viva, Renzi ieri ha annunciato che io passavo con loro, io l'ho detto a lui e lui lo ha detto a Mentana. Sono stati cinque minuti critici, dovevo decidere in cinque minuti”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Tommaso Cerno, neo senatore di Italia Viva, che oggi è stato ospite in studio della trasmissione condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. A dire Forza Italia Viva per la prima volta è stata Mara Carfagna, forse in modo un po' provocatorio.

MATTEO SALVINI TOMMASO CERNO

 

“Infatti sarà la prossima...” A venire da voi? “Penso di sì”. Farete un gruppo unico con Fi? “Non tutta Fi sicuramente...” Ci racconti i momenti in cui ieri ha comunicato a Renzi che sarà passato con loro. “E' stato un momento cruciale ieri sera, alle 20 ero da Renzi a Palazzo Giustiniani, c'erano Matteo, la sua segretaria e Bonifazi”. Lei cosa gli ha detto? “Che sarei passato ad Iv per distinguermi sul tema della prescrizione”. Renzi l'ha chiamata spesso in questi giorni? “Due o tre volte al giorno- - ha detto Cerno a Rai Radio1 - e dal Pakistan mi ha mandato dei messaggini”. La sua crisi col Pd è iniziata prima dei dissidi sulla prescrizione.

nicola zingaretti giuseppe conte

 

TOMMASO CERNO E FABIO CANINO CANTANO BELLA CIAO PER SALVINI

“Si. Il Pd dal 2007 non vince elezioni ha poco da gioire, io nel Pd c'entro molto poco, ero candidato indipendente”. E cosa ne pensa del premier Giuseppe Conte? “Premier di chi? Questo è un governo ridicolo, che non ha nulla a che vedere con l'idea che lo muove, un governo di correnti e di cialtroni”. Lei però ha votato la fiducia a questo esecutivo. “L'ho votata due volte e non penso che la voterò di nuovo”. Ma lei è ancora nella maggioranza. “Questo è un governo fatto da una sinistra che non esiste e da un M5S che si è ucciso, che non va da nessuna parte”. 

MARA CARFAGNA MARIA ELENA BOSCHI

 

Lei vede a breve un Conte Ter? “Io vedo un fine Conte, vedo prescritto il governo Conte e vedo prescritto lo stesso Conte, che non è né assolto né condannato, come molti suoi ministri”. Crede possibile un governo di Renzi con Salvini? “No, non credo. Con Salvini si può discutere di riforma elettorale ma un governo non credo sia nelle cose”. Conte arriverà a mangiare la colomba? “Per il momento non cade, credo arriverà a Pasqua con fatica. Arrivare all'estate, invece, la vedo più complicata“. Parlando della Tav, Cerno a Rai Radio1 ha spiegato: “Renzi non mi pare proprio sia a favore della Tav, non è uno che investe sulla Tav”.

 

3 – «DEM MAFIOSI» BUFERA SU CERNO CHE POI SI SCUSA

TOMMASO CERNO MARIO CALABRESI

Dal "Corriere della Sera"

 

«Come i mafiosi, chiedono il pizzo». Tommaso Cerno, senatore eletto a Milano col Pd e ora passato a Italia viva, ha replicato così, a Un giorno da pecora , con termini di cui poi si è scusato, alle accuse di non aver versato le dovute quote al partito.

silvia roggiani

 

La segretaria milanese del Pd Silvia Roggiani ha annunciato querele ha incassato la solidarietà di Nicola Zingaretti. Anche il sindaco Beppe Sala ha commentato la vicenda: «Ricordate quando dicevo "evitiamo candidati che usino Milano come un autobus?". I miei timori erano fondati».

 

4 – NO, NESSUNO, CENTO. CERNO: IL PEONE PER OGNI STAGIONE

Estratto dell'articolo di Tommaso Rodano per “il Fatto quotidiano"

 

 

capalbio libri andrea zagami, ideatore e direttore di capalbio libri, chicco testa, annalisa chirico, tommaso cerno

(...) C' è un Cerno per ogni stagione, per ogni movimento dell' anima, per ogni sensibilità. C' è il Cerno giornalista, direttore dell' Espresso e condirettore di Repubblica. C' è il Cerno politico, che baratta il potere nei giornali con l' assenza di potere in Parlamento. Pare fosse convinto di diventare ministro, si ritrova peone. C' è il Cerno dei primi giorni al Senato, guardia del corpo di Renzi, sempre a fianco del segretario. Ma si stufa presto: "Matteo non riesce più a fare ragionamenti di ampio respiro".

MATTEO RENZI L'ARIA CHE TIRA

 

(...) Si apre uno spiraglio e Cerno torna in pista. Si autobattezza "Cerno-cerniera": il collante della nuova intesa tra Pd e grillini. Lui che è sempre stato No-Tav, lui che si considera "la sesta stella" del Movimento; lui che è eretico e diverso dai brontosauri della vecchia politica. Cerno chiede "un governo rock", di nuovo gli appaiono mistiche visioni ministeriali. Sogna in grande: vorrebbe andare all' Ambiente, promette di sparigliare tutto. Niente, non gli lasciano niente. E allora Cerno prende atto che è "un governo polka", lento e inadeguato, e si deprime di nuovo. Colpa di Zingaretti, ma pure di Renzi, che si scorda di lui.

Tommaso Cerno Goffredo Bettini e Pippo Orlando

 

A settembre 2019 un grave Cerno racconta l' egoismo renziano: "Non è possibile che il nostro eterno, infinito problema non sia il futuro degli italiani ma di uno solo, all' anagrafe Renzi Matteo". Quindi non lo segue in Italia Viva. Resta nel Pd. Anzi è il Pd che resta dentro di lui: "Adesso che i dem sono venuti verso chi, come me, pensava da tempo che il futuro della sinistra fosse un big bang fra progressisti e M5S , sarebbe alquanto strano togliermi di mezzo". Sarebbe alquanto strano. E invece - pensa tu! - si toglie di mezzo: esce dal Pd e torna da Renzi.

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato

 

5 – CERNO LA QUALUNQUE E IL PIZZO CHE SEMPRE NOI LO PAGHIAMO

Maurizio Crippa per "il Foglio"

 

Quando la situazione politica si fa particolarmente ridicola, inspiegabilmente rispunta Tommaso Cerno. O forse spiegabilissimamente, detto sulla base della sua biografia politica largamente immaginaria. L' ultima volta che era emerso dalle nebbie del nulla primordiale era stato quando aveva detto che rimpiangeva il giornalismo, che al Senato si annoiava tantissimo e che Renzi ormai non riusciva più "a fare ragionamenti di ampio respiro".

TOMMASO CERNO

 

Anzi era la penultima, l' ultima volta fu per far sapere di aver votato la mozione No Tav dei Cinque stelle contro il suo partito, il Pd. Ora invece ha mollato il Pd per passare a Italia viva. E, a parte gli auguri a Italia viva, c' è solo da notare che un fervente No Tav nel partito di Renzi fa l' ef fetto di un Salvini in moschea. Ma c’è quest’altra faccenda, che farebbe solo ridere e invece a quelli del Pd, di Milano ma non solo, li ha fatti incazzare davvero, si sentono calunniati e pure con motivo. E’ che Cerno ha detto che il Pd di Milano gli ha chiesto il pizzo: “Si chiama pizzo, hanno chiesto il pizzo”.

TOMMASO CERNO

 

Pare gli abbiano chiesto un contributo di 18 mila euro. Forse per il fatto che se l’erano visto paracadutato per le elezioni come un qualsiasi satrapo della Prima Repubblica, si erano fatti pure il mazzo per farlo eleggere (roba che pure costa) e lui, che adesso se ne va con Iv, manco le spese aveva pagato. “Pizzo” è in effetti ignobile, persino se detto a un Un giorno da pecora. E comunque, gli unici che hanno diritto di lamentarsi, prima con il Pd e adesso con Renzi, siamo noi: costretti a pagare il pizzo della Casta per mantenere Cerno a fare un cazzo in Senato.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO