flavio tosi luca zaia

TOSI VS ZAIA, LA RESA DEI CONTI – LA LEGA CACCIA FORZA ITALIA DALLA MAGGIORANZA IN VENETO CON LA SCUSA DELL’AUTONOMIA. È IL PUNTO D’ARRIVO DELLA LOTTA TRA L’EX SINDACO DI VERONA (EX LEGHISTA PASSATO CON FORZA ITALIA) E IL “DOGE” , CHE SI RIFLETTE ANCHE SUL PIANO NAZIONALE: IL PARTITO AZZURRO SALE NEI SONDAGGI, E CERCA DI ARRIVARE ALLE EUROPEE CERCANDO DI SMARCARSI DALLE POLITICHE DEL CARROCCIO. A PARTIRE DAL FEUDO DEI FEUDI: IL VENETO…

LUCA ZAIA FLAVIO TOSI

TOSI, 'FI MAI COINVOLTA DA ZAIA NELLA MAGGIORANZA IN VENETO'

(ANSA) - "Noi non siamo mai stati coinvolti nella maggioranza di Palazzo Balbi, perché per decisione di Zaia Forza Italia non ha nessun assessorato". Lo afferma oggi in una nota il coordinatore veneto di Forza Italia, Flavio Tosi. "Una scelta, quella di Zaia - prosegue Tosi - che rompe clamorosamente con la storia del centrodestra.

 

Infatti, quando i rapporti di forza erano invertiti, Berlusconi e Forza Italia hanno sempre riconosciuto a ciascun alleato, grande o piccolo che fosse, dignità e rappresentanza. Noi invece oggi non siamo rappresentati in Giunta e non esprimiamo nemmeno una presidenza di Commissione in Consiglio regionale".

 

zaia salvini

Tosi rimarca inoltre che "Zaia, da quando è stato rieletto nel 2020 per il suo terzo mandato, non ha mai convocato un vertice di maggioranza con gli alleati che riguardasse il governo regionale e temi cruciali quali sanità, sociale, Pedemontana, infrastrutture, energia.

 

Ribadisco, nessun incontro né con il sottoscritto, né con il mio predecessore Michele Zuin". "E' dal 2020 - conclude - che noi siamo, di fatto, fuori dalla maggioranza di governo della Regione Veneto; i nostri tre consiglieri regionali hanno sempre lealmente votato (questa sì è lealtà incondizionata) ciò che la Giunta ha proposto, senza che questo fosse stato prima condiviso dalla Giunta con Forza Italia".

 

VENETO, TERREMOTO A DESTRA: FORZA ITALIA È FUORI DALLA MAGGIORANZA

Estratto dell’articolo di Laura Berlinghieri per www.lastampa.it

 

ALBERTO STEFANI

Sul palcoscenico internazionale, ci avevano pensato le differenti posizioni sulla gestione von der Leyen a metterli contro. Sul palcoscenico italiano, rapide accelerazioni e altrettanto brusche frenate al disegno di legge sull’autonomia. E poi, restringendo ancor di più il raggio d’interesse al Nordest, il braccio di ferro sul terzo mandato per i presidenti di Regione. Questioni, almeno queste ultime, dal comune denominatore: un baricentro tutto veneto.

 

E allora è proprio nel - fu? - "Zaiastan" che, dopo le continue scosse di assestamento, si è consumato il terremoto che spacca la coalizione di centrodestra: Forza Italia è fuori dalla maggioranza […]. Cacciata dalla Lega, cacciata dal suo segretario regionale Alberto Stefani. Fuori.

 

«Spiace constatare che Forza Italia è oggettivamente uscita dal perimetro di maggioranza in Regione Veneto». Stefani usa la formula della “presa d’atto”: volteggio della politica. In realtà è una saetta contro gli Azzurri. […]

 

Dalla prossima seduta del Consiglio regionale, i tre forzisti saranno sbalzati sulla sponda dell’opposizione. Esclusi dalle riunioni della maggioranza. Niente che apra a possibili rimpasti di Giunta, certo, dato che lì non siede nessun forzista. E pure nel “Parlamentino” veneto la coalizione di governo resta solida, potendo contare su 38 dei 51 consiglieri totali.

FLAVIO TOSI E LUCA ZAIA

 

Ma c’è un dato politico […]: la maggioranza di centrodestra […] non esiste più. E il fatto che la frattura si sia consumata proprio adesso non è un caso, in un periodo di massima crisi per il Carroccio, con l’amministrazione Zaia ai titoli di coda e, al contrario, una Forza Italia incredibilmente ringalluzzita, a livello nazionale e veneto.

 

Si racconta dei fastidi di Zaia, di fronte a un Antonio Tajani che da giorni ripete: «Vigileremo sull’autonomia». E il presidente veneto, interpellato, nemmeno smentisce: «Mi dà un po’ fastidio l’espressione “vigilare”. Qui nessuno scappa con la refurtiva, quella in discussione è una legge costituzionale».

 

LUCA ZAIA FLAVIO TOSI

Mentre Stefani prima cerca di smorzare i toni: «Finora la collaborazione con le forze di centrodestra c’è stata e sono sicuro che verrà mantenuta questa linea», per poi affondare a sua volta: «Noi della Lega preferiamo vigilare su come lo Stato spende i soldi dei veneti».

 

Ma, ben più delle parole del coordinatore degli Azzurri, è stato decisivo l’ennesimo attacco frontale dell’ex compagno di battaglie, che adesso del governatore è nemico numero uno: Flavio Tosi.

 

Un attacco messo nero su bianco in una nota […] nella quale il forzista sbeffeggia il presidente veneto, arrivando persino ad accreditare al partito che fu di Berlusconi il merito di avere avviato l’iter per la riforma dell’autonomia. «Non si capisce la polemica sterile e immotivata di Zaia, che strepita senza un perché. Forse Luca si sente politicamente in difficoltà» scrive Tosi.

LUCA ZAIA FLAVIO TOSI

 

Per poi aggiungere, a proposito del possibile slittamento del voto a dopo le Europee: «Zaia dovrebbe chiedersi come mai la Lega, nel 2018 e 2019, quando era oltre il 30% e governava con i 5 Stelle da partito egemone, non ha mai portato nulla in Parlamento: lì sta la responsabilità di anni buttati al vento nel percorso verso l’autonomia, altro che qualche giorno di ritardo. C’è chi parla e sventola bandierine e c’è chi fa».

 

Ecco, pare che a questo punto Zaia - e non solo lui - non ci abbia più visto. Anche perché l’uscita di Tosi non è che l’ultima di una lunga serie di “colpi”, tutti assestati con una precisione chirurgica. «Flavio ci conosce bene e sa dove colpire» fa presente un “colonnello” della Lega.

 

E allora, da parte di Tosi, non bastano le ripetute autocandidature alla presidenza della Regione, forse più per il piacere di sottrarre lo scettro all’ex compagno di partito, che per reale ambizione personale. Ci si mettano pure le continue stilettate alla sanità […] , gli affondi sulla Superstrada Pedemontana […]  e sulla pista da bob a Cortina[…].

 

TOSI E ZAIA

Tutti i “gioielli” del presidente e, a questo punto, la reazione del Carroccio non era più rimandabile. «Per governare insieme serve lealtà, fiducia e non attacchi quotidiani, come purtroppo stiamo registrando negli ultimi mesi» dice Stefani. E sarebbe da ingenui pensare che l’uscita non sia stata concordata con il governatore.

 

Del resto, a esporsi è pure uno dei suoi fedelissimi: Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Consiglio regionale. «La segreteria di Forza Italia ci spara addosso continuamente. Tosi riconduce a Forza Italia la paternità del ddl per l’autonomia, ricordando che quello proposto dalla Lega fu cassato perché incostituzionale. Ed è surreale, dato che proprio lui, nel 2014, da leghista, manifestava in piazza Montecitorio contro la decisione del governo di vietare quel referendum» dice, «Non solo, ogni giorno leggiamo di Tajani che afferma che vigilerà sulla riforma, perché non spacchi l’Italia. Mentre Tosi addirittura accredita il merito dell’autonomia al suo partito. È ridicolo». […]

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINIFLAVIO TOSI E LUCA ZAIA

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...