1. TRAVAGLIO IMPALLINA I 25 CANDIDATI AL COLLE E LANCIA CARMINATI: “UOMO DEL FARE. FORSE TROPPO DI DESTRA MA CON BUONI RAPPORTI A SINISTRA (È SOCIO DELLA COOP ROSSA). SAPREBBE CONVINCERE I GRANDI ELETTORI A MODO SUO: “TI FRATTURO LA FACCIA” 2. DA SABINO CASSESE A DRAGHI FINO A FRANCO BARESI (“CHE HA PIÙ CHANCE DI D’ALEMA”) 3. C’È ANCHE AMATO, “IL PREDILETTO DI RE GIORGIO NAPOLITANO E DI SILVIO BERLUSCONI (INFATTI HA DUE PENSIONI). POTREBBERO ESSERGLI FATALI L’INESPERIENZA POLITICA (HA AVUTO SOLO 76 INCARICHI) E LA TENERA ETÀ (APPENA 76 ANNI) 4. ‘’PRODI PIACE AI NEMICI DEL NAZARENO: RENZI POTREBBE ANTICIPARLI E CANDIDARLO CONTRO DI LORO, BRUCIANDOLO. LUI STA PENSANDO DI ANTICIPARE TUTTI E DARSI FUOCO”

MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIO

Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano

   

Lucia Annunziata Giuliano Amato Lucia Annunziata Giuliano Amato

Siccome è sommamente inopportuno fare nomi per evitare di bruciarli, la rosa degli aspiranti al Quirinale citati nell’ultima settimana è estremamente succinta: appena 25 candidati.

 

Amato Giuliano. È il prediletto di Napolitano e B. (infatti ha due pensioni). Potrebbero essergli fatali l’inesperienza politica (ha avuto solo 76 incarichi) e la tenera età (appena 76 anni).

   

Cassese Sabino. Leggermente più maturo (79 anni), piace molto a Re Giorgio e soprattutto all’infanto Giulio. L’altra sera sparava cassate da Floris. Ieri ha scritto sul Corriere che il nuovo presidente “tornerà al modello einaudiano”. Tradotto: se eleggete me, non rompo i coglioni, dove mi mettete sto. S’offre parecchio.

   

sabino cassese sabino cassese

Draghi Mario. È riuscito nella mission impossible di fare il banchiere senza finire imputato, e per giunta non piace alla Merkel: il che, in Italia, è un doppio handicap. Inoltre, se eletto presidente, farebbe il presidente: ergo non garba a Renzi, che per il Colle sta cercando un portachiavi.

   

Visco Ignazio. Come sopra, con un’aggravante: denuncia troppo spesso la corruzione. Non si parla di corda in casa degl’impiccati.

   

Prodi Romano. Piace ai nemici del Nazareno: minoranza Pd, fittiani FI e Sel potrebbero votarlo contro Renzi&B., bruciandolo. Ma Renzi potrebbe anticiparli e candidarlo contro di loro, bruciandolo. Lui sta pensando di anticipare tutti e darsi fuoco.

   

Mario Draghi Mario Draghi

Padoan Pier Carlo. Essendo ministro dell’Economia, vuol fare il ministro dell’Economia: perciò Renzi lo manderebbe volentieri al Quirinale, se lì non volesse fare il presidente della Repubblica. Fassino Piero. Renziano di scuola gregantiana, dunque non sgradito ai Pd antirenziani, nel 2006 si prostituì con un articolo fantozziano sul Foglio chiedendo a B. i voti per eleggere D’Alema. Così fu eletto Napolitano, che per questo lo adora.

   

Chiamparino Sergio. Candidato anfibio: renziano non ostile agli anti-Renzi, Pd gradito a FI, politico ma pure banchiere, curriculum pieno di poltrone ma anche di buchi (di bilancio: ieri al Comune di Torino, ora in Regione Piemonte). Ce la può fare.

ignazio visco ignazio visco

   

Veltroni Walter. Sponsor di Odevaine ma anche di Renzi, nostalgico di Craxi ma anche di Berlinguer, avversario di B. ma anche dei demonizzatori di B., è Nazareno dentro. Quasi perfetto. Muti Riccardo. Era la prima scelta di Renzi. Poi il Fatto l’ha scritto e il premier l’ha smentito: quindi era vero. Non ha alcuna esperienza, ergo va benissimo. Molto favorito pure dal cognome.

   

Finocchiaro Anna. Stoppata nel 2013 da Renzi per via della foto all’Ikea con la scorta, gli diede del “miserabile”. Ora però si dà un gran daffare per la riforma-boiata del Senato. E poi è donna. E poi Matteo, oggi, è più di bocca buona.

   

Severino Paola. Avvocato di tutti i grandi gruppi italiani, piace a B., Letta zio, Curia e Caltagirone: quindi in un paese serio sarebbe out anche per l’Arcicaccia. Qui invece è in pole position.

  

romano prodiromano prodi

Franceschini Dario. Da quando qualcuno ha invocato l’alternanza laici-cattolici, si cerca disperatamente un cattolico. Al punto che s’è pensato persino a lui. Ma solo per questo motivo.

   

Mattarella Sergio. Vedi sopra.

Casini Pier Ferdinando. Vedi sopra.

Gentiloni Paolo. Vedi sopra.

Rutelli Francesco. Vedi sopra.

   

Grasso Piero. Già nel 2013, appena eletto presidente del Senato, si disse disponibile a un più alto incarico (l’unico esistente). Ma nessuno se lo filò. Vedi mai che quest’anno vada di moda il nulla mischiato col niente.

   

Boldrini Laura. È l’altra soluzione istituzionale in caso di impasse. Lei insiste molto per una donna al Colle. Può contare già sul suo voto, sempreché non sbagli a compilare la scheda.

   

Bonino Emma. Candidata al Quirinale dal 1976, è stata con B. e con l’Ulivo. Né cattolica né comunista, pacifista ma pro guerre, non è più in Parlamento: non può contare neppure sul suo voto.

carlo fuortes pier carlo padoan e consortecarlo fuortes pier carlo padoan e consorte

 

Pinotti Roberta. È l’unica Renzi-girl sopra i 50 anni, il che la rende sospetta agli occhi di B. Peccato per il vizietto di usare i voli militari come taxi per tornare presto a casa. Ma chi ci dice che in Italia sia un handicap?

   

Baresi Franco. Già capitano del Milan e della Nazionale, è il candidato di Matteo Salvini. Quindi ha qualche chance più di Massimo D’Alema.

   

Caprotti Bernardo e Feltri Vittorio. Il patron di Esselunga (classe 1925) e l’ex direttore del Giornale e di Libero sono i candidati di Roberto Calderoli. Chi ha voglia di ridere, pensi al Porcellum.

   

CHIAMPARINO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINOCHIAMPARINO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Napolitano Giorgio. Nessuno ne parla, ma una nuova, eventuale paralisi di veti incrociati potrebbe indurre i partiti a chiedergli un altro estremo sacrificio. Del resto, come titola l’Huffington Post, “Gli italiani vogliono ancora Napolitano”. Se lo meritano proprio.

   

Carminati Massimo. Non l’ha (ancora) candidato nessuno. Ci permettiamo di farlo noi, sperando di non bruciarlo. Uomo del fare, decisionista, sufficientemente esperto di giustizia e anche di economia, è forse un po’ troppo a destra, però non disdegna il dialogo a sinistra (è persino socio della coop rossa 29 Giugno). Potrebbe rivelarsi prezioso presso i grandi elettori per sbloccare l’impasse con uno dei suoi celebri intercalari: “Ti fratturo la faccia”.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...