TRAVAGLIO: “LA SCELTA DEI GIUDICI SUL SERVIZIO SOCIALE DI B. NON POTEVA ESSERE PIÙ AZZECCATA. SOLTANTO A PERSONE PRIVE DI MEMORIA LA PRESENZA DI UN SIMILE BADANTE PUÒ RISULTARE TOLLERABILE E SCONGIURARE REAZIONI SCOMPOSTE E GESTI INCONSULTI FRA I BENEFICIARI, CIOÈ FRA LE VITTIME”

Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

Con tutto il rispetto per i malati di Alzheimer, si può dire che la scelta dei giudici sul servizio sociale di B. non poteva essere più azzeccata. Soltanto a persone prive di memoria la presenza di un simile badante, sia pure per appena quattro ore a settimana, può risultare tollerabile e scongiurare reazioni scomposte e gesti inconsulti fra i beneficiari, cioè fra le vittime.

Quando gli storici del futuro cercheranno una spiegazione plausibile a quest'ultimo ventennio di storia italiana, penseranno a qualcosa di simile a un'epidemia di Alzheimer che obnubilò milioni di italiani, portandoli a sopportare e addirittura a votare una simile classe politica. Sarebbe ingiusto però circoscrivere il misterioso contagio agli elettori di Forza Italia, che secondo i sondaggi sono il 17-18%, cioè gli stessi che un anno fa votarono Pdl (22%), detratti i transfughi di Ncd (5%).

Prendete per esempio Renato Schifani, con rispetto parlando. L'altro giorno ha presentato un esposto all'Agcom per denunciare tutte le reti televisive in chiaro, da quelle Rai a quelle Mediaset a La7, perché a suo dire violerebbero la par condicio oscurando il Nuovo Centro Destra a vantaggio dei partiti maggiori.

Pare si tratti dello stesso Schifani, chiedendo scusa alle signore, che il 15 febbraio 2000, quando il centrosinistra approvò la legge sulla par condicio, dichiarò: "La par condicio è una legge che ci allontana dall'Europa e ci avvicina al regime. La maggioranza vuol mettere il bavaglio alle opposizioni con una legge che fa dell'Italia l'unico Paese europeo in cui l'accesso al mezzo televisivo sarà paritario a tutti i partiti e non graduato, come nelle grandi democrazie. Le sinistre sferrano un duro colpo alla libertà di comunicazione, comprimono uno dei valori essenziali della democrazia, si macchiano di concorso esterno in comunismo e introducono regole tipiche di regimi totalitari".

Ciò che lo Schifani, parlando con pardon, non poteva proprio sopportare era che tutte le liste avessero diritto agli stessi spazi televisivi in campagna elettorale, senza riguardo per quelle che alle elezioni precedenti avevano preso più voti. Un principio che, se fosse valso nel 1994, avrebbe tagliato fuori Forza Italia da tutte le tv, visto che era appena nata. Ma il nostro sincero democratico se ne infischiava bellamente: tanto ormai Forza Italia c'era, e peggio per gli altri.

Così lo Schifani tornava sullo stesso concetto a ogni elezione. "La legge sulla par condicio - spiegò il 29 marzo 2008 - l'abbiamo sempre contestata perché appiattisce l'informazione ponendo sullo stesso piano piccoli e grandi partiti, con il rischio di deformare il consenso". E il 2 febbraio 2013, mentre il Cainano imperversava a reti unificate, rincarò: "La legge sulla par condicio è ignobile".

Poi, il 18 novembre 2013, lasciò Forza Italia e aderì al Ncd. E subito uscì dal cono di luce dell'impero berlusconiano, che scoprì addirittura le sue vicende giudiziarie e lo restituì al suo peso specifico naturale: cioè zero. Fu così che il "principe del foro del recupero crediti", come lo chiamava Filippo Mancuso, s'innamorò perdutamente della par condicio, specie nella parte che tutela i partitini.

E così, mentre Angelino Jolie scopre di colpo la "macchina del fango" che tanto gli garbava quando inzaccherava gli altri, Schifani con rispetto parlando tuona contro "la grave violazione ai principi del pluralismo, della par condicio e della parità di accesso ai mezzi di informazione nei telegiornali e nei programmi di approfondimento di Rai, Mediaset e La7" a causa dei "ridotti tempi di notizia e di parola dedicati al Nuovo Centro Destra rispetto a quelli fruiti (sic) dalle altre forze politiche impegnate nella stessa competizione elettorale".

E invoca addirittura "i provvedimenti di legge": pene esemplari per leso Ncd. Il tutto in base a una legge che ancora l'anno scorso giudicava "ignobile". Bei tempi quando diceva che, con la par condicio, "le sinistre si macchiano di concorso esterno in comunismo". Lui, comunque, s'è portato avanti col lavoro: infatti è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche per marcare la differenza fra il Nuovo Centro Destra e quello vecchio.

 

MARCO TRAVAGLIO FOTO ANDREA ARRIGA BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI Napolitano Schifani RENATO SCHIFANI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?