fico

IL PEGGIO FICO DEL BIGONCIO! TRAVOLTO DALL'OMICIDIO DEL REPORTER, IL PREMIER SLOVACCO ROBERT FICO SI DIMETTE MA VUOLE EVITARE NUOVE ELEZIONI - DUE GIORNI FA ERA ARRIVATO IL PASSO INDIETRO DEL MINISTRO DEGLI INTERNI IN SEGUITO ALLE PROTESTE POPOLARI – 17 ARRESTI PER L’ASSASSINIO DEL GIORNALISTA

Flaminia Bussotti per il Messaggero

fico

 

Le dimissioni del ministro degli Interni non sono bastate: l'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak ha travolto anche il premier slovacco Robert Fico, che ha presentato ieri le dimissioni al presidente Andrej Kiska. La Slovacchia è precipitata in una crisi di stato dopo l'uccisione del 27enne reporter e della sua fidanzata Martina Kusmirova, trovati morti il 25 febbraio nel loro appartamento a Velka Macia, presso Trnava (ovest del Paese), freddati lui da un colpo al petto e lei alla testa in quella che è parsa una vera e propria esecuzione.

 

kuciak

Accanto ai corpi sono state rinvenute diverse pallottole, forse di avvertimento ad altri giornalisti. Kuciak lavorava da tre anni per il portale Aktuality.sk e si occupava delle indagini giudiziarie per truffa, frode fiscale, corruzione su persone vicine al partito Smer del premier Fico. Fra le inchieste anche quelle per fare luce sulle infiltrazioni fra la criminalità organizzata italiana, la ndrangheta calabrese, e il potere slovacco con riferimento in particolare allo storno di fondi Ue. Per la Slovacchia è il primo omicidio di un giornalista dopo la svolta democratica nel 1989. Il governo di Bratislava ha anche offerto una ricompensa di un milione di euro a chi offra elementi utili alla cattura degli assassini.

 

LE MANIFESTAZIONI

maria troskova fico

L'omicidio ha sconvolto l'opinione pubblica scatenando un'ondata di proteste (cortei in 48 città e 17 all'estero), culminando della grande manifestazione di lunedì a Bratislava con 50.000 persone. La protesta costringeva il ministro degli Interni e braccio destro di Fico, Robert Kalinak, a dimettersi due giorni fa. La sua testa era chiesta a gran voce dall'opposizione e da settori della coalizione tripartita di governo, ma non è bastata. Ieri è toccato anche al premier Fico (53), uno dei più longevi in Europa, alla guida del governo dal 2006 con una sola interruzione. In un incontro ieri col presidente Kiska, col quale è ai ferri corti, Fico ha offerto le dimissioni.

 

Vorrebbe però evitare nuove elezioni e spinge per un nuovo governo senza il ricorso alle urne. A suo avviso, il suo partito Smer (socialdemocratici), partito di maggioranza relativa alle elezioni nel 2016, ha diritto di nominare un premier per un nuovo esecutivo. Nuove elezioni precipiterebbero il Paese nel caos, ha detto. L'opposizione conservatrice aveva posto la questione della sfiducia al governo Fico, che può contare su una maggioranza di 76 dei 150 seggi del Parlamento.

maria troskova fico

 

Nell'ambito delle indagini, la polizia e gli inquirenti slovacchi hanno proceduto a 17 arresti ma del, o dei, responsabili nessuna pista sicura. Martedì la polizia slovacca ha arrestato di nuovo l'imprenditore calabrese Antonino Vadalà, già fermato nell'ambito delle indagini sul caso Kuciak. Questa volta le manette sono scattate per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio e autoriciclaggio. L'arresto rientra in una operazione della Guardia di Finanza di Venezia su organizzazione legata all'Ndrangheta e in particolare a un clan con base ad Africo, in provincia di Regggio Calabria: 11 le persone interessate da ordinanza di custodia cautelare in carcere, tre ai domiciliari e tre sottoposte a obbligo di firma.

 

L'ORGANIZZAZIONE

L'organizzazione era coinvolta in un grosso traffico di cocaina che arrivava in Veneto e finiva in Lombardia, Slovenia e Slovacchia. Dell'omicidio di Kuciak si è occupata anche l'Europa e il Parlamento europeo l'ha definito in plenaria ieri un attacco non solo alla Slovacchia ma all'Europa intera.

 

KUCIAK 3KUCIAK E LA FIDANZATAJAN KUCIAKmaria troskovamaria troskovamaria troskovaKUCIAK 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…