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“IL RAPPORTO CON IL PD RIMARRÀ SOLIDO SE NON CI SARÀ NESSUNA DELLE PARTI CHE PENSERÀ DI POTER CAMBIARE LE REGOLE DI INGAGGIO” – È TREGUA ARMATA TRA SALA E I DEM VICINI A SCHLEIN, CON IL SINDACO CHE RIVENDICA LA PROPRIA AUTONOMIA CONTRO CHI VORREBBE COMMISSARIARLO CON IL PRETESTO DELLA NUOVA INCHIESTA SULL’URBANISTICA (IN CUI IL PRIMO CITTADINO DI MILANO È INDAGATO): “LA MIA INDIPENDENZA E’ UN VALORE PER TUTTI” – UNA FONTE DEM: “SE IL SINDACO NON VIVE QUESTA CRISI COME OCCASIONE PER UN CAMBIO SOSTANZIALE, ALLORA SI TORNA ALL’ISOLAMENTO POLITICO CHE È UNA DELLE RAGIONI DI QUELLO CHE È SUCCESSO. PURTROPPO SALA SEMBRA CHE SIA ANCORA AFFEZIONATO AL ‘FAA TÜTT MÌ’” – LA FREDDEZZA DEL SINDACO CON IL SEGRETARIO PD DI MILANO, ALESSANDRO CAPELLI, VICINO A SCHLEIN…

Articolo di Francesco Bei per repubblica.it - Estratti

 

SIM SALA BIM - MEME BY EMILIANO CARLI

Si erano illusi. Un po’ ci avevano davvero creduto che Beppe Sala sarebbe ripartito, come ha detto in consiglio comunale, «con responsabilità e cuore». E soprattutto senza riaprire una polemica con il Pd.

 

Ma evidentemente i detriti lasciati da questa crisi politico-giudiziaria (peraltro ancora aperta) sono troppi per buttarseli alle spalle in un week end. I capi locali del Pd, quelli che sono andati a trovarlo domenica a casa sua e che con il sindaco hanno siglato un patto di non belligeranza e di «ripartenza», lo hanno capito subito ieri mattina, leggendo le dichiarazioni rilasciate da Sala alla prima uscita pubblica dopo le dimissioni dell’assessore Tancredi.

 

Parole agrodolci, più agre che dolci. «Il rapporto con il Pd è solido e rimarrà solido – ha puntualizzato – se non ci sarà nessuna delle parti che penserà di poter cambiare le regole di ingaggio che abbiamo sempre avuto». E poi, la rivendicazione della propria autonomia contro chi, magari, vorrebbe commissariarlo con il pretesto dell’inchiesta: «Penso che la mia indipendenza sia stata un valore per tutti e dovrà continuare a essere così».

LA MILANO DA BOERI - VIGNETTA BY GIANNELLI

 

Una fonte interna al partito di maggioranza sospira ma non si mostra sorpresa: «Se il sindaco non vive questa crisi come occasione per cambiare strada, per un cambio sostanziale, allora si torna all’isolamento di prima, isolamento politico che è anche una delle ragioni di quello che è successo. Purtroppo, dalle dichiarazioni di oggi, sembra che sia ancora affezionato al faa tütt mì».

 

Alle parole di Sala replica ufficialmente il segretario cittadino Alessandro Capelli, giovane di rito schleiniano. Uno che ha già incrociato le lame con il sindaco un anno fa, quando dichiarò che «il ciclo iniziato nel 2010 è finito» e «non è più tempo di celebrare il modello Milano».

 

Parole che andarono di traverso a Sala e inaugurarono la stagione del grande freddo. Capelli usa lo stesso aggettivo del sindaco, ma ce ne appiccica un altro appresso: «Il nostro rapporto è solido perché sincero». Sincerità per sincerità, Capelli gli ricorda che sì, «l’autonomia del sindaco è un valore», ma lo è anche «un maggiore coinvolgimento dei partiti della coalizione e, soprattutto, segnali concreti di cambiamento». Forse per dimostrare di non starsene con le mani in mano e di essere subito ripartito con uno sprint, Sala replica con un atto concreto che suona anche come una risposta diretta nel segno del cambiamento: a due mesi dalla sentenza della Consulta, informa di aver registrato «la nascita di bambini e bambine» figli di due mamme.

beppe sala in consiglio comunale

 

Ma cosa c’è dietro questo malessere che non passa, a questa tregua armata che non riesce a diventare pace? Qual è la malattia che, appare evidente oggi, preesisteva all’inchiesta e alla crisi odierna? Le risposte dipendono dall’interlocutore. Per Ivan Scalfarotto, senatore e numero uno di Italia Viva a Milano, «la città ha una crisi di “crescenza”, come un’adolescente che è cresciuto troppo in fretta.

 

Fino a quindici anni fa chi mai avrebbe pensato di venire in vacanza a Milano? Oggi il problema è l’overtourism, è il costo delle case. Ma c’è anche un lato positivo: io da tre anni provo a vendere un appartamento a Foggia e non ci riesco, mentre a Milano il valore degli immobili è schizzato». Insomma, se il valore della città sale, sale per tutti, non solo per i ricconi e con il “modello Milano” ci hanno guadagnato in tanti.

 

sala schlein 3

Proprio su questo, il dem Capelli non è d’accordo: «Il tema non è chi fa l’assessore al posto di Tancredi, il tema vero è l’accessibilità della classe media alla vita milanese». Idee diverse. Se per l’ala riformista della coalizione lo sforzo dovrebbe essere quello di comunicare meglio le cose fatte, di parlare con orgoglio dei risultati, per la parte più di sinistra, includendo il nuovo corso del Pd, si tratta di usare i prossimi 18 mesi per dimostrare di aver capito la lezione.

 

E quindi più verde e meno grattacieli, più coalizione e meno “one man show”. Senza contare sul fatto che il centrodestra, la prossima volta, non farà di nuovo l’errore di presentare un signor pistola destinato a schiantarsi da solo. Seppure nessuno scalpiti per accelerare l’appuntamento, secondo Sala: «Ho l’impressione che le mie dimissioni non avrebbero fatto comodo a nessuno, né al centrosinistra e neanche al centrodestra».

andrea capelli

 

 

stefano boeri beppe salasala schleinsala schleinbeppe sala elly schleinGIANCARLO TANCREDI E BEPPE SALA beppe sala

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