castro

TRISTE, SOLITARIO Y FIDEL - FUNERALE A SPINTA: LA JEEP CHE TRASPORTA LE CENERI DI CASTRO SI GUASTA, I SOLDATI LA TRASCINANO FINO ALLA TOMBA - UNA METAFORA INEGUAGLIABILE DEL SOCIALISMO CUBANO E DELL’ARTE DI ARRANGIARSI CON QUELLO CHE SI HA

Carlo Nicolato per Libero Quotidiano

Si dice che un' immagine vale più di mille parole, e se ce n' è una tra le tantissime circolate in questi giorni che rappresenta al meglio l' eredità lasciata da Fidel Castro alla sua amata isola è quella scattata durante il suo ultimo viaggio a Santiago.

 

CASTRO FUNERALECASTRO FUNERALE

Fidel è ormai ridotto a un mucchio di cenere, rinchiuso in una piccola bara nera avvolta dalla bandiera cubana. È adagiato su un carretto militare trainato da una jeep, protetto da una teca di plexiglass e circondato di rose bianche e crisantemi. La folla preme e piange per l' ultimo saluto lungo il viale che porta alla tomba dove sarà tumulato.

 

Quando ecco che improvvisamente succede l' imprevedibile: la jeep comincia a sussultare, il motore brontola, perde colpi, sputa, procede per ancora qualche metro saltellando e poi si ferma.

 

È un guasto. Il più classico dei contrattempi a Cuba, ma qui stiamo parlando del motore della jeep che porta il Lider Maximo al suo ultimo viaggio, non di quello di un «guajiro» (campesino cubano) qualsiasi che va a bersi un ron con gli amici. Una metafora inegualiabile. Ma non basta, perché se c' è una cosa, una sola e forse l' unica, che si è ben sviluppata nella Cuba di Castro è proprio l' arte di arrangiarsi, con quello che si ha.

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

E quello che c' è a disposizione in quel momento sono le braccia di cinque soldati in divisa verde lucida e mal indossata (uno è addirittura senza cintura). Ci pensano loro a spingere il Lider Maximo fino a destinazione, che in spagnolo si dice non a caso «destino». Ed è proprio in questo momento che viene scattata la foto che vale più di mille parole, che da qui viene caricata sui social in un attimo e inizia il suo giro del mondo in 80 secondi.

Dunque ricapitoliamo.

 

Non manca nulla a questo scatto per diventare un simbolo. Il Lider Maximo polverizzato e la bandiera, su questo c' è poco da aggiungere. La jeep, che è rigorosamente di fabbricazione russa, una Gaz. Anche se a Mosca il comunismo è caduto da un pezzo, Cuba ha comunque mantenuto buoni rapporti con i russi che continuano a essere i principali partner commerciali. La Gaz in questione è evidentemente vecchiotta, visto che si è rotta, tanto che fonti militari dicono che l' ultima fornitura di jeep di quel modello a Cuba risale al 1999. Ma certo all' Avana e dintorni 17 anni per una macchina sono un nonnulla.

CASTRO FUNERALECASTRO FUNERALE

 

Come tutti sanno per le disastrate strade dell' isola circolano ancora colorate automobili americane degli anni '50 alle quali nella maggior parte dei casi hanno semplicemente sostituito il motore con uno russo, naturalmente, preso da una vecchia Lada o da una IzhAvto, che abbondano a Cuba. E se un altro motore non è a disposizione, non è un problema, si fa quello che si può: si fanno arrivare i pezzi di contrabbando, ci si ingegna a farne di nuovi prendendo vecchi cimeli e assemblandoli. Questo è il vero socialismo cubano.

 

CASTROCASTRO

Nel caso della jeep di Fidel non c' era tempo per fare altro se non spingere, ma in altre occasioni, nel caso del guajiro di cui sopra, cugini, amici o semplici passanti si sarebbero prodigati a riparare il mezzo sul posto con quello che c' era, magari anche la cintura del soldato che spinge da dietro e che in questo caso forse si è semplicemente dimenticato di indossare.

 

A proposito dei militari che intervengono anche qui c' è da fare qualche considerazione. Va notato infatti che questi cinque hanno tutti rigorosamente la pelle nera. Non è un caso visto che a Cuba, tuttora punto di riferimento di certo mai estinto pensiero di sinistra, i lavori umili li svolgono loro. Ai bianchi invece spettano i posti di potere. O al massimo se ne stanno rigorosamente seduti in ufficio a mettere un timbro controvoglia di tanto in tanto.

 

Avete mai visto almeno in fotografia un politico cubano nero di alto rango? No? Eppure la popolazione afroamericana, tra neri e mulatti, raggiunge il 65% del totale.

Grazie alla loro spinta però il vecchio tiranno è riuscito ad arrivare a destinazione: il cimitero di Santa Ifigenia a Santiago, dove è stato sepolto sotto un monumento funebre a forma di grande masso sul quale è stata posta una semplice targa con scritto «Fidel». Al suo fianco riposa José Martí, l' eroe cubano di tutti, dei neri e dei bianchi, anche di quelli che sono riusciti a riparare a Miami.

CASTRO FUNERALECASTRO FUNERALE

 

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