renzi boschi fd5d60f3f

UNA POLPETTA AVVELENATA PER IL DOPO-PASQUA - TRIVELLE, VERDINI, ETRURIA, BOSCHI: RENZI DOVRÀ AFFRONTARE UNA SERIE DI ROGNE, SMORZATE SOLO DALL'URGENZA DEGLI ATTENTATI - MARIA ''ETRURIA'' SI FA LA SUA MINI-CORRENTE PER RESISTERE AGLI ATTACCHI, MA LA GRAN PARTE DEL PARTITO È CONTRO DI LEI. E PRESTO CI SARÀ LA NUOVA MOZIONE DI SFIDUCIA

1. TRIVELLE, VERDINI, ETRURIA QUEI TRE VICOLI CIECHI CHE PARALIZZANO RENZI

Laura Cesaretti per ''il Giornale''

 

RENZI VERDINIRENZI VERDINI

Prima la strage di ragazze italiane sull' autostrada spagnola, poi gli attentati di Bruxelles: la famosa «resa dei conti» nel Pd sul referendum no-triv, sul caso Verdini e sulle prossime amministrative è pressoché scomparsa dai radar.

 

La direzione del partito, prevista la settimana scorsa, è stata rinviata al 4 aprile prossimo, e nel frattempo gli eventi e l' allarme mondiale sul terrorismo hanno reso, per così dire, ancor meno centrali di quanto lo fossero prima le paturnie della minoranza Pd e le crisi di visibilità di alcuni ras locali, come l' iperattivo presidente della Puglia Michele Emiliano, in grande agitazione pro-referendum. Il rinvio, però, stempererà inevitabilmente la verve della fronda.

renzi boschirenzi boschi

 

E comunque Renzi e i suoi sono ben convinti di andare all' attacco contro la «demagogia» di chi propaganda le ragioni del sì trasformando un quesito del tutto inutile in un tentativo di spallata contro il governo. Del resto, spiega anche un esponente della minoranza come Francesco Boccia, «questo referendum è una sciocchezza, una perdita di tempo e di denaro con cui si raggira il cittadino: se fosse stato per evitare nuove trivellazioni avrei votato a favore, ma non è così perché il governo le ha già fermate: bisognerebbe dire la verità e cioè che non ci saranno nuove perforazioni».

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

In verità, il referendum che sta a cuore al premier non è certo quello, del tutto ininfluente ai fini pratici e ambientali, sulle trivelle. Renzi sta già guardando alla battaglia d' autunno, quando si terrà la consultazione sulla riforma costituzionale. Qualche giorno fa si è tenuta nella sede Pd del Nazareno la prima riunione operativa con Jim Messina, già capo della campagna elettorale di Obama nel 2012, e scelto da Renzi come consulente in vista del referendum. La campagna pro-riforme inizierà subito dopo l' ultimo passaggio del ddl Boschi in Parlamento, a metà aprile: i comitati per il sì sono già in via di formazione.

 

TRIVELLATRIVELLA

La minoranza Pd è in difficoltà rispetto all' appuntamento: schierarsi per il no, dopo aver votato la riforma, vorrebbe dire mettersi fuori dal Pd. Per ora ci si limita ad intimare a Renzi, come ha fatto Bersani, di non trasformare il referendum in un «plebiscito» pro o contro il governo, o a porre condizioni più o meno fantasiose per il proprio appoggio.

 

Poi partirà la polemica contro i «compagni di viaggio» che la fronda anti-renziana non vuole, a cominciare dal solito Verdini, visto che il Pd punta ad allargare i comitati a tutte le forze che si sono impegnate in Parlamento sul ddl Boschi. La gestione della partita è già stata affidata al ministro delle Riforme.

 

Peserà naturalmente l' esito delle amministrative, con il Pd impegnato a conquistare Milano, Bologna e Torino e a recuperare terreno a Napoli e Roma. Ma peseranno anche le vicende che, partendo dal caso di Banca Etruria, assediano il volto simbolo del governo. La Boschi dovrà probabilmente affrontare una nuova mozione di sfiducia (del tutto identica a quella già respinta), promossa dai Cinque Stelle per ravvivare la propria campagna elettorale. E intanto il padre del ministro, secondo Il Fatto, rischia il pignoramento di alcuni beni, case incluse.

trivelletrivelle

 

 

2. BOSCHI SOTTO ASSEDIO: I FISCHI, L' INCUBO CANCELLIERI E I VELENI PD

Wanda Marra per ''il Fatto Quotidiano''

 

Non passa giorno in cui qualcuno non faccia arrivare alle orecchie di Renzi una domanda: "Matteo, ma che differenza c' è tra il caso Boschi e quello della Cancellieri?". A chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia del governo Letta per l' aiuto a Giulia Ligresti, furono allora l' attuale premier. E Maria Elena Boschi. Due anni e mezzo dopo, con l' indagine per bancarotta fraudolenta a carico di suo padre, lei un passo indietro non lo fa. "Non mi dimetto se mio padre è indagato", aveva chiarito lo scorso 11 gennaio a Otto e mezzo. E a quelle dichiarazioni si attiene.

 

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Sono passati tre mesi e mezzo da quando è scoppiato il caso Banca Etruria e "la Mari" (così la chiamano amici e fan) vive sotto assedio. Sono cominciati i fischi: lunedì fuori dall' aula di Economia, alla Sapienza, è stata accolta da un manipolo di contestatori. Il suo staff faceva da scudo umano. La lezione-spot sulle riforme costituzionali, è stata pubblicizzata il meno possibile. Era il giorno dopo la notizia dell' indagine sul padre: non era il caso. Ieri le vittime del decreto salva-banche hanno manifestato a Pontassieve, vicino casa Renzi: l' obiettivo era lei.

 

L' assedio non si materializza in atti concreti, per adesso, ma in un indebolimento costante.

 

"Non si fida più di Renzi, per questo si fa la sua corrente", racconta un deputato dem. Ieri La Stampa ha fatto i nomi dei "boschiani": tra loro alcuni deputati come i giovanissimi Marco Donati, Marco Di Maio, Edoardo Fanucci, Francesca Bonomo. E Dario Parrini, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto.

PIER LUIGI BOSCHI FLAVIO CARBONIPIER LUIGI BOSCHI FLAVIO CARBONI

 

Senza contare l' amico-guardia del corpo, il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, che la presentò a Renzi e che con lei condivide pure le vacanze, come l' estate scorsa a Formentera. "Maria Elena si muove molto. Ma senza Matteo non va da nessuna parte", altro commento comune. La corrente è un progetto antico. Ha alcuni rapporti privilegiati a sinistra (come con Migliore e la Di Salvo) e Ncd risponde soprattutto a lei: Dorina Bianchi, Federica Chiavaroli, Laura Bianconi, le fedelissime.

 

Ma a parte gli amici, nel Pd non la amano affatto. Non la minoranza, soprattutto da quando nella trattativa decisiva sulle riforme costituzionali, lo scorso autunno a Palazzo Madama, fu lei a fare le resistenze più forti sulla richiesta di eleggibilità dei senatori. Ma neanche i catto-renziani (Graziano Delrio, Matteo Richetti, persino Lorenzo Guerini, sempre ai margini rispetto ai toscani). "Che ci fai tu qui? Sei del governo, questa è materia parlamentare", sbottò una renzianissima cattolica, Rosa Di Giorgi, durante una delle ultime riunioni sulle unioni civili. E i Giovani Turchi sono più vicini a Luca Lotti.

maria elena boschi bonifazimaria elena boschi bonifazi

 

Con il quale i rapporti sono tesi, da mesi: il sottosegretario mal sopporta chi è troppo vicino al capo. Una guerra di potere tutta interna al Giglio Magico "Ma quale corrente e corrente, è Matteo che le dà una mano", sono i commenti dei renziani doc. Si torna al punto dei rapporti politici tra i due. Che sono ostentatamente buoni, ma non come una volta. Però, Renzi non si può permettere di scaricarla. E quindi la blinda, la difende. "Senza di lei viene meno la ragione sociale del governo", confermano un po' tutti. Lei lo sa. E lo fa pesare.

 

maria elena boschi francesco bonifazi a formenteramaria elena boschi francesco bonifazi a formentera

Pensa a un ruolo di punta nel Pd, per avere un' ulteriore copertura rispetto a una vicenda che rimarrà una macchia. "Se pensate di indebolire il governo attaccando me, lasciate perdere", disse il 19 dicembre durante la sua "arringa difensiva" a Montecitorio, in occasione della mozione di sfiducia dell' M5s. Anche un avvertimento al premier. Ma nei mesi successivi non si è rafforzata: prima c' è stata la sparizione pubblica. Adesso stava tornando sulla scena, con il rinnovato mandato di Renzi a seguire dossier, anche delicati, persino bancari.

 

Ed è arrivata l' indagine. Di fronte alla quale, ha mantenuto un profilo basso, secondo la linea "non cambia niente". Mercoledì in Senato dovrebbe esserci la calendarizzazione di un' altra mozione di sfiducia, quella al governo: non rischia dal punto di vista dei numeri, ma di nuovo sarà molto esposta. E i suoi nemici ricominciano a sussurrare: Maria Elena se la tira troppo, è arrivata troppo su senza meriti. Le invidie si sprecano.

 

dorina bianchi e maria elena boschi (2)dorina bianchi e maria elena boschi (2)

Le valutazioni ricominciano a essere negative, come a inizio legislatura. Negli scorsi mesi erano tutti pronti a tesserne le lodi: "Un animale politico, una vera democristiana, più di Renzi. Brava, intelligente, ironica, coraggiosa". Adesso, i giudizi si correggono: "È una che studia, è un' esecutrice perfetta. Ma non ha autonomia, è telecomandata, non ha un pensiero politico". Lei reagisce, ma è sempre più nervosa. Anche perché fino a dove può arrivare la vicenda Banca Etruria non lo sa nessuno.

 

orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom

I nemici ricordano: "Ha mentito su un punto cruciale, alla Camera, dicendo che suo padre era vicepresidente di Banca Etruria dal 2014. Invece era nel Cda dal 2011". E poi si fa notare quell' apologia del padre "contadino": ora si è saputo che aveva rapporti con la massoneria, che è indagato per bancarotta fraudolenta. "Matteo il referendum se lo gestirà in proprio. La Boschi ormai è soprattutto il ministro dei Rapporti con il Parlamento, le riforme sono state fatte". È ancora un renzianissimo a ridimensionarla. Perché non si sa mai: Matteo potrebbe un giorno mollarla per salvarsi.

 

RENZI, BOSCHI,RENZI, BOSCHI,

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…