TROTA ALLA SICILIANA - RAFFAELE LOMBARDO CANDIDA IL FIGLIO ALLE REGIONALI (LIBERI DI NON CREDERCI) – IERI RISPONDEVA CHE ERA “UNA SCIOCCHEZZA!” - L’EX GOVERNATORE, CHE APPOGGIA MICCICHE’ MA PIAZZA I “SUOI” ANCHE NELLE LISTE DI CROCETTA, HA GIA’ FATTO ELEGGERE IL FRATELLO ANGELO ALLA CAMERA - ORA TOCCA AL 23ENNE “TOTI” RACCOGLIERE I VOTI DI PAPA’…

Alfio Sciacca per "Corriere.it"

«Liberi di crederci» ma anche la Sicilia avrà il suo «trota». Dopo l'apparente uscita di scena del governatore Raffaele Lombardo ora è il turno del figlio. Toti, studente universitario di 23 anni, scende in campo in vista delle prossime elezioni regionali con la lista dell'Mpa che sostiene il candidato presidente Gianfranco Micciché. Lo slogan che ha scelto è appunto «liberi di crederci».

FAMIGLIA IN POLITICA - E così la saga dei Lombardo in politica continua. Alla scorsa tornata elettorale il governatore siciliano fece candidare il fratello Angelo contemporaneamente alle elezioni per la Camera dei Deputati e a quelle per la Regione Siciliana. E, manco a dirlo, con quel cognome pesante Lombardo, Angelo, venne eletto a Roma e Palermo, optando poi per il parlamento nazionale che a differenza di quello regionale concede come benefit anche l'immuinità. Non si sa mai! E in effetti quando nella primavera del 2010 i due fratelli Lombardo rischiarono l'arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa Angelo era paradossalmente più al sicuro del fratello maggiore e dante causa Raffaele.

INDAGINI PER MAFIA - Il rischio manette sembra ormai definitivamente passato, ma non quello del processo per mafia che i due fratelli Lombardo dovranno affrontare dopo che il Gip di Catania ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura imponendo l'imputazione coatta. Ma anche se azzoppato Raffaele Lombardo è ancora nel pieno delle forze (politiche) ed anzi molti lo considerano il vero burattinaio delle imminenti elezioni regionali del 28 ottobre prossimo giocando, come nel suo stile, su più tavoli.

Anche se ufficialmente appoggia Miccichè i suoi baffetti fanno capolino anche dietro la candidatura di Rosario Crocetta, l'ex sindaco di Gela ed esponente del Pd, partito con il quale negli ultimi anni Lombardo ha governatore la Regione Siciliana dopo aver abbandonato la maggioranza di centro-destra che lo aveva eletto alla Regione. Pare che qualche suo uomo sia infiltrato anche nelle liste che sostengono il candidato del Pdl Nello Musumeci. E in ogni caso le truppe dell'ex governatore sono ancora in grado di determinare l'esito delle prossime elezioni.

MAI CANDIDATO - Ma Lombardo non si accontenta di manovrare dietro le quinte e dunque mette in pista il figlio, studente di giurisprudenza a Roma. Eppure appena qualche mese fa aveva negato categoricamente questa possibilità «È una sciocchezza» rispose a chi gli chiedeva esplicitamente dell'imminente candidatura del figlio.

«Non è nei progetti miei, ma soprattutto - spiegò - non è nei progetti di mio figlio, lo dicono solo per fare spaventare i candidati delle nostre liste». Ma evidentemente ha cambiato idea mentre tra i candidati nelle liste dell'ex governatore serpeggia lo spauracchio di restare al palo dovendo contare su un seggio in meno per fare posto al «trota» siciliano.

FIGLIO-EREDE - Non potendo scendere in campo né lui né il fratello ecco dunque venir fuori il figlio Toti, che ha già maturato la sua esperienza elettorale in ambito universitario. Tra i colleghi e coetanei è molto apprezzato per intelligenza, capacità di fare squadra e sicuramente non ha una personalità paragonabile a quella del «trota» Renzo Bossi.

Piuttosto sembra un degno erede del padre, capace di prenderne il testimone e gestire il vasto patrimonio di consensi elettorali: con l'occhio sveglio e persino una smaccata somiglianza. Insomma non si tratta di storie di «trota» quanto piuttosto di trame da Vicerè di Sicilia che non mollano mai il potere, anche quando dicono di farlo.

 

 

RAFFAELE LOMBARDO RAFFAELE LOMBARDORaffaele Lombardo RAFFAELE LOMBARDOGianfranco MiccicheRosario Crocetta

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